La sua testa castana parve svuotarsi come fosse stata spremuta di tutto il contenuto in un sol colpo. Il petto gli diventò pesante e avvertì le guance infuocarsi. Intorno a lui non c'era più niente e nessuno, se non lo sguardo penetrante di Jungkook che lo scrutava in profondità.
Improvvisamente qualsiasi emozione che lo aveva infastidito fino a poco prima scomparve e non gli interessava più trovare nessuna postazione dei fotografi, né dell'attrezzatura, né della sfilata: c'era solamente quel calore che avvertiva nel petto e c'era lui. Si perse così tanto in quel momento che non sapeva nemmeno dire se fosse durato minuti o solamente l'arco di un respiro, ma quando finì l'unica cosa che d'impulso gli venne da fare era scappare a gambe levate e nascondersi nello sgabuzzino più buio del set a piangere. Rimase però piantato lì, incapace di parlare e di ricordare cosa dovesse chiedergli.
L'altro sembrava tanto sorpreso quanto lui per l'incontro, aprì leggermente la bocca e assunse un'espressione a metà tra il terrorizzata e l'ammaliata.
Taehyung deglutì.
«C-ciao.» La parola gli uscì con un volume così basso che a malapena riuscì a udirsi da solo.
«Ciao Taehyung.» Lo salutò l'altro a sua volta con un tono che non era da meno.
«Io ora vorrei sotterrarmi per l'imbarazzo, comunque ehm...» Guardò verso il basso e si schiarì la voce, udendo una minuscola risata di fronte a sé.
«Volevo solo sapere se avevi idea di dove si trovino le postazioni dei fotografi.»
«So che sono vicine all'entrata principale, dovrebbe esserci una specie di magazzino con degli armadietti a quanto ho capito.» Gli rispose titubante Jungkook.
«Va bene, ho capito grazie.»
Girò i tacchi e si allontanò il più velocemente possibile, incapace di sostenere la situazione e con lo sguardo basso si rinfilò nel labirinto con Mark.
«Allora che ha detto?» Chiese curioso il giovane vedendolo ritornare.
«Ha detto che dobbiamo tornare all'entrata principale.» Rispose lui con tono duro, mentre provava a trattenere le lacrime.
Non parlò più per tutto il tragitto, né dopo aver posato le sue scatole negli armadietti.
L'unica cosa che disse all'assistente fu: «Non vengo oggi pomeriggio alla visita del teatro, vado in albergo perché non mi sento bene. Scusami tanto.»Così fece, maledicendo se stesso il momento stesso in cui si chiuse la porta della camera dietro di lui.
Aveva agito di impulso, deciso a fare quello che voleva, ma solo quando oramai non poteva più tornare indietro si era reso conto che non era ciò di cui aveva bisogno. Necessitava di concentrarsi su altro e di distrarsi, ma adesso lì dentro non aveva nulla da fare se non rimuginare e al massimo provare a schiacciare un pisolino.«Stasera la sfilata finirà tardi, forse mi conviene davvero dormire.» Pensò mentre si stendeva, provando a mettere una pezza alla situazione che appariva come un totale fallimento.
Chiuse gli occhi e non riuscì a fare altro che pensare a tutto ciò che gli era successo e a quegli occhi come due pozzi, finché i pensieri non si fecero più distanti, confusi e iniziarono a mescolarsi tra loro.
Finalmente si addormentò.Non ricordava nulla di ciò che aveva sognato al suo risveglio, sentiva solo dei tonfi alla porta e il telefono della stanza squillare incessantemente.
Aprì gli occhi controvoglia e si diresse verso la porta. La spalancò proprio mentre Mark stava dando l'ennesima sonora bussata con il pugno chiuso che gli arrivò dritto in mezzo agli occhi.
«Oddio signore! Mi scusi non volevo io-»
Taehyung muto e impassibile, con l'arco del naso dolorante alzò la mano in segno di silenzio. Si sentiva talmente rincoglionito da non ricordare nemmeno il suo nome.
Il telefono smise di squillare e poté un attimo concentrarsi. Strabuzzò gli occhi.
«Cazzo la sfilata!» Urlò.
«Eh signore ero venuto a chiamarla proprio per-»
«Shhh dopo faremo i conti io e te.» Lo minacciò con voce cupa, per poi schizzare da una parte all'altra della stanza preparando velocemente i propri abiti.
«Le staranno benissimo signore, ora andiamo perché siamo già in ritardo.»
Il fotografo lo guardò di nuovo in cagnesco e Mark stavolta, anziché abbassare lo sguardo, si fissò con aria preoccupata sul centro della fronte di Taehyung.
«Ehm signore... io lo so che mi minaccerà di nuovo, ma forse sarebbe il caso di mettere un po' di ghiaccio su quello.» Disse indicando il punto e cercando di trattenere una risatina.
«Intendi sopra la prova della tua violenza inaudita?»
«Violenza colposa per cause di forza maggiore.» Precisò con finta aria stizzita mentre Taehyung si cambiava.
«Vai a chiedere il ghiaccio in reception piuttosto e aspettati la mia vendetta.»
Mark ubbidì fuggendo giù non appena notò l'espressione di Taehyung che si era appena intravisto allo specchio.
«Maaaark!» Sentì urlare di rabbia mentre sgattaiolava in ascensore trattenendo le risate.
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Chic
Teen Fiction⚠️ Avviso per correttezza⚠️ questa storia non ha una conclusione e non la avrà. Se vorrete iniziarla ugualmente, vi ringrazio e mi scuso. Taehyung è un fotografo esordiente introverso e perfezionista. Incontrerà il modello Jungkook con il quale ins...