Taehyung rientrò da solo in albergo: voleva usare quella crema il prima possibile e Mark era in ritardo per una mostra o qualcosa del genere. Non aveva prestato molta attenzione alle sue parole, troppo distratto dal pensiero di non voler somigliare ad un rospo bitorzoluto per il resto della settimana.
Si era tolto gli occhiali e persino il cappello per perdere meno tempo possibile.
Entrò nel corridoio dove si trovava la sua stanza e passò nuovamente di fronte a quella porta. Ci aveva riflettuto con Mark ed erano giunti alla conclusione che dovesse trattarsi per forza dell'inquilino di quella stanza, poiché le altre si trovavano tutte al di là della colonna, che nessuno aveva in alcun modo oltrepassato.
La sua mente lo riportò un secondo a qualche ora prima e il disprezzo che lo aveva riempito allora, tornò ancora a farsi sentire: che modo era di trattare le persone?
Mentre si crogiolava nel disprezzo, sentì una bellissima voce dall'altro lato canticchiare.
«Dio mio...» Pensò, lasciandosi trasportare dall'armonia di quelle note.
Poi sentì la serratura scattare e si affrettò a rientrare in stanza, ma mentre infilava la chiave magnetica, la porta dietro di lui si spalancò.
Si girò un attimo e incrociò nuovamente quello sguardo che lo faceva andare fuori di testa.
«Jungkook sei tu.» Sussurrò estasiato.
L'altro lo guardò prima con lieve sorpresa, poi con estrema attenzione. Il volto di Jungkook sembrava diverso: la pelle del naso era gonfia e arrossata, così come lo erano le sue palpebre.
In silenzio gli si avvicinò e gli scostò i capelli dalla fronte. Assunse una espressione esterrefatta e preoccupata.
«Che hai fatto qui?» Gli chiese, poi si scostò muto, come sapesse di aver fatto qualcosa di sbagliato.
Taehyung pensava sarebbe morto di infarto da un secondo all'altro.
«Io, ehm... ieri ho preso una porta in fronte.» Gli spiegò titubante. Jungkook restò in silenzio, mentre si guardava intorno.
«Devo metterci questa adesso, l'ho presa in farmacia prima.»
«Ecco dove andavi con quel ragazzino... non ti fa tanto male spero.» Gli sorrise e Taehyung arrossì leggermente. Non vedeva il suo bellissimo sorriso da più di un anno ormai ma continuava a fargli lo stesso effetto di sempre: niente era cambiato.
«N-non troppo, solo se la tocco.»
«Come hai fatto a prenderti una botta del genere con una porta?»
«È stata quella del bagno in legno. Ero mezzo addormentato e insomma...»
Jungkook iniziò a ridacchiare genuinamente e nonostante il naso tappato, la sua risata non aveva perso di splendore.
«Non c'è nulla da ridere, sembro un anfibio.» Disse cominciando a ridacchiare a sua volta.
Il modello tirò su con il naso, poi si guardò ancora intorno, infine si concentrò su Taehyung.
I suoi occhi avevano perso quel velo di tristezza di poco prima ed erano tornati a brillare come quelli di un cerbiatto.
«Che dici, ti aiuto a mettere quella roba signor ranocchio?»
«Non chiamarmi così.» Rispose il fotografo fintamente offeso mostrandogli ironicamente il suo dito medio.
«Va bene, va bene.» Desisté Jungkook divertito. «Ma guarda che poi i ranocchi diventano principi.»
«Chiamami principe allora.» Disse lui simulando altezzosità. «Comunque va bene, puoi spalmarmi la pomatina... io non ho nemmeno il coraggio di guardarmi allo specchio senza scoppiare di nuovo a piangere.»
«Esagerato! Per quella bottarella?»
«Sissignore, non vedi che sembro la chiglia sfondata di un peschereccio?»
«Ad avercene di pescherecci brutti come te! Dai su, che tra qualche giorno già comincerà a sgonfiarsi e altro che principe diventerai!»
Risero di nuovo, poi Taehyung aprì la porta della sua stanza e lo invitò ad entrare.
Porse la crema a Jungkook, aprì la finestra per far entrare meglio la luce e si sedette sul letto.
«Non ti spaventare, adesso tiro su i capelli eh.»
«Ho lo stomaco forte, non ti preoccupare.»
Taehyung chiuse gli occhi e sollevò il proprio ciuffo dalla fronte.
Jungkook rise.
«Che c'è?»
«E tu ti sei fatto tutti quei problemi solo per questo?» Gli sorrise, cominciando a spalmare l'unguento.
«A me sembra enorme -ahi fai piano- mi ha fatto gonfiare anche gli occhi.»
«Scusa. Comunque è solo il livido che è grande e non è nemmeno così gonfio.»
«È orribile lo stesso, mi fa impressione e non lo voglio sulla mia fronte.»
«Va bene signor principe, le spalmerò con cura questa pozione magica che la guarirà.»
«Grazie signor stregone di corte.»
Taehyung ancora aveva gli occhi chiusi e Jungkook lo osservava ovunque, meno che su quel livido. La sua graziosa bocca a cuore, i suoi occhioni chiusi con le palpebre differenti, la sua pelle soda e compatta e poi sentiva forte il suo profumo in quella stanza, lo stesso che c'era nel suo studio. Lo faceva stare bene: in qualche modo gli riportava la mente a un bel periodo e lo calmava. Per un istante si dimenticò completamente chi fosse e da dove venisse, era concentrato solo sul momento, solo su Taehyung.
«Ho finito sire.»
«Grazie Merlino, mi sento già meglio dopo il tuo tocco.»
«Non c'è di che.»
Si guardarono sorridendosi e improvvisamente sembrava loro di essere tornati a 13 mesi prima, quando ancora non c'erano stati silenzi né diffidenza.

STAI LEGGENDO
Chic
Ficção Adolescente⚠️ Avviso per correttezza⚠️ questa storia non ha una conclusione e non la avrà. Se vorrete iniziarla ugualmente, vi ringrazio e mi scuso. Taehyung è un fotografo esordiente introverso e perfezionista. Incontrerà il modello Jungkook con il quale ins...