Jungkook incurvò leggermente i lati della bocca verso il basso e si schiarì brevemente la voce prima di parlare:
«Premetto che non ti piacerà.» Lo avvertì e proseguì:
«Ti ricordi quella conversazione che hai origliato nel corridoio dell'albergo quella sera?»
Gli pose quel quesito con lo sguardo ai propri piedi, mentre si torturava le dita per il nervosismo.
«Sì.» Rispose l'altro con tono grave.
«Ecco... volevo solo farti sapere che la situazione è rimasta la stessa.»
Taehyung, che fino a quel momento lo aveva osservato in volto cercando di carpire un suo sguardo, abbassò gli occhi e sospirò.
«Volevo fartelo sapere, prima di iniziare qualunque cosa con te e prima di darti delusioni inaspettate. Io non... non ti biasimerei se segliessi di non vedermi più da questa sera.» Si voltò verso di lui e lo scoprì ingobbito e pensoso.
«A che pensi?» Gli chiese senza distogliere lo sguardo dalla sua espressione seria.
«Non è giusto: ecco cosa penso.»
In quelle poche parole si poteva effettivamente ben riassumere tutta la serie di ragionamenti che era scaturita nella testa del fotografo a quella confessione.
«Non è giusto per te, non è giusto per la tua carriera, né per coloro che la vorrebbero intraprendere ma che non hanno intenzione di piegarsi a certe richieste. Non è giusto per me, per la nostra relazione, né per tutte le possibilità che ci verranno negate.»
Sciorinò questa sequela di concetti nel giro di pochi secondi, ma a Jungkook parve che a ogni singola frase gli venisse tirato un cazzotto in mezzo al petto.
Per quella che forse era la prima volta nella sua vita adulta, si sentì totalmente inerme di fronte a qualcuno che nemmeno lo stava accusando. La parte che più gli faceva male infatti era proprio che Taehyung non avesse minimamente tentato di colpevolizzarlo o di attaccarlo per le sue scelte: a quel tipo di confronto sarebbe stato molto più reattivo. Il dono del fotografo di non giudicare gli altri si stava rivelando ora in tutta la sua potenza: Taehyung lo capiva e comprendeva la sua situazione, come poteva giudicarlo? Come poteva accusarlo? Sapeva se avrebbe fatto o meno lo stesso, se messo in quella posizione?Ci fu qualche secondo di silenzio, in cui Jungkook, con gli occhi lucidi, alzò il volto verso il cielo nero.
Un alito di vento gli scompigliò i capelli lisci sulla fronte e portò aria umida nei suoi polmoni.
«Tu lo vuoi davvero?» Domandò Taehyung rompendo il silenzio.
«Diventare famoso intendo.» Aggiunse in un secondo momento.
Il modello sospirò a occhi chiusi, tentando di ricacciare indietro le lacrime.
«A questo punto me lo chiedo anche io.»
Buffo come una notte tanto soave potesse passare dal creare un'atmosfera romantica, al crearne un'altra estremamente malinconica nel giro di così poco tempo.
«Dimmi qualcosa Taehyung perché io questo silenzio non lo sopporto.» Lo implorò sull'orlo del pianto.
L'altro, come destato da un lungo sonno, smise di guardare per terra e si voltò verso Jungkook. Gli si avvicinò cauto, gli sfiorò la guancia con le dita e lo abbracciò silenziosamente.
A Jungkook sembrò di aver ricominciato a respirare tra le sue braccia e ricambiò il gesto con trasporto, nascondendo il viso nel suo collo.
«Non voglio perderti.» Gli sussurrò mentre cominciava a piangere.
Taehyung restò muto mentre iniziava ad accarezzargli la schiena e la testa.
«Shhh Jungkook, stai tranquillo sono qui.» Gli mormorò soltanto quando quest'ultimo cominciò a singhiozzare.
Non lo lasciò mai, finché non ebbe buttato fuori tutta la tensione e la tristezza e si calmò un po'.«Non so cosa devo fare.» Gli confessò con la voce sporcata dalla crisi di pianto che aveva appena passato.
Taehyung guardò le stelle, sospirò e poi rispose:
«Quello che vuoi Jungkook, io ti starò comunque accanto.» Prese qualche istante di pausa, poi continuò:
«Sappi solo che non ho intenzione di condividere un cammino con qualcuno che non è sereno con se stesso. Fai ciò che vuoi, ricordati solo di non prendere delle scelte solo per avere la mia approvazione, né per quella del tuo manager: falle per te e solo per te, perché a giudicarti non dev'essere nessun altro che non sia tu.»
«È per caso una variante di quando tua madre ti dice: “Fai come ti pare.” E poi ti riempie di legnate perché non hai fatto quello che le andava bene?» Sorrise.
«Questo lo scoprirai.» Ridacchiò Taehyung, pienamente consapevole di preferire solo una delle scelte di Jungkook.Il viaggio di ritorno in auto fu silenzioso, non accesero nemmeno la radio e si avvertiva nell'aria la preoccupazione di entrambi.
Taehyung però si appoggiò alla spalla di Jungkook per tutto il tempo, mente lui gli accarezzava teneramente la coscia: i problemi di uno erano appena divenuti anche quelli dell'altro senza che nemmeno se ne fossero resi conto.

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Chic
Fiksi Remaja⚠️ Avviso per correttezza⚠️ questa storia non ha una conclusione e non la avrà. Se vorrete iniziarla ugualmente, vi ringrazio e mi scuso. Taehyung è un fotografo esordiente introverso e perfezionista. Incontrerà il modello Jungkook con il quale ins...