Bois d'encens

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«Senza biancheria intima! Altrimenti ti avrei dato dei reggicalze.» Disse il signor Song mentre guardava con occhio voyeuristico Jungkook che si cambiava imbarazzato.
Quando l'opera fu completa, il modello esitò a riavvicinarsi all'uomo: voleva solamente spogliarsi e uscire dalla stanza il prima possibile a costo di correre nudo per strada.
«Ora vieni qui bambolina.» Disse l'uomo facendogli cenno di sedersi sulle sue gambe.
Jungkook si chiuse nelle spalle e fece qualche passo verso di lui.
«Coraggio, non sentirti a disagio. Sei bellissimo.» Parlava con tono estasiato, come si trovasse al cospetto di Venere in persona.
Il modello gli arrivò davanti e gli si accomodò in braccio.
La stoffa morbida dei suoi pantaloni gli dava una sensazione strana sul sedere nudo.
«Bravissmo, così, vieni da papà.» Disse sistemandogli i capelli sulla fronte e ricominciando a masturbarlo.
«Qui si è spento qualcosa bambolina mh?» Commentò, dopo aver constatato che quella situazione non doveva eccitarlo poi molto.
«Mi scusi signore.»
«Non ti preoccupare coniglietto, presto tornerà tutto come prima.»

Come previsto, in men che non si dica, il modello stava di nuovo ansimando rumorosamente, mentre l'uomo gli leccava il lobo dell'orecchio e gli baciava il collo.
Sentiva sul suo sedere l'erezione dell'altro e, consapevolmente, iniziò a strusciarcisi sopra.
L'uomo cominciò ad ansimare e ad un certo punto si fermò di nuovo.
«Basta, non ce la faccio più.» Gli mormorò nell'orecchio, per poi spostare Jungkook da sopra di sé e iniziare a togliersi i pantaloni.
Il modello nel frattempo gli tolse la giacca e gli sbottonò parte della camicia, ma si fermò non appena Seojun estrasse il suo pene eretto. A quel punto Jungkook si sputò sulla mano e cominciò a sua volta a masturbarlo.
«A-ah oddio bambolina!» Esclamò il signor Song appena il modello lo prese tra le sue labbra rosse e cominciò a fare su e giù.
Ansimava e ansimava, mentre passava la mano sul corpo accovacciato di Jungkook fin dove arrivava.
Quando Jungkook si staccò per riprendere fiato, l'uomo gli disse:
«Aspetta, fermati. Voglio scoparti. Prendimi il lubrificante per piacere, sta là.»
Quando Jungkook tornò con la boccetta, trovò l'uomo che indossava il profilattico e quasi si commosse: nessuno l'aveva mai indossato con lui e seppur usato, almeno si sentiva rispettato.
«Vieni bambolina, vieni da papà.» Disse, poi gli si avvicinò e lo baciò vogliosamente, infilandogli le mani sotto alla gonna e palpeggiandogli le natiche.
Lo prese per mano e lo portò di nuovo sul divano, dove lo fece accomodare a novanta gradi, iniziando a leccare voluttuosamente il suo ano con gusto e a penetrarlo con la lingua.
Non aveva mai sperimentato quella pratica su di sé e adesso capiva il motivo per cui Taehyung si eccitava tanto quando glielo faceva.
«Taehyung...» Pensò e se dapprima avvertì un profondo senso di colpa al suo pensiero, il solo immaginarselo in una situazione del genere lo eccitava così tanto da portarlo sull'orlo dell'orgasmo.
«S-signore la prego...» Lo implorò.
Al che, con un sorriso compiaciuto, il signor Song lubrificò a dovere il proprio membro e gli entrò dentro in un solo colpo, iniziando subito a scoparlo, senza nemmeno dargli il tempo di abituarsi.
Dopo interi minuti in cui Jungkook ansimava e gemeva mentre l'altro lo possedeva, sentì di non riuscire più a trattenere il proprio orgasmo.
«Si-gnore ci sono.»
«Aspetta ragazzo, aspetta.» Gli ordinò, aumentando la velocità delle spinte.
«A-ah oddio, oddio!» Esclamò il modello contorcendosi, nel momento il cui l'altro gli schiaffeggiò violentemente il sedere. Si tenne la punta del pene per non venire, ma era già troppo tardi.
«Signore n-non ce la faccio.» Affermò e si eiaculò violentemente nella mano, continuando ad ansimare mentre anche l'uomo raggiungeva il limite.
Uscì da dentro di lui e si tolse il preservativo.
«Girati, voglio venirti in faccia principessa.» Gli ordinò trafelato e così fece, riempiendogli le labbra dischiuse di liquido bianco traslucido.

«Aspetta, ti do una salvietta per pulirti ragazzo.» Lo informò e subito dopo tornò con il pacchetto. Jungkook aveva gli occhi chiusi, ma sentì sul viso il tocco delicato dell'uomo che lo ripuliva attentamente.
Appena poté vedere di nuovo, scoprì che il signor Song gli stava porgendo sorridente l'intero pacchetto per ripulirsi anche le mani.
«Sei stato bravissimo coniglietto.» Gli disse, facendolo nuovamente accomodare sul divano e accarezzandogli i capelli.
«G-grazie signore.» Rispose lui titubante.
«Puoi rivestirti adesso e... vuoi un altro po' di tè?» Gli domandò, mentre anche lui si rivestiva.
Aveva davvero un bel fisico, chissà perché si abbassava ad adescare ragazzi, quando avrebbe potuto avere chiunque lui volesse. Poi gli guardò la mano sinistra e vide una fede nuziale avvolgere il suo anulare. Tutto spiegato.
«Sì grazie signore, ho un po' di sete.»
«Ecco a te.»

Non si fece così tanto schifo quando tornò a casa nel tardo pomeriggio, forse perché sotto sotto gli era anche piaciuto, ma allo stesso tempo provava un incredibile senso di colpa nei confronti di Taehyung: ben più del solito.
«Davvero ne vale la pena?» Si domandò.
Quando aveva iniziato il suo percorso, era ben convinto che avrebbe fatto di tutto per coronare il suo sogno: dopotutto era sempre stato convinto che in molte situazioni il fine giustificasse i mezzi. Adesso tuttavia, di fronte al sentimento che aveva iniziato a provare per Taehyung, non era più tanto sicuro di voler continuare a dividersi tra quelle attività moralmente dubbie e il sentimento nei suoi confronti.
«In fondo a chi faccio del male?» Si chiese, nel tentativo di giustificare le sue azioni, ma la risposta gli balenò in mente subito dopo, colpendolo come un'epifania:
«A me stesso e a Taehyung.»
Lo trovò inaccettabile: era come se il legame che stava costruendo con lui lo spingesse a provare più amor proprio di quello che avesse mai creduto di poter avere.
In quel momento prese coscienza che le sue due vite si trovavano così tanto in contraddizione, da non poter continuare a proseguire parallele: una delle due andava stroncata prima che potesse danneggiare lui e chi lo amava. Ma quale delle due?
Da un lato il proprio lavoro e il coronamento del suo sogno professionale, dall'altro un rapporto appena nato, significativo, certo, ma pur sempre instabile come lo era ogni rapporto di quel tipo.
Si sedette sul letto, con lo sguardo perso nel vuoto a rimuginare. Avrebbe volentieri cercato consigli, ma da chi? Il suo manager gli avrebbe sicuramente consigliato di mantenere la carriera, Taehyung di mantenere la loro relazione. Il dramma era che non conosceva altri che lo potessero aiutare a scegliere ed era il dramma di ogni esordiente dell'ambiente: quello era un mestiere che rendeva soli.

Prese il cellulare e controllò il messaggio. Era delle 07:46 del mattino e recitava: "Buongiorno Kookie, come va stamani? Che combinerai oggi?"

Rispose con parole piene di bugie, ma che sarebbero riuscite a lenire l'animo del fotografo. Almeno il suo...

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