Rose Kabuki

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Driiiiiin driiiiiin driiiiiin

Jungkook si rigirò tra le lenzuola con movimenti sconclusionati, alla ricerca del suo cellulare che gli intimava di svegliarsi. Si maledisse per aver puntato l'allarme così presto, quando sapeva perfettamente che quella notte non sarebbe riuscito a dormire bene. Andava sempre così prima di un evento importante: la sera prima andava a letto presto, sperando di addormentarsi velocemente e invece passava ore a cercare una posizione comoda rimuginando su che cosa avrebbe fatto il giorno successivo.
Non era stato diverso quella volta, ma oramai aveva accettato la cosa e comunque doveva allenarsi prima delle prove nel pomeriggio.
L'aspetto del suo fisico gli aveva sempre premuto particolarmente e non riusciva a ricordare tutti gli sport che aveva praticato per mantenersi allenato e tonico, ma alla fine l'unico che aveva scelto era il più elementare di tutti: la palestra.
Quando si allenava non pensava a nulla e l'esercizio individuale lo aiutava a sfogare le energie mentali oltre che quelle fisiche, meglio di qualsiasi strizzacervelli che avesse mai provato.

Aprì gli occhi, dopo essere riuscito a tentoni a premere un tasto sul suo cellulare per far cessare quel trillo fastidioso che lo aveva strappato al suo amato sonno e si ritrovò nella camera che ancora non riusciva a sentire come la sua.
Nonostante appena sveglio non ricordasse nemmeno il suo nome, sentiva che aveva una fame da lupi quella mattina, così si alzò, passò dal bagno a sciaquarsi il viso ed entrò in cucina per godersi la sua colazione a base di müesli proteici e frutta secca.
«Buongiorno Jungkook.» Lo salutò da dietro uno dei suoi coinquilini.
«Giorno Eunwoo.» Rispose il ragazzo ancora intontito, girandosi verso di lui. Lo vide già vestito di tutto punto, mentre dal suo scaffaletto nella dispensa prendeva una bottiglietta d'acqua.
«Dove vai a quest'ora?» Gli domandò incuriosito.
L'altro gli sorrise.
«Ti ricordi l'agenzia a cui avevo portato il CV e il portfolio? Ecco mi hanno ricontattato ieri sera per un colloquio.» Disse con voce ricolma di speranza.
«Alle sette del mattino? Vogliono testare subito la tua puntualità.» Ridacchiò. «Buona fortuna allora.» Augurò sinceramente felice per l'opportunità offerta all'amico.
«Grazie mille, spero di avere il tuo culo ed essere assunto subito. Incrocia le dita per me.» Parlò in tono scherzoso, ma il suo nervosismo era evidente mentre lentamente usciva dalla cucina e andava verso l'ingresso.
«Pregherò per te, promesso.» Gli urlò dietro Jungkook, vedendosi rispondere con un bel dito medio alzato e un sorriso a 32 denti.

*   *   *

«Bell'investimento ha fatto Hyuna.» Disse il signor Wang camminando sul marciapiede di fianco a Taehyung, mentre guardava la nuova audi A1 della collega passare di fronte a loro ed entrare nel parcheggio interrato dell'edificio.
«Deve averla trovata usata... oppure sarà una di quelle aziendali a km 0? Tu che dici?» Chiese ancora concentrato sulla strada.
Taehyung camminava assorto con la sua valigetta del PC e l'espressione intontita di chi non sta facendo minimamente caso a ciò che gli capita attorno.
«Taehyung! Stai dormendo in piedi?» Esclamò Jackson divertito.
Il ragazzo sussultò a quel richiamo e lo guardò confuso e terrorizzato.
«Come signore? No, non sto dormendo.» Balbettò con voce impastata.
«Hai fatto serata ieri eh? Buon per te.» Ridacchiò il signor Wang.
«Veramente signore n-no. Ho lavorato fino a tardi al nuovo servizio per l'agenzia di modelli.» Mentì, ma solo un poco dato che era stato veramente a preparare un servizio, ma per Jungkook.
«Per questo oggi ti servono quei pezzi dal magazzino dei costumi eh?» Domandò Jackson retorico.
«Esatto signore.» Gli rispose il fotografo laconico.
«Ahh ragazzo, devi essere un po' più rilassato o questi ritmi ti distruggeranno.» Iniziò il signor Wang. «Prendi il centralinista ad esempio... come si chiama?» Tacque un attimo. «Kyuhyun! Ecco prendi lui: non muove un dito dalla mattina alla sera e la sua unica preoccupazione è provarci con i nuovi arrivati e limarsi le unghie sopra ai telefoni, ma hai visto che bell'aspetto che ha per la sua età?»
«Non sono molto d'accordo sul bell'aspetto, ma prosegua.» Incalzò Taehyung, schifato al solo pensiero del suo alito all'odore di cipolla, o forse erano le ascelle?
«Va be' comunque se hai notato non ha una ruga in viso. Ecco tu dovresti essere un po' come lui.» Asserì Jackson.
«Dovrei molestare i ragazzini?» Domandò il ragazzo ridendo sotto ai baffi.
«Ma no! Dovresti prendere le cose un po' come vengono e non stare a progettare tutta la tua vita nei minimi dettagli o ti ritroverai a 30 anni con i capelli tutti bianchi come mia nonna.» Disse con enfasi.
«Va be' signore mi perdoni, ma io progetto il mio lavoro, mica la mia vita.» Controbatté il ragazzo, ricevendo in risposta un'alzata di sopracciglio.
«Il tuo lavoro non è forse la tua vita Taehyung?» Gli chiese e, senza nemmeno dagli il tempo di ribattere, continuò: «Non ti sto dicendo di mandare tutto in vacca e fare le cose a caso, ma solo di rimuginare un po' meno sulle questioni, ecco.» Concluse mentre entrambi varcavano la soglia del palazzo.
«Va bene signore, credo di aver capito e ci proverò. Grazie.» Gli riservò un sorriso così sincero e cristallino da fargli risplendere di gratitudine tutto il volto. Jackson rimase un po' stupito da come una persona potesse cambiare così repentinamente il proprio stato d'animo, solo con delle semplici parole e gli sorrise a sua volta.
Si salutarono con voce affettuosa quando presero strade diverse all'uscita dall'ascensore.

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