«Tu non hai fatto colazione stamani.»
Asserì Jungkook con aria intenerita dopo aver sentito i rumori provenienti dallo stomaco del fotografo.
Stavano ancora nella stanza, entrambi in piedi, mentre il modello confrontava il locale con quello di fronte dove alloggiava lui, trovando moltissime somiglianze nell'arredamento.
«No, ma che ore sono scusa?» Domandò con aria stupita Taehyung
«Quasi l'una, oramai ti conviene pranzare direttamente.»
«Mh direi di sì.» Concordò pensieroso. Rifletteva su quanto fosse passato veloce quel tempo e adesso che si erano ritrovati, non erano rimaste che poche ore per stare insieme.
Jungkook sembrò leggere quel suo tono assente con la stessa facilità con la quale un professore legge l'alfabeto in una classe e chiese:
«Giù in piazza c'è un bar buonissimo che cucina anche piatti completi. Hai voglia di andarci insieme?»
A Taehyung corse una scintilla negli occhi.
«Cosa cucinano di buono?»
«Quello che vuoi: riso e pollo, kimchi, persino la pasta e il prezzo non è nemmeno così esagerato.»
«Se mi dici che c'è la pasta, come posso rifiutare?»
«Io poi verso le due sarebbe meglio che cominciassi a rientrare perché vengono a prendermi per prepararmi alla sfilata di stasera.»
«Così presto?» Chiese il fotografo con una punta di delusione.
«Purtroppo sì, dobbiamo mangiare presto e allenarci nel pomeriggio per apparire al meglio questa sera.»
«Non c'è un corpo che appaia meglio di un corpo felice. Non capirò mai questa vostra vita di privazioni.»
«Far apparire i nostri corpi felici è il tuo lavoro infatti, non il nostro.» Disse quelle parole con tono amaro, poi mostrò il sorriso più dolce che Taehyung avesse mai visto indosso a chiunque. Quel contrasto di percezioni stranì Taehyung che non capì bene come prendere quell'affermazione, così la lasciò semplicemente scivolare via.
«Andiamo? Non vorrei farti fare ritardo.
«Andiamo.»Oltrepassarono il labirinto di corridoi che portava all'uscita mentre il fotografo raccontava di come avesse più volte rischiato di perdervicisi all'interno e del suo amico Mark che al telefono gli dava indicazioni su come ritrovare la strada giusta a notte fonda, tornati dalla sfilata della sera precedente.
Uscirono dall'hotel e Jungkook lo accompagnò fino a questo famigerato bar.
«Ma come cavolo lo hai scovato?» Fu la primissima domanda che Taehyung pose sorpreso appena vide l'esterno.
Sorgeva in una parte dimenticata della città e vi si arrivava sì dalla piazza dell'hotel, ma attraverso vicuccioli stretti che a nessuno sarebbe mai venuto in mente di percorrere. Costruito in pietra grigia levigata, sembrava una casetta medievale piovuta in mezzo al paese. L'edificio era circondato da un bel giardino recintato e la passerella lastricata che portava dal cancello all'entrata era ricoperta da una tettoia di edera verde. Dall'esterno pareva un set fotografico, tanto che Taehyung pensò di trovarsi davanti a un pannello pitturato ad arte piuttosto che a un vero bar.
«Tripadvisor.» Rispose candidamente Jungkook.
Camminando sul lastricato notò che sull'erbetta verde erano stati sistemati tavoli e sedie in ferro battuto, e altre varie conche di fiori dei tipi più disparati tra cui gerani e viole.
Una volta entrati furono fatti accomodare nei tavoli coperti sul retro, dove stava un altro giardino di forma rotonda e piastrellato solo al centro, mentre ai bordi c'era la nuda terra sulla quale cresceva del trifoglio. Dalla copertura a pergola in legno pendevano vasi di fiori gialli, bianchi e viola, tutti attaccati con delle catenelle al soffitto impermeabile.
«Questo posto è meraviglioso.» Era l'unica cosa che il fotografo riusciva a dire e pensare non sapendo come esternare il suo stupore e il suo giubilo nel trovarsi lì.
«Hai finito di dirlo?» Ridacchiò Jungkook dopo aver ordinato del pollo con riso.
«Non riesco a dire altro perdonami, cioè hai visto che bello?»
Mentre si guardava intorno estasiato dai colori e dai profumi, non si rendeva conto che Jungkook aveva invece occhi solo per lui: gli piaceva vederlo felice mente osservava con stupore ciò che lo circondava. Pensò non ci fossero occhi più belli dei suoi mentre, con la boccuccia leggermente aperta, vedeva una farfallina svolazzargli intorno e posarsi sulle sue dita.
Restò un attimo lì e poi se ne andò come era venuta. Taehyung guardò prima la sua mano, poi Jungkook e senza smettere per un secondo di sorridere gli chiese: «Hai visto Jungkook?»
Sembrava essersi dimenticato del suo volto malconcio, della sfilata, del fatto che forse non si sarebbero mai più rivisti: in quell'istante aveva addosso lo sguardo più puro che un adulto della sua età potesse mai sognare di indossare e gli stava magnificamente, più di qualsiasi abito griffato avesse mai vestito, più delle scarpe di cuoio, più del trucco. Non esistevano parole per descrivere quello che Jungkook provò vedendolo così, un misto indistinguibile tra volontà di proteggerlo e bisogno di baciarlo. Si limitò ad arrossire e a rispondergli: «Pensava che tu fossi un fiore.»
A quel punto fu Taehyung ad arrossire terribilmente.

STAI LEGGENDO
Chic
Novela Juvenil⚠️ Avviso per correttezza⚠️ questa storia non ha una conclusione e non la avrà. Se vorrete iniziarla ugualmente, vi ringrazio e mi scuso. Taehyung è un fotografo esordiente introverso e perfezionista. Incontrerà il modello Jungkook con il quale ins...