Lo guardo, non sta guardando più me ma la strada, come se non mi avesse detto nulla.
«Cosa?», chiedo incredula, lui non mi risponde, «papà», lo chiamo ma sembra non ascoltarmi.
«Hai fatto molto peggio nella tua vita, no? Come ti sei comportata dopo la mia morte, quando non ti importava più di nulla né di nessuno, come hai trattato tua madre.. Chissà cosa avrà mai fatto quella povera donna da essersi dovuta prendere in casa due pesi morti come noi, eh?», sogghigna lasciandomi senza parole, «un ubriacone e una drogata».
Sto per rispondergli ma quando lo guardo noto che la sua espressione è diventata profondamente triste.
Probabilmente anche lui si pente di molte delle sue scelte alle quali ormai non può più rimediare.
«Accidenti», dice poi, «ti devo lasciare ora».
«Come? No, aspetta..».
«Mi dispiace piccola ma devo andare», mi zittisce velocemente. Non capisco, lo guardo per poi tornare a guardare la strada.
Noto davanti a noi un semaforo che sta per diventare rosso.
«Papà, è rosso», lo informo ma di nuovo non mi risponde, «papà!», inizio ad agitarmi vedendo che non sta facendo nulla per fermare la macchina, anzi, sembra accelerare.
Cerco di fermarlo, afferrò il volante ma è come incollato.
Non riesco a sterzare, a frenare, nulla.
Ormai è troppo tardi.
Vedo due fari dietro di lui, sento il clacson di un camion rimbombarmi nelle orecchie ed una luce accecante ci avvolge.

La ragazza nel Sottosopra (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora