Alzo gli occhi, vedo la neve intorno a me e quell'incrocio di strade vuote ormai mio nemico.
Giro la testa verso destra, vedo mio padre intento a cercare la chiave nelle tasche.
Abbasso lo sguardo verso la mia mano, la tengo strette, ricordandomi la frase della me stessa: "usala, oppure no".
Decido di non farlo, di ignorare quell'uomo e di proseguire dritto.
Ma non appena faccio qualche passo, mi sento chiamare.
«Signorina?», lo ignoro, «signorina?!», alza la voce, «signorina non è che ha visto una chiave?», insiste.
Continuo a camminare senza voltarmi ma poco dopo me lo ritrovo davanti che mi sbarra la strada.
«Credo che lei abbia qualcosa di mio», dice con voce seria, mi fa quasi paura.
«No, si sta sbagliando», cerco di evitarlo ma lui mi afferra la mano dove sto tenendo stretta quella chiave, riesce a prenderla.
«Che insolente..», commenta per poi tornare verso la macchina.
Lo seguo cerco di fermarlo in tutti i modi ma niente.
Sale in macchina, accende, lo vedo partire.
«Aspetta!», grido mentre cerco invano di corrergli dietro.
Vedo il semaforo rosso, ormai è troppo tardi, lo supera ed un camion li travolge in pieno.
Delle lacrime mi scendono dagli occhi, cado sulle ginocchia, inizio a piangere mentre guardo quella macchina sfasciata in lontananza.

La ragazza nel Sottosopra (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora