Inizio a piangere.
Le ginocchia mi cedono e crollo a terra.
«Hai ricordato», mi dice con voce rotta.
«Jeremy...io...», non riesco nemmeno a terminare la frase, ho come una morsa al cuore. Non merito di vivere, non merito niente.
Mi abbraccia, gesto che non aspettavo; come a dirmi che per lui è tutto okay, che ha superato la cosa, che non ce l'ha con me ma io..
D'un tratto appare davanti a noi una specie di vortice bianco.
Sento un'aria gelida dentro di esso; guardo Jeremy che è sorpreso quanto me.
«Siete giunti alla fine», sentiamo una voce profonda, come quella che avevo sentito poco prima, rimbombare nel vuoto.
Ci guardiamo non capendo chi sia.
«Elliot. Oltrepassata la porta, ti condurrà al tuo destino», dice, che significava? Morirò? Sono già morta? Andrò all'Inferno? Tornerò in vita? Se vuol dire questo porterò Jeremy con me.
«Jeremy, andiamo», dico molto seriamente, prendo la sua mano e faccio un passo in avanti, ma vengo fermata da una forza più grande di noi.
«No. Lui non può passare», dice molto severamente.
«Come non può passare? Se io vado, lui viene con me», alzo la voce, inizio ad agitarmi tenendo sempre più stretta quella mano.
«Il suicidio non è giustificato».
«E l'omicidio si?! Chi sei tu per deciderlo?», chiedo, non risponde.
«Elliot vai», mi incoraggia Jeremy, lo guardo ed iniziano a scendermi delle lacrime sul viso.
«No..Jeremy..no», singhiozzo, noto che anche lui ha gli occhi lucidi ma poi abbassa lo sguardo.
«Addio», dice, prima di spingermi dentro quel vortice. Grido il suo nome mentre vedo il suo volto allontanarsi sempre di più per poi finire nel buio totale.

La ragazza nel Sottosopra (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora