Un Bel Inconveniente

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Spegne la moto appena davanti al fast food. Che brutta idea la mia.
<<Angioletto.>> spinge la porta a sé e mi fa entrare <<Cosa ti va?>>
<<Ti avevo detto che dovevi portarmi a casa.>>
<<D'accordo, faccio io.>> mi giro e trovo una vasta scelta di tavoli vuoti, non c'è davvero nessuno. Ne prendo uno vicino alla finestra e mi metto sulla poltrona bianca iniziando a pensare a vari modi per ucciderlo. Mi stendo sul tavolo e mi godo i raggi di sole che mi scaldano la pelle. Forse dovrei andarmene. O forse potrei scappare, potrei ficcarmi dentro un negozio a caso non mi troverà mai.
<<Alla fine ti trovo sempre.>> alzo lo sguardo verso l'un metro e novanta chissà quanti centimetri che tiene due vassoi in mano.
<<Cosa?>>
<<Seduta, ti ho trovata.>> indica i posti del tavolo e scuoto la testa <<La scelta è tua.>> due panini, coca-cola e patatine.
<<Hai buttato i tuoi soldi.>> incrocio le braccia.
<<Non fare la difficile.>> lo guardo senza espressioni e sbuffa <<D'accordo, se mangi potrai chiedermi tutto ciò che vuoi.>>
<<E qual è stata la parte in cui io avrei detto che voglio sapere qualcosa su di te?>> alza un sopracciglio e sulle labbra gli si apre il primo sorriso.
<<D'accordo, mangia, altrimenti ti lascio qui.>>
<<Non oseresti.>>
<<Non sai cosa oserei.>> alla sua affermazione sento un strana sensazione allo stomaco. Giro il vassoio e apro la scatola.
<<Quindi ti chiami Edoardo.>>
<<Già.>>
<<E quanti anni hai?>>
<<Diciannove.>>
<<Sei sempre così scorbutico e arrogante?>> sembra pensarci su mentre sorseggia la coca-cola.
<<Sì.>>
<<Una persona con quelle caratteristiche non coccolerebbe un gatto randagio.>>
<<Ma abbindolerebbe una ragazza portandola fuori città.>>
<<Non mi farai nulla.>>
<<Ne sei così sicura?>>
<<Ne sono sicurissima.>> si passa la lingua sui denti e sorride.
<<Quanti anni hai, Aurora?>> calca il mio nome lentamente.
<<Diciassette.>>
<<E quando la maggiore età?>>
<<Marzo.>>
<<Più specifica?>>
<<Il quattordici.>>
<<Chi era quello di prima?>>
<<Ti interessa?>>
<<Te lo avrei chiesto?>>
<<Il mio ex.>>
<<Ex per?>>
<<Non sono affari tuoi.>> sorrido.
<<Che impicci hai con Alessandro?>>
<<Anche questi non sono affari tuoi.>>
<<Lui ti piace?>>
<<Continuano a non essere affari tuoi.>>
<<Dammi la mano.>> mi mostra il suo palmo.
<<Evapora.>>
<<Ti da fastidio se le persone ti toccano?>>
<<Non vado pazza per il contatto fisico.>>
<<Il contatto fisico è fondamentale.>>
<<Non sempre.>>
<<Che voglia è quella che hai dietro il collo?>> istintivamente la sfioro con le dita.
<<E tu come lo sai?>>
<<Osservo i dettagli.>>
<<Non farlo con me.>>
<<Non hai risposto alla mia domanda.>>
<<Cappuccino.>>
<<Quindi ti piace.>>
<<No, non mi piace il caffè.>>
<<Sei un controsenso vivente. Hai mai avuto un incidente?>>
<<Tipo il tuo da piccolo?>> ma la mia ironia gli strappa una risata <<No.>>
<<Sei vergine?>> la sua domanda mi coglie completamente alla sprovvista ma decido di non scompormi minimamente.
<<Pesci.>> sorrido. <<Perché mi hai fatto tutte queste domande?>>
<<Per farmi un'idea di te.>>
<<Non fartela. Sbaglieresti in ogni caso.>>
<<Certo.>>
<<Vado un attimo al bagno.>>
<<È un invito a seguirti?>> chiede lui con un un sorriso beffardo.
<<Vuoi un pugno in faccia?>>
<<Avrei preferito seguirti.>> scuoto la testa e giro l'angolo per andare al bagno, mi appoggio al lavandino e mi lavo le mani. D'improvviso mille pensieri mi colpiscono in testa, e il primo è mia madre. Afferro il cellulare dalla tasca e noto di aver perso sette chiamate. Come ho fatto a non sentire la vibrazione? Il mio cuore arriva dritto in gola e mi affretto ad uscire dal bagno, quando torno al tavolo di Edoardo neanche l'ombra. Mi avvicino verso l'uscita e finalmente lo trovo che gioca e parla con un cagnolino che gli mordicchia le dita. Scorbutico e arrogante. Schiarisco la voce e si rimette subito in piedi infilando le mani in tasca.
<<Potresti riaccompagnarti a casa?>> ho un vuoto allo stomaco allucinante. Monto in sella e chiudo il casco, Edoardo continua a nutrire questa lontana speranza che io mi aggrappo a lui, cosa che non succederà mai. Dopo essere usciti dal parcheggio, essere passati accanto l'aeroporto e percorrendo la via sotto casa mia gli urlo di fermarsi prima <<Io scendo qua.>>
<<D'accordo.>> inizio a correre ma all'improvviso mi giro verso Edoardo.
<<Grazie.>> borbotto e lui ricambia con un alzata di testa. Corro in modo così veloce che in un attimo arrivo sotto casa e trovo mia madre al portone con il cellulare in mano.
<<Adesso sali a casa e ci resti per un mese! Dove sei stata? Dove eri?!>> urla. Cerco di riprendere fiato trovando appoggio sulle ginocchia, mi rialzo e mi avvicino a mamma toccandole una spalla.
<<Va tutto bene.>>
<<Aurora, sei tornata. Hai già mangiato?>> apre il portone lentamente. Dal riflesso intravedo Edoardo, ma anche con la visiera oscurata sento i suoi occhi su di me. Quando salgo a casa filo dritta in camera e mi butto sul letto prendendo il cellulare in mano.
Anche Alessia mi ha cercata più volte.

*AURORA DOVE SEI?? RISPONDIMI!*
*MA SEI MORTA?*
*STAI DORMENDO HO CAPITO!*

"Ma sei morta?"
"Sono tornata ora a casa, sono stanchissima."
"Perché? Dov'eri?" silenzio totale "Aurora, dov'eri?!"
"Con Edoardo."
"Chi è Edoardo?"
"Un ragazzo di quel gruppetto che ti dicevo."
"Cosa?!"
"Eh..."
"Racconta, dai!"
"Stavo all'uscita e mi ritrovo Raffaele davanti che voleva parlarmi, ha iniziato a dire che gli mancavo, che non era lì se non mi amava davvero."
"Che stronzate, è solo un coglione."
"Poi questo sbuca dal nulla e quindi boh, mi ha dato un passaggio lui, però prima mi ha portato al mc e da lì a casa, niente di che."
"Ma tu dovevi metterti con Nicola, chi è mo sto Edoardo?"
"Ma io non mi metto con nessuno, è stato solo un inconveniente quello di oggi."
"Un bell inconveniente forse."
"Un bell inconveniente, sì." dal nulla mi ritrovo a sorridere come una scema quando penso alla risata di Edoardo.
"Stai sorridendo?"
"No!"
"Oddio ti piace!"
"No, non mi piace, non lo conosco neanche."
"E allora conoscilo!"
"Ti ho detto di no!"
"Edoardo?"
"Sì, perché?"
"Nulla..." il tono di voce l'ha tradita, so che sta facendo qualcosa.
"Cosa stai facendo?"
"Niente."
"Alessia!"
"Sto parlando con mia cugina!"
"Mhmh.."
"Non ha nessuna foto su Instagram, però è taggato in quelle di Francesco... Ma che figo! Se vengo davanti scuola tua me lo fai conoscere?!"
"Ma che stai dicendo!? Ma che stai facendo!?"
"Ho iniziato a seguirlo." dice "Dal tuo profilo." almeno dieci secondi in cui il cuore smette di battermi.
"Alessia, spero stai scherzando." apro Instagram in fretta e in furia e cerco il suo nome "Mi ci hai fatto fare una figura di merda."
"Ma quale figura di merda! Almeno adesso capisce che vuoi fare amicizia."
"Ma io non ci voglio fare amicizia!"
"Com'era? Dai che stavolta è la volta buona!"
"No basta non apro più Instagram, anzi, cambio la password."
"La scoprirò."
"Non succederà."
"Comunque sia adesso devo andare a giocare con i miei, ci sentiamo dopo."
"Se non dormo."
"Sennò ti sveglio."
"Metto la modalità aereo."
"Che acida mamma mia."
"Dai attacca tu."
"Ok."
"Alessia non ci provare!"
"No dai, attacca tu!"
"Okay." poggio il cellulare accanto a me e mi stiracchio ma lo riprendo quando mi arriva una notifica, due, tre.

*Edoardo Palmieri ha iniziato a seguirti.*

<<Palmieri.>> sbuffo e mi dimeno sul letto. Alessia ti ucciderò.

Il Mio Cuore Chiede Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora