<<Come fa? Come fa?>> mentre io cerco di riprendere il fiato perso per le risate, Tiziano ed Edoardo si stanno sfidando in mezzo all'autostrada per arrivare per primi al cinema. Ovviamente rispettando la legge, più o meno. Con Tiziano ci siamo io, Alessia e Nicola, mentre Francesca ci ha voluto tradire con Edoardo, Francesco ed Anibal.
<<Dovresti essere su questa macchina, traditrice!>> mi urla Edoardo puntandomi un dito contro a qualche metro dalla mia parte del passeggero.
<<Non chiamare traditrice la mia migliore amica!>> lo minaccia Tiziano.
<<Ehi.>> alzo le mani in aria <<L'unica traditrice l'avete in macchina con voi!>>
<<Potete iniziare a tirare fuori i soldi per i biglietti stronzi!>> Edoardo da gas, ma dopo qualche incoraggiamento Tiziano riprende in mano la situazione.
<<Cerco un centro di gravità permanente!>> urla Alessia mentre usa la mano di Nicola come microfono <<Che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose e sulla gente!>> mi giro a guardarla scoppiando a ridere.
<<Tiziano!>> l'urlo di Alessia e il terrore nei suoi occhi mi fanno girare di scatto verso la strada, ed è in questo momento che il mio cuore si ferma. E l'ultima cosa che vedo è una macchina che ci arriva dritta sulla fiancata facendoci arrivare dalla corsia di sorpasso, a non so dove, perché i miei occhi mi abbandonano.
Urla, urla e urla. La macchina fa due, tre giri su se stessa e gli airbags ci scoppiano in faccia per poi scontrarsi con forza contro qualcosa. La mia testa arriva allo specchietto e sento le schegge che mi bucano la pelle mentre il sangue mi arriva dritto al cervello, e da lì, il nulla più totale. La musica si è fermata, tutto si è fermato, solo un lungo e acuto fischio che mi scoppia le orecchie. Urlo, il nome di Alessia, quello di Nicola, quello di Tiziano ma non sento nessuno, non sento nessun rumore. Mi tolgo la cinta e casco di schiena sul tetto del veicolo e l'unica cosa che riesco a vedere è fumo bianco ovunque.
<<Alessia!>> delle mani mi afferrano la vita per poi farmi passare dal finestrino e far scontrare il mio braccio con un vetro rotto che mi trafigge la carne.
<<Aurora! Aurora!>> passo lo sguardo dalla macchina ribaltata agli occhi spalancati di Edoardo e pian piano da una scena a rallentatore tutto diventa più limpido <<Aurora!>> guardo verso la macchina e non riesco a respirare. È distrutta. Alzo lo sguardo e vedo Alessia a terra con Nicola e il resto del gruppo che ci guardano spaventati a morte. Mi levo con forza dalle braccia di Edoardo e corro verso la mia migliore amica.
<<Oddio.>> mi accoglie tra le braccia e inizia a passarmi la mano tra i capelli <<Aurora, stai sanguinando.>> mi mostra la mano e mi passo le dita sulla testa uscendone con una montagna di sangue che cola da quest'ultime.
<<Non fa nulla, stai bene?>> mi annuisce preoccupata <<E tu?>> anche Nicola.
<<Tiziano, dov'è Tiziano?>> mi alzo da terra di scatto e mi ritrovo Anibal davanti che mi blocca dalle spalle.
<<Aurora.>> mi guarda negli occhi e il cuore mi si ferma.
<<Dov'è Tiziano?>> gli stringo il collo della felpa e guardo dietro le sue spalle, e l'unica cosa che vedo è il mio migliore amico steso a terra. Corro verso di lui e mi butto in ginocchio non notando il dolore che ho in questo momento <<Tiziano.>> lo afferro per la felpa e inizio a smuoverlo su se stesso <<Ehi, svegliati.>> più gli tocco il viso e più lo sporco di sangue <<Svegliati Tiziano, ti devi svegliare.>> ha schegge di vetro ovunque, una pozza di sangue sotto la testa e la felpa rossa <<Tiziano di prego, ti supplico devi svegliarti.>> un filo di voce mi esce dalla bocca mentre le lacrime minacciano di uscire. Non posso piangere. Non devo piangere.
<<Aurora...>> le mani di Francesco mi afferrano le spalle.
<<No!>> urlo più che posso ma non cambia nulla. Il mio migliore amico non si sveglia. Mi ci sdraio accanto e lo abbraccio senza smettere di stringergli la felpa <<Ti prego, non puoi andartene. Ho bisogno di te. Devi svegliarti.>> le urla di Alessia e i pianti di Francesca. E sento anche le sirene dell'ambulanza. Rosso, rosso e rosso. Tutto intorno diventa rosso, un'ambulanza che si ferma a pochi metri da noi. Chiacchiere, urla, calci, infermieri che corrono a destra e sinistra.
<<Aurora, sei Aurora giusto?>> mani che cercano di allontanarmi da Tiziano.
<<Mi dispiace tanto, mi dispiace tanto.>> ma non ce la faccio, non ho più le forze.
<<Ti senti bene? Dimmi il tuo nome. Quanti anni hai? Come si chiama tua madre? Mi senti?>> vedo il corpo del mio migliore amico che continua a stare fermo mentre un telo bianco lo copre dalla testa ai piedi <<A che scuola vai? Hai fratelli? Animali?>> lo posano sulla barella e lo caricano sull'ambulanza <<Sai dirmi come ti chiami?>> le porte si chiudono e mentre un'ambulanza parte un'altra arriva.
<<Aurora...>> continuo a fissare il punto in cui il veicolo esce dalla mia vista.
<<Ciao Aurora, io sono Federica, sai dirmi quanti anni hai?>> una luce bianca continua ad apparirmi davanti gli occhi.
<<Si riprenderà, vero?>> guardo sopra le spalle della ragazza che ho qui davanti a me e mi porto una mano alla bocca. Alessia e Nicola sono dentro un'altra ambulanza mentre guardano il vuoto. Francesco e Anibal stanno parlando con dei carabinieri e... Edoardo. Mi guarda e viene verso di me.
<<Posso... Per favore.>> guarda l'infermiera che si avvicina poi a Francesca <<Aurora...>> nel momento in cui le sue braccia mi avvolgono completamente, crollo definitivamente iniziando ad urlare <<Mi dispiace così tanto.>> sento il suo petto muoversi su e giù e l'unica cosa che riesco a fare è crollare sull'asfalto ghiacciata di fine febbraio <<Ti prego.>> mi afferra il viso tra le mani e inizia ad asciugarmi le lacrime <<Sei... Aurora, ti prego fatti- fatti curare, stai sanguinando. Fatti curare e andiamo a casa.>> piange più di me.
<<Non potete andare a casa ragazzi, dovete venire in ospedale.>>
<<Voglio andare a casa... Voglio andare a casa ti prego.>> affondo la testa nel petto di Edoardo.
<<Adesso devi dormire.>> e pian piano, tutto intorno, diventa sempre più scuro.Le luci fredde al neon attaccate al soffitto mi fanno aprire pian piano gli occhi. Provo a rigirarmi su un fianco ma una serie di dolori, non so da dove provenienti, mi bloccano l'idea. Mi guardo le mani e mi scende una lacrima quando vedo un ago che mi prende in pieno la vena e a stenti blocco il vomito in gola. Strappo lo scotch che lo tiene fermo e lo stesso faccio con quello nel braccio. Levo il lenzuolo bianco da sopra il corpo e mi ritrovo in un camice da ospedale, guardo le mie gambe e trovo una montagna di lividi e cicatrici, lo stesso sulle braccia e il petto.
<<Aurora.>> Alessia entra di corsa e si stende pian piano accanto a me abbracciandomi.
<<Come stai?>> l allontano per guardarla e a parte qualche graffio sul viso sembra stare bene.
<<Io e Nicola bene, stare dietro ci ha salvati per modo di dire, te invece?>>
<< Tiziano?>> ma tutto il suo silenzio è già in parte una risposta.
<<Non ce l'ha fatta.>> le lacrime le bagnano il viso e il cuore mi si spezza. Abbraccio Alessia con tutte le mie forse e provo a toglierle tutto il dolore che posso <<La macchina vi ha preso proprio in pieno e gli si rotto il collo. Tiziano è morto.>>
<<Mi dispiace...>> cerco di scacciare dalla testa l'immagine del suo viso pallido, di lui che viene coperto dal telo e della pozza di sangue sotto la testa <<Mi dispiace tanto.>> le braccia di Alessia mi fasciano completamente ed è come se da questo momento, del gruppo dei tre moschettieri fossimo rimaste solo io e lei <<Daniela, dove sta Daniela?>> chiedo riferendomi alla madre.
<<È a casa, qui fuori c'è tua madre.>> senza ascoltare altro mi alzo a stento e aiutandomi con il muro arrivo in corridoio <<Non solo lei però.>> due figure si girano nello stesso momento e istintivamente sbatto con la schiena al muro.
<<Aurora! Come ti senti? Perché ti sei alzata?>> mia madre mi afferra per le braccia ma il mio sguardo non si stacca neanche per un secondo dal suo.
<<Come stai?>> stessa voce, stessi occhi eppure una persona completamente diversa.
<<Che ci fa qui?>>
<<Ha anche lui la tutela, è sempre tuo padre.>>
<<Mio padre è morto quando se ne è andato da casa sette anni fa.>>
<<Mi hai detto tu di andare via.>>
<<Avevo detto ad un alcolista di andare via di casa, non ad un padre di uscire dalla mia vita.>>
<<Aurora->>
<<Vattene, vattene e non tornare.>> sussurro. Sento la mano di Alessia che stringe la mia, e come se fosse la prima volta riguardo le spalle di un uomo che scappa dalle proprie responsabilità.