Ci Uccideranno

125 3 0
                                    

<<Ale, hai trovato i tovaglioli?>> gli urlo mentre io cerco le posate nella dispensa.
<<No! Tu le posate?>> mi allontano di qualche passo.
<<Guarda le cose da un'altra prospettiva.>> mi ripeto <<Eccole!>> nascoste sotto i cereali <<Dobbiamo mettere in ordine questi scaffali!>> esco fuori la portafinestra e puntualmente inciampo nella zanzariera che viene a terra <<E anche questa tenda.>>
<<Sei l'unica che fa i macelli quando passi di qua.>> Francesco accorre in mio soccorso e mi toglie dalle mani i coltelli e le forchette. Cosa c'è di meglio di una serata tranquilla e a casa.
<<Si sta un paradiso qui.>> commenta Nicola mentre si dondola sull'altalena attaccata al soffitto di legno.
<<Puoi dirlo forte.>> questa casa l'abbiamo costruita anni fa. Non è grandissima, un piano terra. Appena si entra c'è subito il divano che diventa un letto e a fianco il bagno, poi nella stanza accanto un altro divano e un materasso dove accanto c'è il frigo. La cucina è di fuori, un fornello accanto ad un lavello e un tavolo di legno con due panche lunghissime, mentre tutt'intorno il giardino è pieno di ulivi. Il primo giorno ho messo i ragazzi a montare il dondolo e gonfiare una piscina, così le volte in cui non siamo al mare possiamo stare lo stesso tranquilli. È una villetta nella pace più armoniosa <<Ma potresti anche alzarti a darci una mano visto che staranno per arrivare.>>
<<Lo striscione degli auguri è appeso, i palloncini ci sono, tutto apparecchiato, a cosa servo?>>
<<Eccoli!>> Francesco indica Edoardo ed Alessia che parcheggiano la macchina dentro il cancello.
<<Buon compleanno!>> il mio ragazzo scende e con un sorriso a trentadue denti si passa una mano tra i capelli mossi.
<<Grazie.>> gli corro incontro cercando di non cascare per la discesa e lego le braccia dietro il suo collo.
<<Auguri.>> lo riempio di baci e mi prende in braccio tornando sotto il gazebo <<Auguri, auguri, auguri.>>
<<Sei pazza.>> ride sotto le mia labbra.
<<Lo prendo in considerazione come primo compleanno?>> sussurro.
<<Il primo in vent'anni.>>
<<Va a cambiarti, aspettiamo solo te.>>
<<Chi ci aiuta?>>
<<Arrivo!>> nel frattempo mi metto ad accendere i zampironi per tenere le zanzare al di fuori di me.
<<È stato difficile?>> chiedo mentre la mia migliore posa le casse d'acqua a terra.
<<Edoardo ha mancato il supermercato.>>
<<È stata una distrazione.>> dice lui mentre scansa la zanzariera rotta a terra <<Merito tuo?>> annuisco.
<<Per cinque volte.>> sottolinea Alessia.
<<Scusami se mi perdo per le vie di una città che non conosco.>> le sorride e poi entra in casa.
<<Scusalo.>> lo scimmiotto e la ragazza davanti a me scoppia a ridere. In poco tempo ci ritroviamo tutti intorno al tavolo a mangiare senza smettere mai di parlare. Passa l'antipasto, il primo, il secondo e si arriva alla torta portata da Alessandro.
<<Tanti auguri ad Edoardo! Tanti auguri a te!!>> mi si riempie il cuore di gioia quando lo vedo sorridere e spegnere le candeline.
<<Esprimi un desiderio!>> gli urla Nicola. Lui si alza, apre gli occhi e mi guarda. E giuro di toccare cielo. Non merito così tanto. Si siede accanto a me e non ci penso due volte ad abbracciarlo e baciarlo. Ma questa pace non dura abbastanza che i ragazzi lo circondando e se lo caricano in spalla.
<<No! No! Fermi! Fermatevi!>> ma ecco che sprofonda in acqua e riemerge subito dopo. Tutti scoppiamo a ridere <<Bastardi.>> si toglie la maglietta zuppa e sono sicura di aver bisogno di acqua e zucchero come non mai prima d'ora. Non so da quant'è che io ed Edoardo-
<<Va bene Aurora, adesso smettila di sbavare.>> Francesco mi compare alle spalle e mi afferra per il polso, fortunatamente nessuno più qui dentro riesce ad ascoltare i pensieri degli altri.
<<No, Fra, Fra fermo.>> mi attacco alla sedia e a tutto quello che ho sotto mano <<Fra giuro sulla luna che ti ammazzo.>>
<<Ha giurato sulla luna, io la lascerei stare.>> gli consiglia Nicola.
<<Correrò il rischio.>> anche Alessandro con un dito riesce a togliermi la presa e in neanche qualche secondo vengo catapultata in acqua. Riemergo cercando fiato e non appena tolgo i capelli da davanti gli occhi mi si para davanti Edoardo con le braccia lungo i fianchi.
<<Io lo uccido.>> provo a raggiungere Francesco ma il mio ragazzo mi blocca per i fianchi.
<<Ti preferivo quando eri un angelo.>>
<<Non lo è mai stata.>> mi giro verso Alessia <<È la verità.>>
<<Tanto prima o poi devi addormentarti.>> gli ringhio.
<<Beh, come dire bella serata, è giunto il momento di uscire.>> Nicola si stiracchia.
<<Come uscire? Dopo che ci avete buttato in piscina?>> domando.
<<Nessuno vi ha invitato.>>
<<Almeno allungateci i vestiti!>> stanno già scendendo la discesa.
<<Non penso vi serviranno!>> e divento tutta rossa. Che imbecilli <<Ciao, ciao!>> la macchina sfreccia e io affondo in acqua. Quando riemergo mi ritrovo Edoardo che mi guarda con un sorriso compiaciuto. Anche lui segue le mie mosse e si siede facendo appena affiorare il viso sulla soglia dell'acqua.
<<Che c'è?>>
<<Non posso guardarti?>>
<<Sei Edoardo Palmieri, non con quel sorrisetto.>>
<<Stavo pensando.>>
<<Suona strano detto dalla tua bocca.>> sorride e scuote la testa.
<<Io per una volta cerco di fare il dolce e tu stai rendendo tutto più difficile.>>
<<E in che modo?>> mi porto una mano al petto fingendomi offesa.
<<Istigandomi.>>
<<Istigandoti a fare cosa?>>
<<A strapparti i vestiti di dosso.>> una botta di calore mi colpisce dritta al basso ventre e sono costretta a ridere per non sentirmi sotto pressione.
<<Ecco tornato il vecchio Edoardo.>>
<<Il vecchio Edoardo?>>
<<Sì, sai, quello scorbutico, bad boy, demone.>>
<<Che c'è l'Edoardo di adesso non ti piace?>> scoppio a ridere senza smettere <<Tu hai dei problemi.>>
<<Ti ricordi quando mi bullizzavi?>>
<<Io ti bullizzavo!?>>
<<Quando cercavi di fare il figo mantenendo la tua aria da cattivo ragazzo.>> schiarisco la voce e mi alzo in piedi cercando di imitarlo <<"Non sei un po' troppo piccola per bere?">> lo scimmiotto senza smettere di ridere.
<<Aka: sei palesemente sul punto di andare in coma etilico.>>
<<"Ma non stai mai zitta? Ragazzina.">>
<<Aka: non è normale parlare da soli nei corridoi di scuola.>>
<<Ammetti che eri uno stronzo.>>
<<Solo se tu vieni qui.>>
<<Ma perché devo venire io? Vieni tu.>>
<<Perché lo stronzo sono io.>> ruoto gli occhi al cielo e pian piano mi ci avvicino, lascio incrociare i miei piedi dietro la sua schiena e le sue mani si posizionano appena sulla mia vita <<Ammetto che ero uno stronzo, ma guarda che iniziavi sempre tu i battibecchi.>>
<<Quando mai?>>
<<Ad esempio quando mi hai ricoperto di vernice.>>
<<Dopo che tu mi hai sfottuto mentre io ero sul punto di cadere da una scala.>> scuote la testa ridendo <<Posso farti una domanda?>>
<<Tutto quello che vuoi.>>
<<Perché non eri venuto tu a fare cucina? Perché nella mia classe era entrato Alessandro e non te?>> per un secondo piega la testa all'indietro e sospira leggermente.
<<Perché io sarei stato troppo pericoloso.>>
<<Ovvero?>>
<<Ovvero che se tu avessi ricordato tutta la storia prima dei tuoi diciotto anni, sarebbe accaduto un bel macello.>>
<<Che vuol dire? Che avrei potuto ricordare anche prima?>>
<<Se ti avessi mostrato i miei ricordi, sì.>>
<<E cosa sarebbe successo?>>
<<Saresti morta.>> poggio la testa sul suo petto e sospiro pesantemente.
<<Ma perché qui deve sempre morire qualcuno... E lo avresti fatto?>>
<<Non lo so, il fatto era che vederti ogni giorno sapendo chi realmente fossi e guardarti vivere non conoscendomi era la mia tortura più grande. Io conoscevo te e tu organizzavi una rivolta nella scuola.>> alzo lo sguardo e sorrido fissandomi nei suoi occhi <<A che pensi?>>
<<A un ragazzo.>> trattengo una risata quando sento i suoi muscoli irrigidirsi. Mi allontano pian piano e gli do le spalle <<In pratica questo è tipo entrato all'improvviso credendosela tipo troppo e neanche immagini quanto l'ho odiato. Poi un giorno così dal nulla mi rapisce iniziandomi a fare un mezzo interrogatorio per poi però lasciarmi andare tranquilla.>> mi giro verso Edoardo che è ancora sull'attenti <<Solo che poi è successo che andando avanti con i giorni, con i discorsi e le uscite mi ci innamoro perdutamente.>>
<<Cosa?>> mi mordo il labbro.
<<Guarda non sarà mai da shock come quanto il fatto che dopo qualche mese che ci stavo insieme questo si rivela un demone.>> scoppio a ridere e il mio ragazzo mi schizza con l'acqua.
<<Sei un'idiota.>>
<<No! Ti giuro! Era davvero un demone! Ma cosa più importante, io ero un angelo!>> fa finta di essere stupito <<E poi? Anche i nostri amici erano come noi! Quindi boom, succede tutto un macello, ma prima fa tipo finta di tradirmi con una ragazza che mesi prima era davvero andata a letto con il mio ex, quindi che ti dico a fare. Poi io quasi vengo uccisa quattro volte, o cinque, non lo so ho perso il conto ormai, sai com'è, e dopo aver ricordato davanti l'impossibile e aver ucciso un demone tutta da sola torno a casa e questo... neanche mi saluta.>> scuoto la testa e incrocio le braccia.
<<E ancora non l'hai lasciato?>>
<<Ah ecco! Mi aveva anche lasciata, te ne rendi conto? Adesso perché te l'ho raccontata così ma credimi è stato proprio un giretto all'inferno.>>
<<Deve essere proprio fortunato ad averti ancora accanto.>>
<<Non lo so, secondo te?>>
<<Secondo me non ti merita.>> inizia a scendere in acqua pian piano e faccio in tempo a bloccargli il viso tra le mani <<Non ti merito.>>
<<Mi hai dimostrato il contrario.>>
<<Quando?>>
<<Da quando ti conosco, ogni giorno, ogni secondo.>>
<<Sei tutto per me.>> lascio scontrare le nostre labbra in piccoli baci.
<<Sei stato davvero condannato con me.>> sorrido.
<<Te l'avevo detto io.>> mi afferra per i fianchi e mi fa sedere, per modo di dire, sulle sue gambe <<Ricordi quando avevamo occupato? E tu nella notte ti eri messa a disegnare?>> lo guardo curiosa.
<<Sì..?>>
<<E avevi disegnato un angelo e un demone che si facevano guerra?>> istintivamente mi raddrizzo leggermente con la schiena.
<<Oh mio Dio.>>
<<Già, non sai come ero rimasto nel vederlo.>> scuote la testa <<Oppure quando avevi scritto l'iniziale sbagliata sul muro.>>
<<In fondo non era del tutto sbagliata.>> sorrido.
<<No, in fondo no.>>
<<Altro, dimmi altro dal tuo punto di vista quando ancora io non sapevo nulla.>> mi guarda e ci pensa un po' su.
<<Quando... avevi usato i tuoi poteri per far scordare a tutti della rissa con Raffaele.>> spalanco la bocca.
<<Tu lo sapevi!?>>
<<Certo che sì.>>
<<Cioè stavi fingendo!?>> guarda un po' lì e là.
<<Per la maggior parte del tempo? Sì.>> butto la testa all'indietro e lancio un urlo di frustrazione.
<<Vorrei picchiarti.>> ammetto <<Ma so che non avevi altra scelta.>> mi lascia un bacio sulla fronte.
<<Picchiarmi puoi sempre farlo se ti farà sentire meglio.>> valuto l'idea.
<<Sì, potrebbe farmi sentire meglio.>> ma nel momento in cui sto per arrivare con la mia mano dietro la sua testa fa in tempo a bloccarmi il polso.
<<Sei lenta.>> ed eccolo che si fa possesso delle mie labbra senza lasciarmi modo di ragionare un secondo. E non mi oppongo. Non stasera. Mi carica in braccio e grondanti d'acqua usciamo dalla piscina facendo sosta sul tavolo.
<<Potrebbero... ritornare.>> ansimo tra un bacio e l'altro.
<<Potrebbero.>> rido sotto le sue labbra e non oppongo resistenza quando mi toglie i vestiti zuppi, ma per un attimo si interrompe allontanandosi un minimo.
<<Che succede?>>
<<Ti amo cazzo, ti amo.>> lego le braccia dietro al suo collo mentre entriamo dentro casa e con un piede chiude la porta dietro di lui <<Ci uccideranno.>> ride senza mai staccarsi dalle mie labbra.
<<Ne varrà la pena.>> e la pena infatti ci vale.

Il Mio Cuore Chiede Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora