<<Adesso ho una verifica.>> mi lamento con Anibal.
<<En que?>>
<<Francese.>>
<<Ay mi sol, si potessi ayudarte lo farei, pero soy negato.>>
<<Mi arrangierò come meglio posso.>> gli schiocco un bacio sulla guancia e corro al piano di sopra, prendo posto e dopo esattamente tre minuti dal suono della campanella il mio peggior incubo entra dalla porta della classe. Ci divide i banchi e mi lancia qualche battuta ironica come al suo solito.
<<Cercherai di copiare anche oggi Aurora?>> quando parla sembra che ci sputa.
<<Non ci ho mai provato.>>
<<Eh lo so, si vede dai voti.>> alzo gli occhi al cielo e mi concentro sul compito che ho davanti, per quanto possa aver aperto libro so a malapena tre cose in tutte e due le schede: nome, cognome e data. Bene così.
"Devo dire che hai studiato." la voce di Edoardo mi arriva dritta al cervello e mi guardo intorno come se fosse possibile che qualcun altro possa sentirlo "Se leggi le domande posso aiutarti, o non vuoi il mio aiuto?"
<<Sì.>> sussurro, ma in un attimo la professoressa si gira verso la classe.
<<Silenzio o ritiro i compiti.>> gira tra i banchi come uno squalo.
"Bene, vai con la prima."Dopo aver speso i quarantasei minuti più strani della mia vita consegno il compito alla professoressa, che si piazza davanti al mio banco cercando di capire da dove possa aver copiato. Come glielo dico che il mio ragazzo mi ha suggerito per tutto il tempo leggendomi il pensiero? <<Controlli pure, non ho neanche il libro.>> metto lo zaino in bella vista e dopo aver ricevuto una smorfia disgustata gira i tacchi e io torno a respirare. E in questo modo sfuggo a francese e con calma mi godo le ultime due ore di scienze.
Quando sto per uscire dalla sala multimediale per ultima, mi sento chiamare e dietro di me trovo Alessandro che è ancora alle prese con lo zaino.
<<Già scappi?>> mi sorride.
<<Dopo le due ore sul documentario dei dinosauri? Anche a gambe levate.>>
<<È una mia impressione o mi eviti?>> ride ma i sensi di colpa iniziano a mangiarmi.
<<Sono solo... troppi cavoli per la testa.>>
<<O troppe voci.>>
<<Voci?>>
<<Ti hanno detto di starmi lontana eh.>> si carica lo zaino in spalla e si arruffa i capelli biondi <<Va bene, davvero, se è questo quel che credi non ti obbligo.>> mi sorride ed è come se qualcosa mi stesse prendendo a pugni lo stomaco.
<<Io non credo alle cose che dicono.>>
<<E cosa dicono?>>
<<Che sei qualcuno da cui stare alla larga.>>
<<E chi lo dice?>>
<<Si dice il peccato, non il peccatore.>>
<<Certo...>>
<<Perché tu ed Edoardo non fate altro che litigare?>> chiedo senza riflettere. Alessandro si passa la lingua sui denti e ride appoggiandosi al banco.
<<Forse non dovresti chiederlo a lui?>>
<<L'ho fatto.>>
<<E non gli credi?>>
<<È che secondo me c'è altro.>>
<<Cosa sai?>>
<<Che eravate amici, poi Edoardo si era innamorato di una ragazza e tu li avevi fatti scoprire facendo succedere poi un bordello.>>
<<Ed Edoardo ti ha mai detto chi realmente fosse la ragazza? Ti ha mai detto perché non potevano stare insieme o ti ha mai detto cosa successe in seguito?>> lo guardo e lui annuisce <<Appunto.>> si avvicina a me <<Tu non te ne rendi conto, ma non perché sei stupida, ci mancherebbe, ma perché l'amore fa diventare ciechi, Edoardo non è la persona giusta per te e lui lo sa meglio di tutti. Magari ti ha anche detto che io ti voglio per me.>> si sistema lo zaino <<È vero, mi piaci Aurora, per vari motivi in realtà ma l'influenza di Edoardo ti ha completamente offuscato la vista.>>
<<Avevi detto che era meglio rimanere amici.>> gli ricordo.
<<Anche tu, non vuol dire che abbia smesso di provare qualcosa per te. Tu non sei così, sei amica di tutti, parli e scherzi anche con chi non conosci e non ti fai dire cosa devi fare, eppure adesso è completamente il contrario. Non te ne faccio una colpa, perché tu non centri nulla, solo, stai attenta a chi ti ritrovi affianco.>> mi accarezza la guancia e una scossa mi attraversa tutta la schiena costringendomi ad appoggiarmi al banco. E come vorrei negarlo ma Alessandro ha ragione. Su tutto quel che ha detto, ha ragione piena. Mi dirigo verso il parcheggio e trovo Edoardo in macchina, salgo e allaccio la cintura ma d'un tratto mi fisso nel vuoto e qualcosa mi frulla nella testa.
<<Allora? Neanche un grazie?>> ride mettendo in moto.
<<Grazie.>> dico distratta continuando a cercare di mettere a fuoco le immagini che ho davanti gli occhi.
<<Cos'hai?>> mi poggia una mano sulla coscia e delle vampate di rosso mi arrivano davanti gli occhi, costringendomi ad indietreggiare e sbattere la testa al vetro <<Woah! Ti sei fatta male?>>
<<Ho visto qualcosa.>> guardo negli occhi Edoardo.
<<Cosa?>>
<<Fiamme, come quando ero svenuta in palestra, erano le stesse fiamme.>> ritrae la mano e le nocche gli diventano bianche a furia di stringere il volante.
<<Andando avanti potresti farci un film.>> ma l'intento di fare una battuta gli è riuscito male.
<<Già.>> poggio la testa sul finestrino <<Puoi accompagnarmi da Alessia?>>
<<Come da Alessia?>>
<<Per favore.>>
In una quindicina di minuti arrivo sotto casa della mia migliore amica.
<<Grazie.>> gli lascio un bacio sulle labbra e corro salendo le scale due a due e la porta si apre.
<<Perché sei qui? È Edoardo quello in macchina?>>
<<C'è qualcosa, sta succedendo qualcosa.>>
<<Che vuol dire?>>
<<Edoardo, c'è qualcosa che non va, ti ricordi di Alessandro?>>
<<Il biondo che si ammazza con->>
<<Sì, ci ho parlato e mi ha messo in testa un botto di domande. Tipo, Edoardo non mi ha mai raccontato cosa realmente fosse accaduto con l'ex, cioè, non è obbligato ovviamente ma è come... non lo so.>>
<<Rallenta, non iniziare a farti mille problemi mentali che sennò ti meno. Forse Alessandro l'ha fatto apposta per mettere zizzania tra te ed Edoardo, e forse non ti racconta tutto perché non si trova a suo agio, non con te eh, però si sa che quelli più duri sono in fondo i più deboli.>>
<<Come Edoardo.>>
<<Come te, Aurora.>> colpita e affondata.
<<Questa ha fatto male.>>
<<Già. Adesso muovi il culo e scendi, sappiamo entrambe che ti sta aspettando.>> Alessia si avvicina alla finestra e con la testa mi indica di fuori, mi alzo e vedo ancora Edoardo che cerca di capire in quale casa sono entrata <<Sembra un bambino, quel ragazzo è un pezzo di pane.>> e dopo averla salutata, risalgo in macchina quasi imbarazzata.
<<Ho fatto qualcosa di sbagliato?>> e la sola frase di Edoardo riesce a spezzarmi il cuore. Son io qua quella sbagliata.
<<No.>> scuoto la testa <<Sono solo stanca.>>
<<Aurora->>
<<Non è nulla, te lo giuro.>>
<<E perché piangi?>>
<<Non lo so.>> sorrido mentre mi asciugo le lacrime <<Sbalzi di umore?>> ipotizzo.
<<Sbalzi di umore eh...>> mi afferra la mano e mi accarezza il dorso <<Gelato al pistacchio?>>
<<Sì, ti prego.>>
Quando entriamo in gelateria prendo il mio solito gelato al pistacchio ed Edoardo alla crema.
<<Finalmente conosco il famoso Edoardo.>> Giada si avvicina a noi e mi riempie di baci.
<<Piacere.>> si stringono la mano.
<<Non hai più di quarant'anni vero?>>
<<Ne ho diciannove.>>
<<È strabiliante>> è quasi senza parole <<Aurora ti ha mai raccontato del suo amore per i quarantenni?>>
<<Va bene Giada, è stato divertente.>> la spintono verso il bancone e inizia a ridere.
<<No, ora è divertente.>> mi indica con la testa fuori e noto Federico che entra nella gelateria.
<<Ciao piccole'.>> si piega e mi stampa un bacio sulla guancia ma vedo che con la coda dell'occhio osserva Edoardo <<Ciao.>> gli alza la testa.
<<Ciao.>> ammazza che amichevoli.
<<Sono Federico.>>
<<Edoardo.>>
<<Edoardo?>>
<<Il ragazzo.>> sorride e non gli ho mai visto fare un sorriso più falso.
<<Ah... benvenuto in famiglia, allora.>>
<<E tu sei?>> in realtà sa già chi è.
<<Un caro amico.>> specifica ogni parola con cura.
<<Bene.>>
<<Beneee, finite le presentazione direi proprio che è venuta ora di prenderci un gelato.>> mi immischio.
<<Ma l'hai già preso.>> evidenzia Giada.
<<Un altro.>> la uccido con lo sguardo e mi avvicino al bancone <<Che situazione.>>