*Sono io, ancora, ormai sono passati sette giorni da quando sei andata via. Non riesco a rintracciarti, non ti trovo da nessuna parte, è come se fossi sparita. Ma non lo sei, tutto in casa sa di te ormai, sto impazzendo. Non so se stai bene, se sei ferita, se hai bisogno di qualcosa. Vorrei solo che tornassi, ovunque tu sia. Ho bisogno di te, ogni giorno che passa.* mi asciugo una lacrima mentre passo al quinto messaggio lasciato nella segreteria da Edoardo *Ancora io, mi manchi, non riesco più a vivere. So che tornerai, devi tornare, i ragazzi si comportano come se nulla fosse e non mi lasciano solo un momento. Ieri notte ho pensato molto, ti ho fatto davvero male in tutto questo tempo e ti sei sempre addossata la colpa di tutto. È colpa mia, lo è sempre stata, se non fosse stato per me tutti questi problemi non esisterebbero. Ti prego... torna a c-* allontano l'orecchio quando il fischio finale interrompe l'ultimo messaggio. Non gli risponderò, non lo farò. Apro il registratore e poggio il cellulare sul ginocchio.
"Non invierò mai questo messaggio, ma ho bisogno di parlare. Cazzo, quanto mi manchi. Non ce la faccio più. Se c'è una cosa che ho capito è che non ti rendi conto di ciò che hai fino a quando non lo perdi, ho perso te, i nostri amici, la mia famiglia, sembra che non mi sia rimasto più niente. Sono qui, al salice, se te lo stessi chiedendo, aspetto la notte per cercare di porre fine a questa storia. Ho preso il treno per arrivare qui, non è stato facile, è come aver preso il coraggio per mano ed aver attraversato metà paese da sola. Sono certa che la vecchia Aurora non l'avrebbe mai fatto, avrebbe pianto tutto il tempo e sarebbe morta di paura. Non ho paura, non ho più quelle lacrime che avevo un tempo, ho la determinazione di voler far finire questa storia, io ho scelto di vivere. Forse mi piacerebbe tornare a quando l'unico problema era l'ora in cui avevo la professoressa di francese e non quando un sadico malato vuole rovinarmi la vita, ma sono sicura che queste cose da una parte mi aiuteranno." prendo una breve pausa "Non so se questa notte ce la farò, in qualunque caso vorrei continuare a parlare fino alla fine, mi hanno sempre detto che parlo troppo, secondo te è vero? Non saprei dirtelo, forse sì, insomma non sto mai zitta, ma alle persone non dispiace, e se non dispiace a loro figurati a me. So di essere passata alla parte del torto fuggendo di notte, ma non me l'avresti mai lasciato fare da sola, né tu, né nessuno di loro. Ma non mi pento della mia scelta, per quanto in questo momento muoia dalla voglia di anche solo accarezzare il tuo volto preferisco che soffri dove Jax non potrà mai raggiungerti, dove i miei problemi non potranno mai raggiungerti. Sono sotto al nostro salice, devi vedere come è verde d'estate e quando sembri ancora più immenso di quando lo abbiamo lasciato a fine marzo. Pochi mesi di pace prima di una tempesta alla quale non ero pronta. Ti ricordi quando ce ne stavamo sdraiati qui, e le radici ci facevano da letto? Quando i tuoi occhi rossi erano fiamme che ardevano e non desideravamo altro che stare insieme. Ti vorrei qui Edoardo, ma non è l'unica cosa che vorrei, vorrei che tu capissi che non c'è cosa al mondo o in tutto l'universo che io possa amare più di te, ne abbiamo superate così tante che se probabilmente lo raccontassimo a qualcuno ci scriverebbero una storia su tutti noi. Ti ricordi quando eravamo a casa da te? Quando avevamo deciso di guardare "Twilight"? Anche Edward e Bella ne hanno passate molte insieme, tu forse questo non lo sai perché non hai visto gli altri film o letto i libri, ma ti giuro che anche per loro c'è stata un po' di felicità alla fine. Ti amo, e su questo ne sono sicura al cento per cento, e se morire è un modo per liberarti dai problemi della vita, della mia vita, lo farò. Vivi tu per me. Per i nostri amici. Nicola mettiti in copro un po' di egoismo, sei troppo buono per questo mondo di merda, e non farti spezzare da nessuno. Francesco, che nonostante fai finta di essere un imbranato a piena regola, se non ci fossi te nessuno terrebbe saldo il gruppo come tu sai fare senza accorgertene. Alessandro, so che hai bisogno di Edoardo e neanche immagini quanto lui abbia bisogno di te, sei ancora suo fratello ma è orgoglioso e non lo ammetterà mai. Se non dovessi tornare a casa ad un certo punto prendetevi cura gli uni degli altri, vi affido la mia migliore amica, non fatemene pentire." rido "Ti voglio bene Alessia, te ne vorrò sempre. Sei la sorella che non ho mai avuto e spero di non doverti lasciare un altro peso sulle spalle. Io voglio bene a tutti, fate sempre parte di me. Ma un po' vi maledico tutti. Vi maledico perché dovevate andare via, tornare a casa come Delilah e Anibal. Non gliene faccio una colpa, hanno fatto la scelta migliore, invece voi siete rimasti qui accanto ad una che per il novantotto per cento non è altro che catastrofe." mi porto una mano sulla cicatrice sul viso e stringo i denti "Lo sento, sta arrivando. Questo sta a significare che devo andare. Lotterò, se servirà, se mai non... non... se non dovessi tornare.. non lo so. Non so cosa accadrebbe. Farò in modo di tornare. Edoardo Palmieri, ti amo. Ieri, oggi e per sempre solo te. Siate con me." spengo il registratore e insieme ad esso anche il cellulare che subito dopo chiudo nello zaino. Lo poggio appena sotto la quercia ma in modo nascosto e ripenso ai punti luce che ho nascosto tra l'erba, spero di non dover arrivare a tanto.
<<E i tuoi amici?>> sento il corpo irrigidirsi alla voce che rimbomba nelle mie orecchie.
<<E i tuoi?>>
<<Non ho bisogno di nessuno.>>
<<O sono gli altri a non aver bisogno di te?>> lo sento ridacchiare mentre ritrae le ali e pian piano mi si viene a piazzare davanti. Non ho mai avuto così tanta paura quanto di due occhi ghiacciati che mi scrutano l'anima.
<<Come vuoi che ti chiami? Aurora o->>
<<Aurora basta.>>
<<D'accordo Aurora, sei pronta?>> mi tende la mano e io sorrido.
<<Torna nel buco dal quale sei scappato.>> sibilo.
<<L'ho fatto per te, l'ho fatto per noi.>>
<<Jax, non c'è nessun noi.>> scuoto la testa e lui si riavvia i capelli bianchi all'indietro.
<<Sai anche te che posso farti cambiare idea quando voglio.>>
<<Fallo pure, ci hanno già provato due divinità.>>
<<Io sono Jax, io sono il demone dell'inganno! Né Dio, né Lucifero saranno in grado di fermare la mia furia! Sono passati secoli da quando aspetto questo momento e nessuno riuscirà a fermarmi! Tu verrai con me o->>
<<Uccidimi avanti, fallo. Perché piuttosto mi ammazzo con le mie stesse mani che venire con te.>>
<<Perché devi farla tanto difficile? Per un ormai mortale? Io posso darti tutto.>>
<<Non puoi darmi l'amore, non puoi perché la tua è ossessione pura.>>
<<Non ti ucciderò.>> raddrizza le spalle <<Ma implorerai perché io metta fine alle tue sofferenze.>> sento il fiato ridursi sempre di più, come se ci fosse un macigno sopra di me che mi comprime la cassa toracica <<Non combatterlo Aurora, arrenditi ad esso. Arrenditi a me.>> casco a terra in ginocchio mentre mi porto le mani al petto <<Perché devi fare questo? Perché devi farti del male?>>
<<Il dolore...>> sento le lacrime uscirmi senza controllo e il dolore diventare sempre più insopportabile <<È solo una conseguenza... dell'amore.>> e questo, è solo un inganno. È tutto solo e soltanto un inganno. Allungo la mano tra l'erba e afferro il primo punto luce che gli scaglio contro, ed è quando lui si distrae che ritorno a respirare.
<<Questo non dovevi farlo.>> mi si scaglia contro e mi afferra i capelli tirandomi la testa all'indietro <<Per uccidermi ti servirà di meglio, ti servirà la mira, anzi... la vista.>> davanti ai miei occhi cala un buio assoluto. Non vedo più niente. Nessuna luce, il buio più totale.
<<Lasciami andare.>> sussurro <<Lasciami andare.>>
<<Vieni via con me.>>
<<Preferisco morire.>> dai Aurora è solo un illusione, è tutto finto e non può controllarti se non glielo permetti. Non permetterglielo <<Cos'è? Mh? È stata la mia entrata agli inferi a farti credere che tu potessi avermi? Pensavi fosse un segno del destino magari?>> esci la vera Aurora.
<<Lo è stato.>>
<<No, tu eri lì come tutti i secoli in cui ci sei stato, rinchiuso dentro quattro mura aspettando un miracolo.>>
<<Il miracolo c'è stato.>>
<<Allora hai sbagliato i tuoi calcoli.>> allungo il braccio e un altro punto luce che scaglio di forza. Lo sento contrarsi e finalmente torno a vedere.
<<Adesso basta!>> urla <<Verrai con me Neoma, a costo che ti uccido. Se non io, nessun altro.>>
<<Hai detto bene alla prima Jax, non te.>> stringo tra le mani tremanti un pugno di sabbia che faccio arrivare agli occhi. Ed è mentre indietreggia che cade appena accanto la terza saetta. Sta per rialzarsi quando gli afferro i capelli e l'ultimo punto luce che gli avvicino alla gola <<Non farmi arrivare a tanto.>>
<<Sei una mortale, non hai le palle.>> ringhia.
<<Ma ho la tua vita tra le mani. Non voglio ucciderti Jax.>>
<<Allora vieni con me, io posso darti tutto quello che vuoi.>>
<<Tutto ciò che voglio tu non puoi darmelo. Jax, tornatene a casa, ti prego.>>
<<Lo ucciderò. Ucciderò Abigor, Nicola, Francesco ed Alessandro. Ucciderò tua madre, non lascerò la vita neanche tua nonna e Alessia. Moriranno tutti, come sono morti tuo nonno e il tuo migliore amico. E sarà tutta colpa tua, resterà per sempre colpa tua. E quando tu resterai da sola, crogiolandoti nel tuo dolore mi supplicherai per portarti via.>> non riesco più a respirare. A fare nulla. Mi ha completamente distrutta. Non posso, non devo dargli questa possibilità.
<<È vero Jax, non ho le palle, ma non sono una mortale.>> gli strattono ancora di più i capelli <<Sono la sopravvissuta.>> alzo il punto luce sopra il suo corpo e lo lascio cadere come una piuma, e in poco tempo le urla del demone si dileguano lasciando un mucchio di polvere. Scatto in piedi e per un attimo barcollo <<Cosa- cosa ho fatto.>>
<<La cosa giusta.>> mi giro in cerca della voce ma non vedo nessuno <<Lo avrei fatto io stesso ma vederlo fare da te è stato più divertente.>>
<<Lucifero?>> sussurro.
<<Tornatene a casa ragazzina.>> e da lì il silenzio più assoluto, se non fosse per il fiume che scorre tranquillamente.
<<Torno a casa.>> afferro lo zaino e senza guardarmi indietro inizio a correre il più lontano possibile. Piangendo. Forse la vecchia Aurora non è morta. Lo spero.