<<Sono così carini.>> dico ad Edoardo indicando con la testa i nonni che sono seduti a tavola con tutta la mia famiglia, mentre noi siamo fuori in balcone a prendere una boccata d'aria.
<<Molto.>>
<<Sai che se ne hanno bisogno possono sempre raggiungerci, non creano disturbo assolutamente, anzi.>> guardo mia nonna e sorrido nel vederla ridere così di gusto da quando nonno è venuto a mancare.
<<Grazie.>> mi afferra con un braccio la vita e lascia appoggiare la mia schiena contro il suo petto iniziandomi a lasciare baci dietro il collo <<Quel giardino è di tua zia?>> chiede senza interrompere il contatto.
<<Sì, tutto il palazzo è di mia zia, qui sotto c'è la mamma di mio zio Luigi, sopra una signora che è in affitto e sopra ancora la sorella di mio zio.>>
<<Famiglia.>>
<<Famiglia. Vieni, mi hai fatto venire voglia di andare in giardino.>> gli prendo la mano e rientriamo dentro casa, scendiamo e saliamo i gradini di marmo scuri mettendoci seduti sul dondolo al sole.
<<Aurora...>> guardo Edoardo confusa <<Perché c'è una papera in giardino?>> lo seguo con lo sguardo e inizio a ridere.
<<Lui è Duffy, Duffy lui è Edoardo Palmieri.>> mi avvicino alla papera e le accarezzo il collo bianco.
<<Mi mozzicherà?>>
<<È una papera, non è un'oca.>>
<<Questo non spiega il perché abbiate una papera in giardino!>>
<<Beh... non lo so, animale domestico?>> mi rimetto sul dondolo e Duffy torna nella casetta.
<<Lo sa qualcun altro?>> mi chiede poi di punto in bianco.
<<Della papera nel giardino?>>
<<No.>> ride <<Di quello che sai fare.>>
<<No, solo te.>>
<<Perché?>> alzo le spalle e mi prendo qualche minuto.
<<Perché non è normale.>>
<<Molte persone riescono a trasmettere pensieri senza usare sensi.>>
<<No, non è quello.>> mi giro verso il grande ulivo dove da piccola mio padre mi ci metteva seduta <<Io non trasmetto solo pensieri, posso far credere alle persone quello che voglio, riesco a calmarle.>>
<<Ed è un male?>>
<<No, per loro no, però ogni volta che tocco qualcuno.>> la voce mi si incrina <<Da lì riesco a sentire quello che provano, se dentro sono marci o meno, sai, come quando testi la frutta. La tristezza, la rabbia, la paura e tutto questo mi crea un vuoto allo stomaco, quindi mi chiedo, se posso, perché non dovrei aiutarli? Provo ad alleggerire quello che provano, scambio la tristezza con lo stupore o la rabbia con le risate, ma ogni volta che lo faccio quello che prima provavano loro, lo provo io dopo e alla fine è come se raggiungessi un limite.>> mi porto una mano al collo e guardo Edoardo negli occhi <<Certe cose diventano più forti di me e iniziano a soffocarmi da dentro ed evito il loro contatto, evito il contatto di tutti, fino a quando non trovo quella persona pura che mi aiuta trasmettendomi qualche sorta di emozioni felici senza levarle a sé, come se bucassero il palloncino che ho dentro. Ho cercato, ovunque, la chiamano telepatia, in alcuni casi non la chiamano neanche.>>
<<È per questo che all'inizio non ti facevi toccare? Da Nicola, Francesco..>> annuisco.
<<Avevo raggiunto il limite.>> d'un tratto un uccellino sull'albero mi riporta alla realtà dal mio sfogo <<Mi dispiace, penserai che sia pazza. Non avrei dovuto->> ma Edoardo mi afferra il viso e mi obbliga a guardarlo negli occhi.
<<Avresti dovuto fin dal principio, e invece ho dovuto scoprirlo da solo.>>
<<Da solo?>> lo guardo confuso.
<<Da quando hai fatto calmare tua madre sotto casa, non è possibile che una persona passi così velocemente da un'emozione ad un'altra. Hai qualcosa che ti protegge.>> mi alzo di scatto e mi porto una mano alla testa iniziando a non capire più nulla.
<<Ma che stai dicendo.>>
<<Ti stai agitando per nulla.>> anche Edoardo si alza ma resta lontano da me.
<<Per nulla?! Adesso.. come.. non so..>> non riesco nemmeno a formulare una frase.
<<Aurora devi calmarti.>> fa un passo verso di me e si riferma.
<<Sapevi chi fossi? Prima.. prima di conoscermi? Sapevi chi fossi?>>
<<Cosa?! Oddio no, Aurora, ti stai facendo troppi film.>>
<<E allora che stai facendo? Cioè.. io ti dico che so fare cose che nessun'altra persona al mondo può fare e ti stai comportando come se fosse una cosa normale e che in parte sai fare anche tu!>>
<<Se me ne dessi la possibilità ti spigherei tutto.>> un altro passo.
<<Perché c'è qualcosa da spiegarmi?! Sembra un di film, cos'è adesso ti trasformi in un vampiro?>>
<<Aurora.>> mi afferra la mano e se la porta sul petto <<Lo senti? Ho un cuore, un cuore che batte, nelle mie vene scorre il sangue. Non mi trasformo con la luna piena e non ho la coda per attraversare gli oceani. Sono io, Edoardo, sono io.>> mi incanto sul rumore dei suoi battiti e con la stessa calma sembra che anche i miei rallentino.
<<Sto impazzendo?>>
<<Cosa? No! Guardami.>> mi alza il mento <<Sei sana al cento per cento. Ti stai lasciando condizionare dalla paura.>>
<<Io..>>
<<Aurora, ti amo. Che tu creda di essere pazza o meno, devi.. fidarti di me.>>
<<Tu non pensi che sia pazza?>>
<<Penso che tu abbia visto troppi film.>> e mi strappa una risata <<Ti senti meglio?>> annuisco.
<<Sì.>>
<<Vieni qua.>> mi prende la testa e se la poggia sul petto stringendomi in un abbraccio e mai mi son sentita tanto protetta se non quando.. quando.. non ricordo cosa stavo pensando..
<<È successa una cosa in palestra quando sono svenuta.>> gli dico e pian piano Edoardo si avvicina al dondolo mettendomi seduta sulle sue gambe.
<<Che cosa?>>
<<Un sogno, non lo so.>>
<<Ovvero?>>
<<Non ricordo nulla, cioè, un dialogo ma non so chi stesse parlando, non vedevo chi fosse né dove mi trovavo. Diceva che l'inganno era cosa per pochi, che dovevo andare via e che ci saremmo rincontrati al calar del sole.>>
<<Intenso.>> ride.
<<Sembrava vero.>>
<<Questo non vuol dire che lo fosse.>> mi riavvia i capelli dietro le orecchie e poggio la testa sulla sua spalla <<Hai freddo?>>
<<Sto bene, vuoi risalire?>>
<<Non ora.>> immersi nel silenzio con l'accompagno del cigolio del dondolo e qualche uccellino, Duffy spunta dal nulla e starnazza portando Edoardo a sobbalzare facendomi alzare a me.
<<Hai paura delle papere?>>
<<Cosa? No.>>
<<Ti sei spaventato.>> gli faccio notare.
<<Certo, ero soprappensiero.>>
<<Allora accarezzalo.>> mi stacco da Edoardo e indico Duffy.
<<Cosa?>>
<<Duffy, accarezza Duffy.>> lo prendo in braccio e lo avvicino al ragazzo di fronte a me che di scatto indietreggia <<Hai paura di una papera?>> inizio a ridere così tanto che le lacrime iniziano ad uscirmi da sole.
<<Non ho paura.>>
<<Ah no? Allora tieni.>>
<<No!>> e nel suo tentativo di ripararsi scoppio a ridere.
<<Il grande e grosso Edoardo Palmieri ha paura di te Duffy, te ne rendi conto?>>
<<Non sei divertente.>> poggio Duffy a terra e lei inizia a correre verso la casetta.
<<E tu hai paura di una papera.>>
<<Tu hai paura dei gamberi.>>
<<Attento Rambo, stai varcando il limite.>> lo avverto mettendogli un dito contro.
<<Ah sì?>> ride e nel momento in cui sta per afferrarmi dal balcone spunta mia zia che ci richiama a salire per i pasticcini <<Questo non vuol dire che sei salva.>> mi sussurra all'orecchio per poi mollarmi uno schiaffo sul fondoschiena e correre verso il portone, inseguito da me che rido come una matta.