Edoardo Palmieri Ti Odio

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I giorni continuano a passare e la situazione non è cambiata di una virgola. In compenso dividendoci tra di noi abbiamo iniziato a pitturare la scuola e il terzo piano e metà secondo sono stati già stuccati e imbiancati. Ora come ora io, Nicola ed Anibal stiamo spennellando la mia classe mentre tutti gli altri sono in sala che si preparano per dormire.
<<Che hanno cucinato stasera?>> chiedo mentre faccio passare una gamba dall'altra parte della scala.
<<Hamburger e patatine da quel che ho capito.>> mi risponde Nicola. Sospiro fortemente e ricomincio a pennellare.
<<Sto morendo di fame.>> mi passo una mano in faccia e gratto il naso.
<<Qualcosa avranno lasciato anche a noi poveri lavoratori.>>
<<Si quieres te portiamo algo aquí, ya que eres la única que tarda tanto en pitturare.>>
<<Non ci metto tanto, curo i dettagli.>>
<<Pero es blanco, qué detalles hay?>>
<<Tu non mi capisci!>> mi porto una mano al cuore e scuoto la testa.
<<Mentre tu cerchi i tuoi dettagli invisibili noi andremo a mangiare.>> Nicola poggia il pennello a terra.
<<Lasciatemi qualcosa da parte, per favore.>>
<<My sol.>> lo spagnolo fa un inchino e io lo saluto con tante cerimonie per poi ricominciare a passare il pennello sul tetto. Guardo in basso e perdo dieci anni di vita quando la scala si inclina di poco per la mancanza di un tappetto.
<<Merda.>> poggio il pennello nel secchio e mi blocco <<Merda!>>
<<Potrei restarti a guardare per ore.>> Edoardo è poggiato alla porta con un lecca lecca in bocca.
<<Potrei picchiarti a sangue non appena scendo da qui.>>
<<Se scenderai.>>
<<Aiutami.>>
<<Non è incredibile come ogni volta che sei nei guai ti debba sempre salvare?>> cammina tranquillo tenendo le braccia incrociate.
<<La ruota gira per tutti, imbecille.>>
<<Trattarmi male non ti aiuterà a scendere da lì.>>
<<Scommetti?>>
<<Stupiscimi angioletto.>>
<<Già il fatto che tu sia stra cotto di me e mi ronzi sempre intorno sono fattori che pesano sul fatto che non lascerai me qui sopra.>>
<<La tua è una bella faccia tosta.>> si posiziona sotto di me e continua a guardarmi. Che Dio me la mandi buona. Lascio la presa delle mani e mi butto all'indietro senza pensarci due volte e il mio cuore si ferma nel momento in cui le braccia di Edoardo aderiscono perfettamente tra le mie ginocchia e la mia schiena.
<<Che folle prova di fiducia.>>
<<Non lo fare mai più.>> mi poggia a terra e lo guardo sorridendo <<Non sto scherzando.>>
<<Perché io sì?>>
<<Non sfidarmi.>>
<<Altrimenti?>> mi guarda serio senza tradire la sua espressione, per poi afferrarmi il polso e bloccarmi al muro <<Sei scontato.>>
<<E tu sei insopportabile.>>
<<Perché bloccarmi allora?>>
<<Perché mi hai stancato.>>
<<Io mi sto divertendo.>> e neanche ho finito. Gli prendo la lecca lecca e me la metto in bocca, scaturendogli una risata nervosa. Poggio la mia mano sul petto e inizio a scendere pian piano.
<<Che stai facendo?>> la voce roca lo tradisce e a tutti i costi trattengo una risata. Continuo a scendere e scambio la mano mentre con l'altra afferro il pennello che gronda di vernice.
<<Tu sei la persona più strana che io conosca, eppure non mento e ammetto che mi fai impazzire.>>
<<C'è un però.>>
<<Però hai scelto la persona meno consigliata da sfidare.>> faccio aderire il pennello dal suo viso alla sua maglietta. Si stacca dal muro e indietreggia di qualche passo per togliersi la vernice dagli occhi.
<<Aurora.>>
<<Non dire niente, lo so, lo so già. È palesemente il colore sbagliato.>> incrocio le braccia e scuoto la testa <<Abbiamo costatato che ti sta bene il nero, ora con permesso andrò a mangiare.>> nel momento in cui mi giro verso la porta si chiude di colpo. Scoppio a ridere ma smetto quando rigirandomi trovo Edoardo che mi fissa <<Ho diritto ad un avvocato, comunque.>>
<<Ti ammazzo.>> lo dice come se la cosa fosse ovvia.
<<Secondo me tu la prendi troppo sul personale, cioè insomma, secondo me il bianco spicca.>> vedo che si gira verso i bidoni di pittura e afferra un pennello <<Ma ti hanno mai detto che sei permaloso?>>
<<È inutile che corri. Sono più veloce.>>
<<Vabbè ora ti vanti pure, e comunque lo prenderò come un atto di violenza il tuo.>>
<<Prendilo un po' come ti pare.>> urlo quando mi afferra il polso e la vernice mi obbliga a coprire gli occhi <<Gli altri stanno dormendo, ti sembra il caso?>> mi sussurra passandomi il pennello sulle labbra.
<<Sei un grandissimo->> continua a spennellarmi fino a quando molto probabilmente la vernice non gli termina. Apro gli occhi e lo guardo.
<<No, non dirlo, lo so già, è palesemente il colore sbagliato, tra la tua carnagione e il bianco non c'è alcuna differenza.>> spalanco la bocca.
<<Sei uno stronzo!>>
<<Hai iniziato te, bambolina.>> si indica. Sbuffo e mi passo una mano sui capelli.
<<Mi hai verniciato anche i capelli!?>>
<<Può darsi.>> lancio un urlo di frustrazione e inizio a singhiozzare senza lacrime <<Dai, andiamo.>> posa il pennello insieme agli altri e mi guarda.
<<Ma dove!?>> mi lamento.
<<Via da qui.>> mi prende il polso e scende le scale.
<<Non posso uscire da qui, è notte e devo restare di guardia.>> sussurro.
<<Rilassati un po'.>> entra nella sala e guarda a terra tra tutti i ragazzi e alcune ragazze che dormono. Si ferma e inizia a calciare qualcuno fino a svegliarlo. Francesco. Gli dice qualcosa e senza aspettare risposta riesce <<Francesco terrà d'occhio la scuola.>>
<<Ehm... sei proprio sicuro?>>
<<Gli affiderei la mia stessa anima, è solo un po' stupido.>>
<<Tu hai un'anima? Mi stupisci Edoardo Palmieri.>> usciamo dal retro e sussulto quando un gatto salta su un secchione.
<<Karma.>>
<<Gne gne gne.>> saliamo sulla moto ed Edoardo mi guarda sorridendo.
<<Hai dormito abbracciata a me, potresti anche aggrapparti e finire di reprimere i tuoi sentimenti.>>
<<O potresti muoverti visto che è l'una di notte e sono troppo giovane per morire di freddo.>> gli sorrido.
<<Tu sei matta.>> da gas e giuro di mordere le labbra per tutta la strada fino a casa sua per il freddo e la paura. Una strada che dura meno di quanto pensassi visto che in giro non c'è anima viva. Apre il cancello e spegne la moto, estrae le chiavi di casa dai jeans e mi fa entrare <<Hai bisogno di qualcosa?>>
<<Un lavandino magari?>> ride sotto i baffi e scuote la testa.
<<Va a farti la doccia.>>
<<Cosa?>>
<<La doccia.>>
<<Mi basta un lavandino.>>
<<Non ti ho chiesto cosa preferisci.>> mi prende per il polso e inizia a salire le scale.
<<Ma la tua è una fissa per i polsi?>>
<<Ma ti lamenti sempre per tutto?>>
<<Sì.>> sorrido e mi lascia quando si ferma davanti la porta del bagno, entra nella sua camera e dopo qualche secondo ne riesce con dei vestiti.
<<Sai come si usa una doccia, vero?>>
<<Sai di essere un completo idiota, vero?>> fa saettare lo sguardo per tutto il mio corpo e una brutta sensazione mi colpisce il basso ventre <<Sì, lo sai.>> gli chiudo la porta in faccia e rido scuotendo la testa. Quanta pazienza ragazzi. Metto in una cesta la sua felpa un po' a malincuore per poi spogliarmi completamente e buttarmi sotto l'acqua bollente. Ed è incredibile come qui tutto profumi di lui.
Dopo essere tornata al mio normale colore di capelli e senza tossicità sul viso, con i vestiti più grandi di me sei volte scendo le scale di legno ed entro in cucina.
<<Tu hai dei vestiti un po' troppo grandi.>> mi siedo su uno sgabello e afferro le gambe con le braccia.
<<A me entrano.>>
<<Ma non mi dire.>>
<<Andrò a farmi la doccia.>>
<<Andrò a mettermi sul divano.>> nel momento in cui lui sale le scale io mi metto comoda e accendo la tv lasciandola sul primo canale che capita. Mi guardo un po' intorno per poi soffermarmi sulla libreria. Neanche io ho così tanti libri. Fantasy, psicologia, è una Bibbia quella? Afferro il cuscino e lo stringo mentre sento l'acqua al piano di sopra che scende rimbombando. Che poi Edoardo è proprio strano, prima fa lo scontroso e l'apatico e subito dopo è sempre accanto a me. Insomma è bellissimo, non lo negherò mai eppure sono certa che qualcosa nasconde, non per forza una cosa brutta però la nasconde, e poi non so quasi nulla di lui, chi sia realmente, quali sono i suoi hobby, gli piacerà il caffè? Preferirà l'inverno o l'estate? Sta sempre a casa da solo? I suoi genitori? Dicono di essere amici e di conoscersi ma sta sempre solo e raramente insieme a Francesco. Sarà uno scherzo delle stelle il mio, eppure se si tratta di Edoardo il mio cuore farebbe faville ma non so perché.
<<A che pensi?>> sussulto quando la sua voce mi arriva piatta alle spalle.
<<Hai letto la Bibbia?>>
<<Sì.>> nel momento in cui mi arriva davanti a petto nudo e con i capelli ancora bagnati abbasso lo sguardo.
<<E perché?>>
<<Ricordare.>>
<<Molto profondo.>> rido <<Non te la metti una maglietta?>>
<<Potresti toglierla te.>> sorride malizioso.
<<Sei un maniaco.>>
<<Mai detto il contrario.>> si siede appena accanto a me <<Hai sonno?>>
<<In realtà sì.>>
<<Vado a prepararti il letto.>>
<<No, no, posso dormire qui.>>
<<Non lascerò che tu dorma sul divano.>>
<<Stai calmo.>> ride e insieme saliamo al piano di sopra, entro nel letto e guardo lo spilungone che è poggiato alla porta.
<<Se ti serve qualcosa urla.>>
<<Se proprio insisti.>>
<<Buonanotte.>>
<<Notte.>> chiude la porta e sprofondo nel buio più totale, lo sento scendere le scale e il mio cuore si ferma. Per certi versi lancio un urlo soffocato, non so per cosa, adrenalina penso, però non mi sento a mio agio, proprio per niente. Non per qualcosa, perché Edoardo si è allontanato. Provo ad addormentarmi rigirandomi tra le coperte più e più volte fino a quando mi alzo di botto a sedere e sbuffo. Apro la porta e in punta di piedi arrivo fino a metà scale dove vedo Edoardo dormire con il divano aperto nascosto dai piumoni. Per un momento sento gli occhi chiudermisi e la mia coscienza solo una cosa mi urla di fare. Pian piano arrivo fino al divano e con non so quale coraggio ma con una familiarità che non so da dove proviene alzo il piumone e mi ci infilo dentro <<Edoardo Palmieri ti odio.>> sussurro e come se lo avesse fatto apposta lascia girare il suo braccio intorno alla mia vita per poi far aderire la mia schiena al suo petto <<Continuo ad odiarti.>> chiudo gli occhi e trattengo una risata stupida nel momento in cui il suo profumo mi avvolge completamente.
<<Non c'è odio senza amore.>> la sua voce roca riesce a farmi venire i brividi. È vero? Non c'è odio senza amore? Se ciao, è di Edoardo che parliamo.

Il Mio Cuore Chiede Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora