Ti Assolvo Dai Tuoi Peccati

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*Ma in che senso non venite?* trovatevi un'amica come me, che non appena vi vede nello stesso autobus che prendete tutti i giorni da anni ci chiama immediatamente.
*A me oggi non andava.* Anastasia ha abbandonato, ripeto, Anastasia ha abbandonato.
*Io devo andare dal dentista. A questo punto torna a casa.* e Francesca l'ha seguita.
*Come? A piedi!? Il prossimo autobus passa tra due ore!*
*Posso tornare a dormire?*
*Vi odio.* nel momento in cui mi affaccio alla vita fuori dagli alberi intravedo Anibal e Nicola da lontano, mentre Francesco ed Edoardo dall'altra <<Mi sta prendendo questa crisi.>> borbotto.
<<Ah sì?>> Alessandro mi afferra per il polso e mi fa girare su me stessa <<Buongiorno.>>
<<Mi sono scordata, non sai quanto mi dispiace.>> questa mattina il biondo davanti a me doveva passarmi a prendere, ma come un imbecille sono salita sull'autobus scordandomene completamente.
<<Potrei perdonarti.>> in fretta gli schiocco un bacio sulla guancia.
<<Perdonata?>>
<<Perdonata.>>
<<Oggi le mie amiche non vengono. Mi dovrai sopportare.>>
<<Oh no, che peccato.>>
<<Alessandro.>> ci giriamo entrambi <<Posso rubartelo un attimo?>> Francesco ci appare davanti più sorridente che mai.
<<Tutto tuo.>>
<<Aye mi sol, como va?>> lo spagnolo e Nicola mi si piazzano davanti.
<<Alla grande, voi?>>
<<Siamo sopravvissuti al primo mese, ce la faremo.>>
<<Pensate io che sopravvivo da tre anni.>>
<<E con quale forza di volontà.>>
<<Non lo so proprio. Allora, che ne pensate?>> chiedo indicando la scuola con la testa.
<<Per me è apposto, nessun problema.>>
<<Beh, se vi ficcaste voi nei guai ci sarebbe un bel problema.>>
<<Ti sembriamo così innocenti?>>
<<So per certa che siate degli angeli a confronto di altri.>> sposto lo sguardo su Edoardo. Guarda un gatto e il gatto guarda lui.
<<Può essere un po' scorbutico, ma non è cattivo.>>
<<Non ho detto che è cattivo, ho solamente detto che di certo non è un angelo.>>
<<Oh no, quello no di sicuro.>> ci giriamo tutti insieme verso il diretto interessato che adesso tiene il gattino tra le mani <<Ma non è malvagio.>>
<<Se lo dite voi.>>
<<Ti volevamo proporre una cosetta.>> Nicola che propone, non me la faccio sfuggire questa.
<<Ovvero?>>
<<Sabato sera ci riuniamo da me, è una cosa molto ristretta quindi se vuoi dirlo alle tue amiche e ad altri non c'è nessun problema.>>
<<Ci sto.>> e proprio quando stavo per superarli, mi blocco e li guardo <<Mi scrivi tu dove venire.>>
<<Ti scrivo io.>> ride il rosso.
<<Grande.>> torno da Alessandro che mi sta vendendo incontro <<Voglio andare a casa.>> annuisco convinta.
<<Non vai da nessuna parte.>> mi afferra per il polso e mi trascina ridendo fino in aula.

Fortunatamente la giornata è passata volando. Io e Alessandro ci siamo ammazzati dalle risate stando insieme tutto il giorno, ma il biondo mi ha dovuta abbandonare correndo dalla madre, quindi eccomi qui, che scendo dalla salita per arrivare in fermata. L'autobus di ritorno passa tra un'ora, che solitamente con Francesca e Anastasia passa in fretta, ma anche la compagnia degli altri studenti non è male, due sono davvero simpatici.
<<Aurora.>> ma qui la fortuna non è proprio dalla mia parte. Continuo a camminare dritta fino a quando non sento la presenza della sua mano che sta per afferrarmi.
<<Non toccarmi.>> mi giro di scatto e mi sposto dall'altra parte per far passare una macchina.
<<Ho bisogno di parlarti.>>
<<Io no.>> incrocio le braccia.
<<Ti scongiuro.>>
<<Che cosa vuoi?>>
<<Mi manchi Aurora, ti giuro.>>
<<Non mi importa.>> Raffaele, Raffaele, ele, ele. L'unico ragazzo che in diciassette anni mi abbia fatto piangere per amore. Che mi abbia fatto capire cosa vuol dire essere traditi e che adesso è qui a sperare in un "ti assolvo dai tuoi peccati."
<<So di aver sbagliato, io non ho avuto rispetto di te e non ti ho dato l'importanza che meritavi. Mi hai aiutato quando ne avevo più bisogno e io non l'ho mai accettato come dovevo.>>
<<Hai finito?>> lo guardo meglio <<Ah! Ho capito! Non dirmi che la biondina ti ha dato una bella batosta, o povero te, deve essere brutto eh.>> assottiglio gli occhi <<Per la terza volta.>>
<<Dai Aurora, sono stato un coglione, è vero, hai tutte le ragioni del mondo per odiarmi.>>
<<Ma io non ti odio, mentirei a me stessa se così fosse. Raffaele, io ti sono stata accanto, mi ero innamorata di te perché se volevi sapevi come farmi perdere la testa, e questa carta l'hai sempre usata a tuo favore. Ero tornata da te anche quando tu eri tornato da lei!>>
<<E infatti ho sbagliato, è vero Aurora, me ne rendo conto.>> annulla la distanza tra noi con pochi passi, per poi prendermi il viso tra le mani <<Farò tutto quello che vuoi, sono mesi ormai che ti penso, che penso a noi e quanto io possa averti fatto soffrire e non riesco a perdonarmelo.>> gli occhi di Raffaele fanno cilecca. Sbuffo e abbasso lo sguardo <<Abbi pietà.>> il suo profumo, che mi arriva dritto al cervello causandomi una marea di ricordi, riesce a farmi diventare anche gli occhi lucidi.
<<Non sei il ragazzo giusto per me.>> sussurro.
<<Ti prometto che ti farò cambiare idea.>>
<<Ci hai già provato.>>
<<Non spezzarmi il cuore.>>
<<Tu l'hai fatto.>> gli prendo le mani e le allontano dal mio viso.
<<Non dire così.>>
<<Torna alla tua fermata.>>
<<Aurora so che non lo pensi davvero. Possiamo ricominciare da capo.>>
<<Ho detto di no.>> dal silenzio più profondo del bosco che ci circonda, si ode il rombo di una moto, che si ferma esattamente accanto a noi.
<<Ti ho trovata.>> la voce di Edoardo si libera dietro di me <<Allora, andiamo?>> mi giro e lo guardo confusa mentre mi porge un casco tutto nero come il suo.
<<Stiamo parlando.>> Raffaele fa un passo avanti ed Edoardo lo fissa dritto negli occhi.
<<Avete finito.>> il moro non mi guarda più, si gira e inizia a scendere verso la sua fermata. Mi soffermo a guardare Edoardo negli occhi, poi, ricomincio a scendere <<Prego.>>
<<Non ho chiesto il tuo aiuto.>>
<<Ne avevi bisogno.>>
<<Cosa te lo fa pensare?>>
<<Pendevi dalle sue labbra, e lui è un ottimo manipolatore.>> continua a scendere a pochi passi con la moto.
<<Ti stai sbagliando.>>
<<Continua a mentire a te stessa.>> sgasa e io sussulto <<Dai, salta su.>>
<<Scusami?>>
<<Ti perdono, adesso monta.>>
<<No, grazie.>>
<<Preferiresti rimanere per un'ora sola in fermata al posto di salire?>>
<<Già.>> scrocchio le dita una per una.
<<La smetti di farlo? Sei insopportabile.>>
<<Abbiamo qualcosa in comune.>>
<<Andiamo angioletto, non posso lasciarti qua.>> <<Non puoi?>>
<<Non voglio.>> ruoto gli occhi al cielo e lo guardo.
<<Di solito non salto sulla moto del primo che passa.>>
<<Almeno non ti sto aspettando in fermata.>> si riferisce a Raffaele.
<<Preferisco Raffaele.>>
<<Potrebbe essere un maniaco.>>
<<Perché tu no?>>
<<Il rischio c'è.>> alza le spalle ridendo e mi mordo il labbro mentre penso ad una scorciatoia. Non voglio dover restare in fermata a guardare Raffaele e a cercar di sfuggirgli per un'intera ora, ma anche questo uscito dalla Famiglia Addams non scherza affatto.
<<Non farcelo essere.>> gli afferro il casco e lo indosso.
<<Hai fame?>>
<<No.>>
<<Hai fame?>>
<<Mi devi portare a casa.>> sibilo.
<<Non è quello che ho chiesto.>> mette in moto e aspetta che io mi sistemi.
<<Non metterò le mie braccia intorno a te.>>
<<Come vuoi.>> mi aggrappo alle maniglie e scende di corsa la discesa, gira a sinistra e senza problemi scende in città. Il suo profumo... c'è qualcosa di così familiare nel suo profumo.

Il Mio Cuore Chiede Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora