Sei Ubriaca

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<<Giorno.>> brontolo mentre allaccio la cintura in macchina di Alessandro.
<<Quella faccia?>>
<<Ciclo.>>
<<Oh...>> sorrido al suo imbarazzo <<Buongiorno.>> mi schiocca un bacio sulla guancia e mi passa un cornetto imbustato.
<<Sei troppo buono con me.>>
<<Voglio solo che tu stia bene.>> non riesco a bloccare un sorriso idiota.
<<Dai che divento rossa, parti.>> ride e con un po' di gas da inizio a questa luuuuunga giornata.
Arrivati a scuola restiamo seduti in macchina visto che non c'è anima viva.
<<Quindi da che ti travesti ad halloween?>> mi chiede mentre poggia la testa e la gira verso me.
<<Ho finito le idee in realtà.>> il biondo mi guarda di sbieco <<Cosa?>>
<<Ero ironico.>> scoppia a ridere.
<<Mi hai rotto il cuore.>> scuoto la testa e mi giro dall'altra parte.
<<Dai spruzzo di luna, scherzavo.>> mi stuzzica il fianco ma gli blocco il polso.
<<Io non parlo con te.>>
<<Ah no?>> si lecca le labbra e guarda la mia mano, e in un momento quella bloccata sono io.
<<Chiamo il WWF.>>
<<Volevi dire il telefono azzurro.>>
<<È la stessa cosa.>> provo a liberarmi ma tutti i miei sforzi sono inutili e nell'agitarmi mi finiscono tutti i capelli sul viso.
<<Hai finito?>>
<<Almeno puoi liberarmi la vista?>> con la mano libera mi riavvia i capelli dietro l'orecchio e si sofferma sulla guancia. Saetta lo sguardo tra i miei occhi e le labbra e questo non fa altro che causarmi non farfalle, ma una mandria di elefanti nello stomaco <<Il WWF lo chiamerò a prescindere.>> sussurro e gli strappo una risata.
<<Posso farmi indietro.>> dice a bassa voce, ad un fiato dalle mie labbra.
<<Sì, potresti.>>
<<Potrei.>> si avvicina lentamente e chiudo gli occhi.
<<A zozzoni!>> sussulto quando la voce di Francesco mi arriva dritta alle orecchie e sono sicura come nient'altro di essere così rossa da non avere la forza di guardare nulla. Sento la mano di Alessandro afferrare la mia e da una parte mi sento sollevata.
<<Non potrai sfuggirmi per sempre.>> dice.
<<Non ne ho intenzione.>> lo guardo e dopo aver afferrato lo zaino scendo dalla macchina ritrovandomi Francesco davanti <<Ciao.>> sforzo un sorriso.
<<Te lo rubo un attimo.>> ride. Alzo le spalle e vado verso l'entrata dove trovo Nicola ed Anibal.
<<Ragazzi.>> saluto.
<<Ragazza.>> per un certo senso mi guardano strani.
<<Che c'è?>>
<<Ma tu e Alessandro che impicci avete?>>
<<Ma perché mi fate tutti la stessa domanda?>>
<<Chi altro te l'ha fatta?>>
<<Edoardo.>> Anibal che prima sorseggiava l'acqua adesso sta tossendo come se fosse sul punto di affogare <<Oddio.>> inizio a prenderlo a colpetti sulla schiena e dopo qualche secondo torna alla normalità.
<<Y che altro te ha detto?>>
<<Niente, era solo il fatto che abbiate detto la stessa cosa.>>
<<Ah... va bene, dai andiamo.>> entriamo nell'edificio e camminiamo insieme fino in classe <<Ti ricordi di domani sera, giusto?>> mi chiede Nicola.
<<Sissignore.>> la grande festa.

••••

<<Oh porca vacca.>> io, Anastasia, Francesca, Alessia e Tiziano guardiamo imbambolati l'enorme casa di Nicola <<Non ne ho mai vista una così bella in tutta la mia vita.>> non è una casa, è una villa immensa. Tutte vetrate che lasciano intravedere lo stile semplice e moderno di tutta la casa. Un giardino immenso che chissà dove finisce e da dentro già si sentono risate e musica a palla.
<<Ma tu sei proprio sicura che questo sia l'indirizzo giusto?>> chiede Anastasia.
<<Ragazze! Benvenute.>> Nicola apre la grande porta di vetro e si sbraccia.
<<Penso proprio di sì.>> rispondo alla domanda della bionda. Mi avvicino al rosso e lo saluto <<Cosa si prova ad essere ricchi?>>
<<La pace dei sensi.>>
<<Se ti servisse una schiava fammi sapere>> mi giro verso le ragazze e le invito ad entrare <<Loro le conosci, lei è Alessia e lui Tiziano.>>
<<Ciao, piacere.>> si stringono la mano <<Bene, andiamo.>> entriamo in un salone immenso e per le poche luci che illuminano la stanza riesco a distinguere alcuni volti, come quello di Anibal che cerca di capire cosa ci sia dentro il suo bicchiere.
<<Io non mi sento proprio a mio agio.>> ammetto alle ragazze.
<<Dai Aurora, non ci pensare.>> facendoci slalom tra parecchie persone riusiamo ad accaparrarci un divano di pelle nera.
<<Andrò a prendere da bere>> Anastasia ci guarda uno per uno <<Chi viene con me?>>
<<Vengo io.>> Alessia si alza e io scivolo accanto a Francesca.
<<Non sorridere troppo.>> le do una piccola spinta.
<<È che ho un brutto presentimento.>>
<<È che non ti piace la musica a palla.>>
<<Anche, quindi? Alessandro? Ci sta?>>
<<Non l'ho visto in realtà.>> Anastasia e Alessia ritornano con quattro bicchieri <<Cos'è?>>
<<Non ne ho idea.>>
<<Tanto guida Francesca.>> sbattiamo il bicchiere sul tavolino e mando giù tutto ad un sorso e sento la gola andarmi letteralmente a fuoco.
<<Beh, ne andrò a prendere altri otto.>> mi alzo e pian piano mi dirigo al tavolo, afferro il mestolo e inizio a mettere la bevanda nel bicchiere.
<<Non sei un po' troppo piccola per bere?>> poi le persone non mi credono se dico che è inquietante... Edoardo è appena appoggiato al tavolo mentre mi guarda senza espressioni.
<<Non sei un po' troppo maggiorenne per parlare con me?>>
<<Ti sentirai male se continui a bere così tanto.>> sospiro e guardo il bicchiere, lo mando giù tutto ad un sorso e lo riempio una volta per poi tornare dalle ragazze.
<<Biondaaa!>> schivo in fretta il braccio di Francesco che collassa accanto ad Anastasia <<Tu si che sei bionda.>> le esamina i capelli <<Noo! Parlavo con quella biondaa!>> mi indica.
<<Ti sembro bionda?>> mi indico la testa.
<<Mi sembri un angelo, vola angioletto vola!>> Nicola lo afferra da una spalla.
<<Direi che peggio di così non puoi stare, eh? Andiamo, non vomitarmi sul divano.>> spariscono dietro un muro e finalmente mi metto seduta.
<<L'ho riempito!>> esulto e pian piano inizio a berlo.
<<Vacci piano.>> cantilena Francesca <<Al prossimo sei a terra.>>
<<Non ti do torto.>>
La serata passa, non so che ore siano, tanto meno quanto io abbia bevuto. In realtà non so neanche se ho bevuto. Per togliermi il dubbio mi alzo dal divano ma un giramento di testa mi colpisce di botto e barcollando arrivo fino al tavolino. Singhiozzo e nel momento in cui sto per bere un braccio mi afferra la vita.
<<Ti ho cercata ovunque.>> la voce di Alessandro mi arriva dolce.
<<Mi hai trovata!>> faccio un esulto e alzo le mani al cielo.
<<Quanto hai bevuto?>> mi esamina il viso.
<<Non ho bevuto, è il primo.>>
<<Sei rossa Aurora, ti riaccompagno a casa.>>
<<Nooo! Sto bene, vado solo a prendere un po' d'acqua.>> gli schiocco un bacio sulle labbra e rido alla sua espressione, mi giro e mentre vado verso il tavolo sbatto le palpebre più volte <<Acqua.>> guardo la vodka <<Acqua?>> sto per afferrare un bicchiere quando all'improvviso sento un blocco in gola ma non ci faccio troppo caso, non voglio rovinarmi la serata.
<<Ehi, ehi, ehi, non ci starai andando giù un po' troppo?>> Nicola mi compare da dietro bloccando il polso e solo in quest'istante mi accorgo che ciò che ho in mano è tutt'altro che acqua.
<<Sto benissimo!>>
<<E io ti credo, ma per stasera è meglio finire qui, no?>>
<<Ho bisogno di farmi coraggio!>> non smetto di ridere quando nell'intento di dargli un pugnetto sul braccio lo manco alla grande.
<<Coraggio per cosa?>> mi appoggio alla sua spalla e gli faccio girare lo sguardo verso Alessandro.
<<Mi piace così taaantoo!>> ammetto.
<<Che cavolo dici?>> mi afferra le spalle e sinceramente non riesco a guardarlo negli occhi per quanto mi girano.
<<Ti giuro! È così dolce e premuroso e sembra tanto un principe.>> mi incanto a guardare i suoi capelli biondi.
<<Sei ubriaca.>>
<<Questo non cambia ciò che provo per Alessandro!>> urlo <<Ciao Alessandro!>> li saluto quando mi guarda.
<<Dai Aurora sei troppo fuori, stanotte ti fermi qui va bene?>>
<<Ma io voglio Alessandro!>>
<<Caspiterina che guaio.>> si guarda intorno <<Senti, aspetta qui, ti scongiuro, torno subito.>> annuisco e nel momento in cui si gira afferro un altro shottino di vodka che mando giù tutto ad un sorso. Inizio a camminare verso il biondo che è girato di spalle ma che sembra più lontano di prima. Sento così caldo che la stanza sembra rimpicciolirsi e tutto diventa più appiccicoso. Mi fermo barcollando e nel momento in cui i miei occhi si chiudono l'ultima cosa che sento è un profumo così buono e familiare che addormentarmi mi riesce meglio del solito.

Non c'è nulla di meglio di una doccia calda... qui dentro è così immenso e pieno di vapore che ci resterei a vita. Sento la porta aprirsi di scatto e mi guardo intorno alla ricerca di qualcosa per coprirmi ma non trovo nulla.
<<Ti ho trovata.>>
<<Dai, esci.>>
<<Ti vergogni?>>
<<No, ma non sono neanche a mio agio.>> è un'ombra scura, non intravedo viso e la voce mi tradisce.
<<Andiamo angioletto, siamo solo io e te.>> angioletto? Faccio qualche passo avanti e mi mordo il labbro quando finalmente riconosco la persona davanti a me.
<<E va bene.>> allaccio le mie braccia al collo di Edoardo e lascio che le nostre bocche si scontrino.

Mi sveglio di colpo sotto una montagna di coperte. ERA UN SOGNO EROTICO SU EDOARDO PALMIERI QUELLO?? Sbatto più volte gli occhi ma quando li riapro il cuore mi si ferma. Questa non è camera mia. Provo a ricordare qualcosa di ieri sera ma ho il vuoto più totale. E adesso che cazzo faccio? Nuda non sono nuda, quindi è già qualcosa, ma questi non sono i miei vestiti, Dio aiutami tu. Sussulto quando la porta si apre. Eh però non dovevi aiutarmi mica in questo modo. Oh no, oh no, oh no, oh no.
<<Te l'avevo detto che ti saresti sentita male.>> Edoardo. Chiunque ma non lui vi prego. Chino la testa e mi faccio cadere i capelli davanti.
<<Dove sono?>>
<<A casa mia>> annuisco <<Prego.>> ironizza.
<<Ma di cosa?>>
<<Non ricordi nulla?>> scuoto la testa <<Tu sei collassata nel bel mezzo della stanza, non trovavo le tue amiche e ti ho portata qui.>>
<<E dov'è "qui"?>>
<<Un po' lontano da lì.>>
<<Grande...>>
<<Perché non mi guardi?>>
<<Perché guardare la tua faccia di prima mattina mi farebbe vomitare.>> improvviso sul momento.
<<Quanto ieri sera?>>
<<Ho anche vomitato!?>> mi lamento alzando lo sguardo su di lui.
<<Tre volte.>>
<<Merda... Hai visto il mio cellulare?>> guarda il comodino nero accanto al letto e lo afferro.

*Da Alessia: AURORA MA DOVE DIAMINE SEI??*
*Da Anastasia: AOOOO AURORAAAAA
AURORAAAAAAAAA
AUROOOOOOOOOO!!!! *
*Da Francesca: GESÙ SANTO AURORA MA DOVE SEI CAZZO???????*

<<Cazzo.>> borbotto.
<<Ci sono dei vestiti in bagno, vestiti, ti riaccompagno a casa.>>
<<Grazie.>> scendo dal letto e appena fuori la camera sulla destra noto un bagno nero. Non ci saranno troppi colori qui dentro? Chiudo la porta e mi guardo allo specchio: che schifo. Afferro la tuta e qualcosa riesco a sentire nel ventre quando mi accorgo che non può essere di nessuno se non di Edoardo ma la ricaccio subito via. Io, Aurora, faccio un cavolo di sogno erotico su uno con cui neanche parlo e mi ci ritrovo nel letto <<Tanto ormai.>> infilo tutto e mi raccolgo i capelli in una coda disordinata, per poi uscire dal bagno e camminare senza sapere dove andare.
<<Di sotto.>> urla. Scendo una rampa di scale bianca di legno e mi stupisco di quanto grande sia questa casa. Un divano ad isola, un bel televisore, un tavolo di vetro e una libreria a muro piena di libri. Guardo il divano e lo vedo pieno di coperte e cuscini.
<<Hai dormito qui sotto?>>
<<Avresti preferito che dormissi con te?>> chiede malizioso e sento le mie guance diventare rosse.
<<No.>> ride e scuote la testa.
<<Hai fame?>>
<<No.>> afferra le chiavi della moto e mi lancia una giacca. Usciamo di casa e dopo essere montati in sella inizia a dar gas arrivando in poco tempo sotto casa mia.
<<Angioletto.>> alza la visiera e gli restituisco la giacca mentre quel soprannome mi da una scarica assurda.
<<Grazie, per tutto.>>
<<Ci vediamo.>>
<<Già.>> lo vedo mentre sfreccia via senza guardarsi indietro e affogo il viso tra le mani. Non può piacermi Edoardo, non può. Non deve.

Il Mio Cuore Chiede Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora