Sto malissimo. Di tutto ciò che sta dicendo il professore di economia non sto capendo nulla e su tutte le cose che ha dettato ne avrò scritte quattro in croce. Fortunatamente è di economia che parliamo.
<<Ancora mi domando perché tu sia venuta a scuola, non potevi rimanere a casa?>> mi domanda mentre si pulisce gli occhiali da vista.
<<E perdermi una delle sue interessantissime lezioni dettate dalla prima parola all'ultima? Giammai.>> sorride e scuote la testa.
<<Mi scusi.>> una ragazza entra dalla porta bussando, è Alice, di quarto sala <<Volevo dire a tutti i ragazzi che tra cinque minuti devono scendere in sala per un'assemblea di istituto.>> ma tra venti minuti suona l'uscita...
<<Grazie Alice.>> il professore posa il gesso sul banco e inizia a battere le mani peggiorando terribilmente il mio mal di testa post sbornia.
<<Dai ragazzi, avete sentito, potete andare.>> metto apposto la felpa che mi era scivolata dalle spalle e indosso lo zaino da una bretella per poi uscire insieme agli altri dalla classe.
<<Sei così silenziosa oggi.>> Francesca si aggrappa al mio braccio ma per la poca forza che ho barcollo.
<<Ricordami che non devo mai più bere.>>
<<Faccio prima io ad avere un figlio.>> arriviamo in palestra e tutta la mia sicurezza cade nel momento in Gallo mi afferra il polso e mi porta al tavolo dei rappresentanti.
<<Oggi non scappi Aurora.>>
<<Non sia mai...>> borbotto.
<<Silenzio!>> una voce acuta rimbomba per le casse della sala. Mi giro verso la ragazza e la guardo. Bionda, slanciata con tutte le forme al suo posto. Eppure rimarrà per sempre una pu- <<Ho detto silenzio!!>> un fischio ci stordisce tutti.
<<Hija de puta.>> Anibal. Seduto alle mie spalle, si tappa le orecchie e scuote la testa e non posso trattenere una risata al suo insulto <<Quando ci vuole, ci vuole.>>
<<Hai ragione.>>
<<Ay mi sol, hai una faccia.>>
<<Lo so! Lo so.>>
<<Ok ragazzi, avete parlato abbastanza. Vorrei che tutti i rappresentanti delle classi mi raggiungano qui.>> nel momento in cui vedo Gallo completamente ignaro di ciò che lo circonda, scappo senza farmi notare appena dietro un tavolo finendo con lo sdraiarmi. Le solite due teste per classe si alzano e raggiungono Gallo, tra cui anche Andrea, della mia classe. Provo a vedere se si capisce qualcosa di quello che dicono ma sono chiusi tra loro. Pagherei oro per dormire in questo momento. Sto morendo di sonno. E io che volevo tanto tornare a casa e filare sotto le coperte senza problemi.
<<Buongiorno.>>
<<Non se ci sei te nei paraggi.>> mi chiudo ancora di più in me stessa e alzo il cappuccio fino a coprirmi gli occhi.
<<Perciò non ti serve un Oki per il mal di testa.>> mi mette la bustina davanti il naso.
<<E come fai a sapere che ho mal di testa?>> afferro la bustina e prendo la bottiglietta dallo zaino.
<<Perché dalle storie in cui vomitavi a terra ho immaginato che avessi passato una bella serata.>> scuoto la testa ripensando alla storia di Piera.
<<Edoardo! Ti ho cercato in largo e in lungo.>> stringo con forza la bretella dello zaino quando la voce della biondina entra in contatto con le mie povere orecchie. Respira.
<<Dimmi.>>
<<Potresti venire un attimo con me?>> dice a denti stretti mentre incrocia le braccia per far risultare il seno.
<<Ho di meglio da fare.>>
<<Edoardo->>
<<Delilah. Vattene.>> mi soffermo sugli sguardi di questi due e non so chi sia più consumato. Detto questo la biondina gira i tacchi e in poco tempo si ritrova a parlare con Alessandro, che squadra Edoardo e non nota la mia presenza.
<<Perché non sei andato?>> chiedo.
<<Perché poi avrei dovuto vederti solo da lontano.>> mi fa girare un braccio intorno alla vita e mi fa scivolare accanto a lui con le spalle al muro.
<<Smamma.>> gli levo il braccio ma oppone resistenza <<Edoardo Palmieri, levati.>>
<<Proprio adesso che ci stanno guardando tutti?>> mi sussurra all'orecchio e un brivido mi percorre tutto il corpo. Giro lo sguardo verso la palestra e vedo molti occhi puntati su di me mentre le labbra si muovono.
<<Cosa stanno dicendo?>> sposto il mio sguardo sul braccio di Edoardo che è ancora incollato alla mia vita.
<<Sicuramente qualcosa di brutto.>> rimango stupita dalla tranquillità con cui lo dice.
<<Edoardo.>> una voce profonda mi fa sussultare e quando alzo lo sguardo davanti mi ritrovo Alessandro <<Ciao.>> mi sorride e io ricambio. Sento il braccio di Edoardo che si irrigidisce e mi porta più vicino a sé. E le mie guance bruciano di calore.
<<Dimmi.>>
<<Perché non vieni a farci compagnia?>> dice indicando Francesco in lontananza.
<<Dammi un minuto ed arrivo.>>
<<Come stai raggio di luna?>>
<<Veramente male.>>
<<Son sicuro che sopravviverai.>>
<<Oh sì.>>
<<Vuoi aggiungerti a noi?>>
<<No, non vuole. Andiamo, forza.>> Edoardo si alza e un vuoto occupa il posto dove prima teneva il braccio.
<<Ci vediamo spruzzo di luna.>> vedo i due allontanarsi insieme mentre restano in silenzio e mi soffermo sulle enormi differenze. Edoardo ha le spalle più grandi, ha i capelli neri e veste scuro, il che lo fa apparire più magro di quanto già lo sia. Alessandro è biondo e indossa una felpa grigia con la tuta dello stesso colore. Quando raggiungono Francesco non parlano, ma non si tolgono gli sguardi di dosso. Infilo e sfilo la cover mentre tutti intorno parlano tra loro e d'un tratto mi arriva un messaggio.