<<Perché siamo qui?>> domando ad Edoardo mentre sorvoliamo casa di Federico <<Dove vai? No, ma che fai?>> scende nel terrazzo e ritrae le ali e io lo imito prima che bussi alla finestra dalla quale esce il moro.
<<Siamo tornati.>> dice Edoardo.
<<Questo lo vedo, vi fermate?>>
<<Andiamo a casa.>>
<<Perché vi state comportando come se foste amici?>> chiedo sottovoce.
<<Siete sicuri che abbia funzionato?>> chiede Fede ridendo.
<<Oh sì.>>
<<Non sto capendo.>> i due ridono e il moro esce fuori casa, si posiziona distante e all'improvviso delle ali nere appaiono con poca grazia, facendomi sussultare e sbattere la testa al muro <<Oddio.>>
<<Federico.>> fa una sorta di inchino e mi bacia il dorso della mano <<Demone della terra.>>
<<O porca->> Edoardo mi tappa la bocca.
<<Federico ci ha aiutati con la tua famiglia e i tuoi amici.>> sono ancora sconvolta.
<<Sei un demone. Ti conosco da quando sono nata e sei un demone. Sei un demone.>> gli giro intorno.
<<E tu un angelo.>>
<<È un demone.>> mi giro verso Edoardo.
<<Sconvolgente.>> dice ironico e io lo guardo di sbieco <<Come agiamo?>> chiede poi al moro.
<<Normalmente.>> si gira verso di me <<Sei giorni dopo il tuo compleanno, hai fatto le cose di sempre: ti svegliavi, facevi colazione, andavi a scuola, tornavi con l'autobus, pranzavi, uscivi con i tuoi amici, tornavi a casa, cenavi e andavi a dormire.>>
<<Ho una vita così triste?>> ride e schiocca le dita.
<<Il tuo aiuto è stato prezioso per noi.>> il moro annuisce e poi usciamo in strada <<Ti riaccompagno a casa.>> mi dice Edoardo e ci mettiamo in cammino.
<<Quindi, adesso che succede?>>
<<Tra diciassette giorni Dio e Lucifero ci richiameranno a cospetto.>>
<<Dove?>> ma nell'istante in cui i suoi occhi incontrano i miei l'immagine mi si spiaccica in testa <<Al salice.>> Edoardo annuisce <<E cosa succederà?>>
<<Non lo so.>>
<<Quindi tutto qui?>>
<<Ci sono delle... cose, che ti stanno cercando.>> tutta la spensieratezza che avevo prima viene rimpiazzata da un senso di freddo e mi giro verso il demone.
<<Perché?>>
<<Fanno parte della "caduta".>> mima tra virgolette <<E pensano che...>>
<<Pensano che?>>
<<Vedi, loro non hanno saputo di noi direttamente, sono state le voci che sono girate e sono arrivate fin loro, ma essendo che comunque ne erano a conoscenza anche loro sono stati puniti.>>
<<Sono qui sulla terra?>>
<<Sì, ma non sono come noi, si nascondo e non possiamo identificarli, nessuno conosce la loro vera forma. Potrebbero essere chiunque.>>
<<E perché mi stanno cercando?>> non mi risponde, lo faccio fermare e lo obbligo a guardarmi negli occhi <<Perché mi stanno cercando?>>
<<Per ucciderti.>> mi blocco di colpo <<Quando il tuo Dio ti punì disse che una volta incontrati se ti fosse successo qualcosa non saresti più rinata, saresti morta una volta e per tutte, e vogliono ucciderti in modo tale che loro possano tornare da dove vengono.>>
<<Quindi Delilah->>
<<È solo una stupida idiota che aveva perso le speranze.>> mi afferra la mano e ricominciamo a camminare <<Non permetterò che succeda, ti starò accanto ogni secondo.>>
<<Ma tu sei il mio ex.>> Edoardo spalanca gli occhi e mi guarda <<No!>> rido <<Per la mia famiglia e i miei amici, per loro sei lo stronzo che mi ha rotto il cuore.>>
<<E per te?>>
<<Beh, anche.>> lo guardo <<Ma sei anche lo stronzo senza il quale non posso davvero essere felice.>>
<<Mi riconquisterò la loro fiducia.>>
<<Alessia ti vuole morto.>>
<<Allora Alessia la illuderò.>>
<<Non entrerai nella testa della mia migliore amica.>>
<<Lo farai tu.>>
<<Non voglio mentirle.>>
<<No, no, non era una domanda, devi farlo e anche in fretta.>> pian piano il ragazzo accanto a me rallenta il passo fino a fermarsi.
<<Anche in fretta?>> guardo Edoardo e poi davanti a noi, dove la mia migliore amica sta arrivando da me come una furia.
<<Ma che stai facendo Aurora?>> chiede indicando con le mani il ragazzo accanto a me.
<<Ciao anche a te Alessia.>> ride Edoardo.
<<Ti ha interpellato qualcuno?>> gli punta un dito contro.
<<Abbiamo parlato.>> cerco di spiegarle.
<<Ti ha tradito con una troia di plastica.>> spalanco la bocca.
<<Che situazione imbarazzante.>> dice Edoardo.
<<Di imbarazzante ci sei solo tu.>> trattengo a stento le risate e mi ricompongo <<Vuoi spiegarmi o cosa?>>
<<È cambiato Alessia, davvero, io lo so.>>
<<Ma stai scherzando? Dai Aurora non dici sul serio.>>
<<Io non ti mentirei mai.>>
<<Ma sceglieresti lui al mio posto.>>
<<Cosa? No!>> afferro il viso della mia migliore amica e lo scuoto con forza.
<<Aurora io ti voglio bene, sei una sorella per me davvero, ma ti ha fatta soffrire come nessuno prima d'ora e non ti merita>> fa saettare lo sguardo tra me ed Edoardo <<Se scegli lui, perdi me.>> le braccia mi ricadono lungo i fianchi.
<<Dai Alessia, basta.>>
<<No Aurora, basta te.>>
<<Non puoi mettermi in questa situazione.>> le spiego.
<<Quindi hai scelto?>> che situazione di merda. Mi mordo il labbro e mi scrocchio il pollice per l'ansia. Se da una parte ho la persona con cui il mio destino è legato, dall'altra ho l'ultima persona dalla quale vorrei mai essere abbandonata. E nel panico più totale non trovo altra via d'uscita.
<<Dormi.>> afferro Alessia mentre pian piano scivola a terra e guardo Edoardo che mi aiuta poi a sollevarla.
<<Wow, grandioso, e adesso?>>
<<E adesso... e adesso...>> mi guardo intorno in cerca di una soluzione e l'unica che vedo è casa di Federico.
<<Aurora.>> il demone richiama la mia attenzione <<Non ci pensare minimamente.>>
<<Che succederebbe?>>
<<Va contro ogni legge.>>
<<Anche noi siamo contro ogni legge.>>
<<No, è vietato, Aurora entrale in quella cazzo di testolina, ti farai uccidere.>>
<<Beh tanto che cambia...>> guardo Alessia tra le braccia di Edoardo <<Affronterò le conseguenze.>>
<<Non vorresti affrontarle.>>
<<Non le friggerò il cervello.>>
<<Allora verrò con te.>>
<<No.>>
<<Verrò con te.>> mi sorpassa e io lo seguo fino a casa di Federico che ci fa entrare senza domande.
<<Dovrete legarla.>> ci dice e poi ci lancia una corda.
<<Non voglio farti finire nei guai.>> gli dico.
<<Oh no piccole' ho degli uomini da tentare e ammaliare.>> sparisce dietro la porta e in lontananza si sente la chiusura del portone.
<<Devi andartene Edoardo.>> lego Alessia il più forte possibile alla sedia <<Vattene via.>>
<<Non me ne andrò.>>
<<Senti.>> mi porto una mano ai capelli per l'ansia e mi piazzo davanti al demone <<Questa è già una situazione di merda, insomma, potresti starti a divertire senza problemi se non ci fossimo incontrati e sinceramente non voglio metterti sulla testa una condanna a morte, quindi vattene.>>
<<Bel discorso.>>
<<Abigor, ti prego.>>
<<Pensi che se ti uccidessero io poi starei spensierato tornando all'inferno? Pensi che la mia vita continui senza problemi senza di te?>>
<<Sarebbe molto meno problematica.>>
<<Aurora, sei tu la mia vita, il mio vivere dipende solo ed esclusivamente da te, non me ne andrò.>> mi mordo la guancia interna e lo bacio come non ci fosse un domani, perché visto quel che succede ogni giorno un domani non c'è mai. Ma non mi frega. Spintono il ragazzo fuori il salone e chiudo la porta a chiave <<Aurora!>>
<<Dormi Edoardo, dormi!>> nel silenzio più totale sento un tonfo secco e prego vivamente che non abbia sbattuto da nessuna parte. Mi avvicino ad Alessia e sbuffo <<Svegliati.>> si sveglia ti soprassalto e si guarda intorno.
<<Ma dove sono? Perché mi hai legata?>> inizia ad agitarsi e a strattonarsi.
<<Devi calmarti Alessia.>>
<<Perché mi hai legata ad una sedia?>>
<<Perché daresti di matto.>>
<<Ma io sto già dando di matto perché mi hai legata ad una sedia!>>
<<Alessia!>> urlo e si zittisce <<Devo farti vedere una cosa, non posso spiegartela perché sarebbe impossibile ma se non ti calmi diventerà più difficile di quanto già sia.>> mi guarda terrorizzata e decido di continuare <<Ti sarei grata se non iniziassi ad urlare, cioè dovresti solo stare zitta.>>
<<Aurora ma che stai->>
<<Shhh.>> mi allontano qualche passo e mi dondolo sui talloni <<Va bene.>> senza esitare inspiro e spalanco le ali e il terrore negli occhi di Alessia aumenta insieme alla sua bocca che si spalanca. Non parla.
<<Sei un mostro.>>
<<No! Sono... un angelo.>>
<<Sei un cosa?>> la voce le esce acuta e tremante.
<<Un angelo.>>
<<Sei un cosa?>>
<<Un angelo...>>
<<Un cosa?>>
<<Oddio l'ho rotta.>>
<<Ti prego, ti prego, lasciami andare ti giuro che non racconterò niente a nessuno, non uccidermi.>>
<<Alessia, ma sei matta?>> mi avvicino ma si contrae.
<<Non toccarmi! Non toccarmi!>>
<<Ti prego, devi ascoltarmi.>>
<<Tanto sono legata, dove vuoi che vada?>>
<<Mi ascolterai?>>
<<Ho altra scelta?>>
<<Che io ti faccia addormentare e farti credere che tutto questo sia un sogno?>> a questo punto si azzitta e io ritraggo le ali <<Io non sapevo di essere un angelo.>>
<<Ma dai...> dice ironica e la guardo male.
<<L'ho scoperto la sera del diciottesimo, quando ero uscita di fuori seguita da Anibal mi hanno addormentata e mi hanno portata su un palazzo, hanno addormentato anche voi.>>
<<Certo..>>
<<E allora perché da mezzanotte si erano fatte le due? Perché non ricordi cosa fosse successo in quelle due ore?>>
<<Vino?>> scuoto la testa e sospiro.
<<Mi hanno puntato una pistola alla gola, e poi mi hanno buttata giù dal palazzo, e sono precipitata per centoventotto metri, fino a quando all'improvviso.>> esco le ali di botto e Alessia sussulta <<Poi mi ero risvegliata sul palazzo, e avevo ricordato qualcosa.>>
<<Cosa?>> mi chiede e trattengo un sorriso nel riconoscere la sua curiosità.
<<Alessia, io ho i poteri della luna, la luna fa parte di me.>>
<<E chi ti avrebbe portata sul tetto?>>
<<Questo non posso dirtelo.>>
<<Certo.>>
<<Il giorno dopo il mio compleanno ero partita, sorvolando città e paesi che mai avrei pensato di vedere.>>
<<Ma non è vero Aurora.>> cantilena.
<<Arrivai alle porte dell inferno. Entrai e non puoi neanche immaginare.>>
<<Non posso, perché non è vero! Tu- tu sei malata, non so dove hai preso quelle cose, certo sembrano vere assolutamente ma adesso lasciami.>>
<<Non posso...> sussurro con un nodo in gola e mi asciugo le lacrime <<Devi credermi, non ti mentirei mai.>>
<<Ma lo stai facendo.>>
<<Io posso vedere Tiziano.>> le afferro il viso e la obbligo a guardarmi negli occhi.
<<Adesso basta.>>
<<Mi ha detto di dirti che ti vuole bene.>>
<<Smettila.>>
<<E che ti perdona per tutte le volte in cui gli hai rubato la merenda a scuola.>>
<<Basta.>> le asciugo le lacrime.
<<Devi credermi.>>
<<Tu sei pazza.>>
<<Allora spiegami le lacrime nere, spiegami i capelli che brillano allungandosi.>>
<<Io non lo so, ma tu stai fuori.>>
<<Io sto cercando un modo per dirti addio.>> a questo punto si immobilizza.
<<Che vuol dire?>>
<<Dovrò andarmene, e non so se ritornerò.>>
<<Non puoi lasciarmi.>>
<<Non ho altra scelta.>>
<<Io ho solo te.>>
<<E lo stesso vale per me, ma la morte mi sta rincorrendo e non ci vorrà molto quando mi afferrerà.>>
<<Stai per morire?>> alzo le spalle e mi siedo a terra ritraendo le ali.
<<Mi dispiace per tutto, davvero, ma non te ne accorgerai neanche, sarà come non ci fossi mai stata.>>
<<Ma ci sei stata.>> la guardo e inizio a slegarla.
<<Devi giurare di non rivelarlo a nessuno.>>
<<Certo, adesso vado in giro ad urlare ehi la mia migliore amica è un angelo! Per davvero!>> sorrido e scuoto la testa.
<<Hai paura di me?>>
<<Io non ho paura di te, cioè, di Aurora sì, ma questa te penso stia apposto.>>
<<Va bene.>>
<<No, ma seriamente dove siamo?>> dice indicando la casa.
<<Non preoccuparti, riconoscerai il palazzo.>> l'accompagno alla porta.
<<Ti chiamo dopo, okay?>>
<<Mi faresti felicissima.>>
<<Io ti voglio bene, resti per sempre la mia migliore amica.>> l'abbraccio e le schiocco un bacio sulla guancia e non appena svanisce dalla mia vista rientro con un brutto nodo allo stomaco.
<<Svegliati.>> Edoardo scatta a sedere spalancando gli occhi.
<<Che cosa hai fatto?>> mi sorpassa in tutta la sua altezza e si cerca intorno.
<<Mi dispiace.>> sussurro <<Ma capiscimi, e non urlarmi contro.>>
<<Ma, Aurora...>>
<<Te ne sarei grata se non sprecassimo più tempo.>> la voce mi si incrina e finalmente le braccia del mio ragazzo mi avvolgono completamente e giuro su qualsiasi cosa al mondo che non esiste riparo migliore.