<<Grazie.>> afferro la paletta che mi passa Anibal e inizio a raccogliere i pezzi di vetro da terra.
<<Quindi cos'è successo?>> mi chiede Nicola.
<<Mi sono svegliata e basta, come da un lungo sonno, poi sono scesa ed era tutto distrutto, Delilah mi ha detto che intenzione aveva.>> mi giro verso il moro <<La prossima volta che dovrai operare qualcuno, cerca di essere un po' più delicato.>>
<<Sai, di solito i punti luce non rimangono frammenti.>> dice ovvio.
<<Ma che sono?>> chiedo.
<<I punti luce sono le uniche armi che possono uccidere con uno solo schiocco angeli e demoni, sono come spruzzi di fulmine e una volta che ti colpiscono.>> Alessandro apre con aria un sacco della spazzatura <<Diventi polvere. Per questo non capivamo come mai il tuo corpo fosse ancora integro, tu eri ancora lì ma non respiravi, non reagivi a nulla, e il tuo lui ha dato fuori di testa.>> con la testa indica Edoardo che lo osserva con indifferenza.
<<Beh dai, in fondo non ci sono troppi danni.>> dice Nicola guardandosi intorno, noi lo imitiamo e poi lo guardiamo con consapevolezza.
<<Zitto e pulisci.>> Anibal lo afferra per il collo e se lo trascina verso la lampada.
<<Francesco vale anche per te.>> lo stuzzico con il manico della scopa mentre lui è spaparanzato sul divano.
<<Mica ho distrutto io casa.>>
<<Se non ti alzi, ti distruggo quel che resta del tuo cervello.>>
<<Puoi iniziare a cercare allora.>> si porta le mani dietro la testa e si allunga, mi rigiro e scuotendo la testa ricomincio a spazzare.
<<Amico, insomma, non sembrerebbe ma picchia forte, io ti direi di alzarti.>> Alessandro ride.
<<È una femmina, non sa picchiare, ma sa pulire.>> la scopa mi casca dalle mani e rimango paralizzata, mi giro lentamente verso il moro e mi drizzo <<Come dicono gli umani? C'era una canzoncina sulle donne->>
<<Fra, smettila.>> Nicola lo richiama e io inizio ad avvicinarmi.
<<Nono, adesso mi viene... donna schiava...>>
<<Zittisciti.>> Anibal scuote la testa ed Edoardo sorride appoggiandosi sull'orlo della scopa.
<<Ah ecco! Donna schiava zitta e->> prendo a piena mano i suoi capelli e li strattono facendolo scendere dal divano.
<<Scusa? No, ti prego, adesso voglio sentire la fine.>> più lui tira giù con la testa più io tiro su con la mano e intanto lamenti di dolore gli escono dalla bocca.
<<Ahi, ahi, ahi, ahi.>>
<<Hai due possibilità, o pulisci tutto il salone raccogliendo vetro per vetro mentre noi ti aspettiamo in cucina bevendoci una tazza di latte caldo->>
<<Ma- ahi!>> faccio avanti indietro con la sua testa.
<<O ti riempio di botte come ho fatto con Alessandro fino a farti implorare perdono per il commento sessista che hai appena detto.>>
<<Non era proprio->>
<<E chiederai anche scusa per ciò che hai detto sulle donne.>>
<<Ma era una battuta!>> ride ma smette di farlo quando con la mano libera gli afferro le parti basse e inizio a stringergliele.
<<Non ho capito.>> sorrido.
<<Pulirò tutto quanto.>> dice con un filo di voce.
<<Voi lo sentite?>> mi giro verso gli altri nella stanza che mi guardano con sguardo spaventato misto al dolore.
<<Mi scuso per la battuta sessista e pulirò tutto quanto.>>
<<Ahh! Ecco, perché non lo dicevi prima?>> quando libero le prese cade a terra in ginocchio stringendosi il piccoletto tra le mani <<Ovviamente scherzavo, pulite tutto, tu specialmente.>> punto il dito contro il mio ragazzo che scuote la testa e si morde le labbra. Tutti i ragazzi ricominciano a spazzare e a raccogliere le piume da terra <<Bene, allora vado a preparare il latte.>> sorrido e vado verso la cucina.
Dopo una bella mezz'ora abbondante entrano in cucina tutti i ragazzi esausti come mai che si stendono sul tavolo.
<<Oh, ma che carini, sembra quasi che abbiate lavorato.>> poggio le tazze calde davanti ad ognuno di loro e poi afferro la mia sedendomi sul bancone.
<<Ma è buonissimo, cos'è?>> mi chiede Francesco.
<<Latte.>>
<<Così dolce?>>
<<Latte col miele.>>
<<Ma è buonissimo.>>
<<Quindi.>> Nicola prende un sorso <<Le tue ali.>>
<<Nicola...>> Alessandro lo richiama.
<<Solo perché voi non avete il coraggio di dirlo non vuol dire che non lo pensiate.>>
<<Che un angelo non è angelo senza ali.>> finisco io per lui <<Già.>>
<<Torneranno.>> mi dice.
<<Certo.>> sforzo un sorriso.
<<Aurora, riavrai le tue ali.>>
<<Lo spero.>> come coordinati i quattro seduti al tavolo alzano la tazza nello stesso istante e con un sorso finiscono il latte, guardo il mio e noto che è ancora bollente.
<<Bene, è arrivato il momento di tornare a casa.>> dice Nicola scendendo dallo sgabello.
<<Di già->> Francesco riceve uno schiaffetto dietro la testa da Alessandro.
<<Cerca di non ammazzarti.>> Nicola ed Edoardo si stringono la mano.
<<Non ne ho il motivo.>>
<<Dai vi accompagno.>> esco dalla cucina e gli apro la porta di casa.
<<Prova, a non morire stanotte.>> Francesco mi stringe una guancia e io rido.
<<Fottiti.>> gli faccio il dito medio.
<<My sol.>> Anibal mi schiocca un bacio sulla guancia.
<<Riposatevi, mi raccomando.>> Nicola mi abbraccia e io ricambio, ma quando Alessandro sta per passare a testa bassa gli blocco il braccio e i suoi occhi si spalancano sulla mia mano.
<<Grazie per averlo combattuto.>> guardo Edoardo che dalla cucina sta mettendo le tazze nel lavello.
<<È stato il minimo.>>
<<Non per me, se probabilmente non ci fossi stato tu a quest'ora non ci sarebbe neanche lui.>> il biondo mi sorride e annuisce.
<<Qualsiasi cosa->>
<<Puoi contare su di me. E mi dispiace per le cose che ti dissi uscita dagli inferi. Mi dispiace.>> lo stoppo prima che possa finire e sorrido nel vedere la sua espressione sorpresa <<Davvero.>> lo abbraccio e anche se un po' titubante fa lo stesso <<Buonanotte!>> li saluto mentre spiccano il volo e mi richiudo la porta alle spalle raggiungendo il demone in cucina <<Penso che appena toccherò letto mi addormenterò subito.>> salto sullo sgabello e lascio dondolare le gambe piene di lividi. Poggio il piede sull'altra sedia e mi tasto i punti viola e i tagli che si stanno cicatrizzando <<Che palle.>> sbotto e continuo a salire fino alla coscia <<Guarda che merda.>> Edoardo si gira e si avvicina analizzandomi la gamba.
<<Non posso non pensare che sia colpa mia.>> lascia scivolare la sua mano sulla mia pelle.
<<Sono io che casco anche da in piedi.>>
<<Perché non ti fai una doccia calda? Poi mangi qualcosa e ti metti a letto.>> annuisco e poggio la testa sul suo petto.
<<Ti amo.>> alzo lo sguardo e mi fisso nei suoi occhi <<Del tipo, che neanche immagini quanto.>> stringe le labbra e mi lascio cullare dalla sua mano sul mio volto <<Ricordatelo sempre.>> gli bacio il palmo e mi incanto a guardargli la maglietta.
<<Sei tutta la mia vita Aurora.>> lascia scontrare le nostre labbra e mentre è in piedi davanti a me mi attacco ad abbracciarlo.
<<Non voglio andare su da sola.>> ammetto <<Ho paura di restare sola.>> mi prende per mano e dopo aver spento la luce della cucina saliamo le scale buie e un senso di vuoto mi afferra lo stomaco. Quando in un istante la luce del corridoio si accende riprendo a respirare. Anche quando arriviamo in camera Edoardo non mi lascia per un secondo la mano, neanche per prendere il cambio, continua a baciarmi il dorso come a dire "Stavolta non ti lascio, ci sono io qui con te." e questa cosa mi rassicura come nient'altro. Mi tiene la mano anche quando in bagno apre l'acqua calda e pian piano il vapore arriva ad appannare il vetro. Chiude la serranda e la finestra per poi guardarmi.
<<Ti aspetto a letto.>> mi supera in tutta la sua altezza ma non mollo la presa con la sua mano e questo lo obbliga a rigirarsi <<Tutto bene?>> ma non gli rispondo, mi limito a chiudere la porta alle sue spalle e a spogliarmi completamente. Afferro l'orlo della maglietta e gliela sfilo di getto per poi fare lo stesso con i pantaloni e i boxer. Prendo le sue mani e me le incrocio dietro la schiena obbligandolo ad abbracciarmi. Mi afferra il viso e inizia a baciarmi senza frenesia ma con quell'amore che solo lui può darmi. Cammina all'indietro e ansimo quando la cascata d'acqua entra in contatto con la mia pelle. 'Ste maledette farfalle che solo Edoardo può far rivivere dopo avventure come queste. Lascio incrociare le mie braccia dietro il suo collo e sospiro quando le sue mani si poggiano sul mio punto vita e i suoi baci si mischiano alle gocce d'acqua sulla mia fronte, rendendo l'attimo di una doccia una dichiarazione d'amore che da tanto mi mancava sentire.