E Ora?

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"Perché non vuoi dirmi da cosa ti travesti?" tra poco finisco a litigare con Alessia.
"Sto per attaccarti." finalmente è arrivato Halloween, devo dire che il mese di ottobre è stato il più veloce fino ad ora e stasera, come promesso, andremo a fare dolcetto o scherzetto per la città.
"Sì, anche io in realtà. Sii puntuale per favore." si affretta a dire per poi chiudere la chiamata. Ho sempre amato festeggiare halloween. Mi ci impegno sempre nei trucchi che faccio. Ricordo che il primo è stato Mario Bross, ma erano i tempi della prima media e da quel che ricordo era abbastanza orrendo. Poi avevo comprato un pigiamone da mucca e quel giorno incontrai il ragazzo più bello della città che al contrario di me era uno zombi alquanto figo. L'ultimo trucco fu l'anno scorso da vampiro, e ricordo i bambini che mi fermavano chiedendomi se le lenti rosse fossero occhi veri. Quest'anno invece ho optato sul classico cercando di ricreare a modo mio qualcosa di inquietante ma che mi chieda poco impegno, come ad esempio delle lenti bianche con due mini buchini che lasciano intravedere dove vai, mooooltissimo sangue finto sparso ovunque, e i capelli colorati con la bomboletta rossa. Tossicità cosa mia. Gli unici vestiti che possano risultare inquietanti sono una camicia bianca da pazzo che mi arriva a metà coscia con le maniche lunghe, tanto da fare il giro del mio corpo più del dovuto. Per il resto delle calze nere rotte e un paio di stivaletti bianchi. Afferro la zucca di plastica che ho modestamente rimodernato pitturandola di nero e facendola più dark, ci metto dentro le chiavi di casa e prima di uscire mi do la centesima passata di sangue finto.
Essendo in questa città da quando sono nata ed avendo una famiglia amichevole come io conosco tutti, tutti conoscono me e ogni due per tre sventolo la mano per aria e urlo un "Ciao! Come stai?!" a tutti i negozianti e passanti. Quando entro in gelateria la prima che scoppia a ridere è Giada, la gelataia, è una delle persone più importanti per me. Tutti si girano a guardarmi e i bambini si azzittiscono. Tutta la gelateria cala nel silenzio, fino a quando una bambina non scoppia a piangere e inizia a tirare i jeans della mamma. Sono fiera del mio trucco. Cioè, non per aver fatto piangere una bimba, ma vabbè. Mi metto seduta al tavolo e controllo l'ora. Sono le otto e cinque e di Alessia neanche l'ombra, quindi decido di chiamarla.

"Dove sei?"
"Vicinissima, due secondi e sto lì."
"Okay." mi porto una mano al petto quando mi sbuca un bambino da dietro.
<<Oh mamma mia.>> devo riprendere polso.
<<Sei inquietante.>>
<<Menomale.>>
<<No, cioè seriamente, fai paura.>>
<<Okay...>> resta lì fermo a guardarmi, riesco a farmi mettere in soggezione anche da un ragazzino.
<<Eccomi.>> la voce di Alessia mi arriva dritta alle orecchie quando entra nella gelateria <<Oddio.>> si porta una mano al cuore e mi guarda <<Adoro!>>
<<Vedo che anche te ti sei impegnata.>> si è travestita da vampiro, indossa la dentiera con i canini finti e si è disegnata le vene agli occhi, affascinante.
<<Non tutte abbiamo questa fantasia.>>
<<Ah, certo, andiamo?>>
<<Sì, però...>> mi giro verso Giada.
<<Ci vediamo dopo, andiamo a fare dolcetto o scherzetto!>> le dico mentre agito le mani per aria. Lei scuote la testa e ride.
<<Aurora, dovrei dirti->>
<<Sono fiera del mio trucco, ti piace, vero?>>
<<Sì, però prima dovrei dirti una piccolissima cosa.>> ma non l'ascolto, aspetto che la porta elettrica si apra e che il fresco della sera mi colpisca in faccia.
<<Muoviti, che devi dirmi?>> chiedo. La guardo in faccia e vedo che sorride a qualcuno, seguo lo sguardo ma per quanto cerchi di sforzarmi le lenti non mi fanno vedere molto <<Chi stai salutando?>> <<Se probabilmente te lo dicessi scapperesti.>> come un sesto senso il mio stomaco si rigira otto volte e mi cascano le braccia a terra. Inizio a camminare veloce verso l'ignoto <<Aurora, aspetta!>> Alessia mi raggiunge correndo e mi fa girare dalla spalla <<Non scappare.>>
<<Perché sono qui?!>> urlo sottovoce indicando il duo che attraversa la strada.
<<Ho pensato che sarebbe stato più divertente, e poi né Francesca e Anastasia potevano.>>
<<Ma perché pensi?! Non pensare!>>
<<Bionda!>> Nicola sta per mettermi un braccio intorno alla vita ma mi scanso.
<<Non toccarmi.>>
<<Giusto, nessun contatto. Però, che bomba di trucco! L'hai fatto tutto te?>>
<<Sì.>> cerco di sorridere ma un odio in me cresce. Non per Nicola, ma io odio le cose fatte all'ultimo momento.
<<Figo, io mi sono arrangiato come meglio potevo.>> dice facendo un giro su sé stesso. È vestito con il camice di un dottore e indossa una mascherina e i guanti, completamente sporco di sangue finto <<Siamo anche coordinati, io il dottore e tu il paziente.>> mi rassegno al fatto che di cattivo in Nicola non c'è proprio nulla e forse è stato anche un bene che Alessia l'abbia invitato.
<<Bene.>>
<<Tu mi batti sicuramente, allora my ladies da dove volete iniziare?>>
<<Solo, seguite noi.>> Alessia gli sorride e poi mi prende sottobraccio.
<<Questa serata me la pagherai.>> sibilo.
<<Mi ringrazierai, non è ancora finita. Comunque come sempre arriviamo alla stazione e da lì iniziamo ad andare nei negozi.>> rallenta il passo e si affianca a Nicola iniziandoci a parlare. Fortunatamente il chiasso della città riempie i silenzi imbarazzanti, ma se gli sguardi potessero cuocere, avrei le spalle a fuoco.
<<Devi guardarmi ancora per molto?>> e so già che un piccolo sorriso si è preso possesso delle labbra di Edoardo.
<<Ho svariate ragioni per farlo.>> d'un tratto capisco che quei sguardi non erano diretti alla schiena. Smetto di camminare e mi lascio sorpassare.
<<Maniaco.>>
<<Bel trucco.>>
<<Lo so.>> squadro il ragazzo qui davanti e guardo le orecchie pelose che ha sulla testa. Indossa una camicia bianca e dei pantaloni neri.
<<La tua modestia mi fa impazzire.>>
<<Dovresti tenerti per te questi commenti.>
<<È più forte di me, ma potresti sempre  insegnarmi.>> si blocca e io passo avanti. Che ragazzo maturo <<Non ti piacciono i bambini?>>
<<Da quanto tempo mi stavi osservando?>>
<<Un leone osserva sempre la sua preda.>>
<<Evapora.>> entro di soppiatto dentro una piccola boutique, afferro la mia scorta di caramelle e riesco trionfante ritrovandomi Edoardo con le mani nelle tasche. Una cosa che non avevo notato prima sono le lenti rosse che ha, e i canini, e la camicia strappata che lascia intravedere l'addome. Dovrebbe essere un lupo?
<<Alessia e Nicola?>>
<<Sono andati via.>>
<<Che vuol dire?>>
<<Che tramite le gambe han->>
<<Zitto.>> quando afferro il cellulare ci ritrovo sopra un messaggio di Alessia.

*Divertiti, mi ringrazi dopo!*

<<La ringrazi dopo per cosa?>> Edoardo comprare alle mie spalle, io mi allontano e poso il telefono nei pantaloni.
<<Fatti gli affari tuoi.>> mi guardo intorno e non vedo altro che bambini che corrono per i negozi <<E ora?>>
<<E ora siamo solo io e te.>> sorride.

Il Mio Cuore Chiede Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora