Ti Sei Scavata La Fossa

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Quando mi risveglio riconosco la stanza di Edoardo e le coperte che profumano di lui. Mi rigiro a guardare fuori la piccola finestra e vedo il sole che entra dalle tapparelle. Se ripenso a stanotte l'unica cosa che mi viene in mente è al fiato di Edoardo sul mio collo e adesso non so davvero come comportarmi, è come se sapendo di averlo davanti diventerò subito rossa. Settimane ci litigo e poi mi ci ritrovo sotto le coperte. Mi alzo a sedere sul letto ma quando noto di essere nuda mi ricopro con il piumone nero. I pantaloni sono al piano di sotto. Porca vacca. Mi alzo pian piano per andare al cassettone e ne estraggo un paio di pantaloncini della grigi insieme ad un felpone bianco. Sembro la copia brutta di Edoardo. Scendo le scale con calma ricordando il volo di ieri e arrivo in cucina trovando il ragazzo che recupera da uno scaffale una padella.
<<Ciao.>> mi appoggio alla porta e quando Edoardo si gira la padella scivola dallo scaffale e gli arriva in testa causando un tonfo bruttissimo <<Oddio!>> mi tappo la bocca, un po' per non ridere e un po' per lo spavento.
<<Porca troia.>> tiene la testa tra le mani e se la massaggia. Inizia a singhiozzare ma non capisco se stia ridendo o piangendo.
<<Ma stai ridendo o piangendo?>>
<<Mi son fatto malissimo.>> sta ridendo.
<<Pensavo pressappoco morissi di trauma cranico.>>
<<Bei vestiti.>>
<<Ti ricordo che ieri sera mi hai messo sotto la doccia con i miei.>>
<<Già, bella scena.>> prende la padella da terra e la mette sui fornelli <<Stai bene?>> lo sussurra quasi e non mi guarda.
<<Sì, tranquillo.>> e sento già le guance dipingersi di rosso.
<<Sei sicura?>> ma penso sia più imbarazzato lui di me.
<<Ti giuro.>> mi siedo sullo sgabello e incrocio le braccia.
<<Ti stai pentendo?>> mi guarda.
<<Cosa?>>
<<Hai le braccia incrociate e mi stai a due metri di distanza.>> non so se ridere per il fatto che nota le mie braccia incrociate o piangere perché pensa che mi stia pentendo di quello che è successo.
<<È perché non so come comportarmi.>> ammetto mentre uso le mani per portarmi i capelli dietro <<È perché non so cosa ti passa a te per la testa.>>
<<Cosa mi passa a me per la testa?>> ride, si avvicina e si fa spazio tra le mie gambe prendendomi il viso tra le mani e lasciandomi un bacio dolce sulle labbra <<Come prima cosa questo. Come seconda cosa una bella colazione per rimetterti in sesto.>> mi fa l'occhiolino e io lo spintono ridendo.
<<Non ti trovo divertente.>>
<<Ci credo poco.>> si morde le labbra ed esce dalla piastra quattro waffles caldi. Afferra la nutella e dal frigo esce la panna spray.
<<Vuoi uccidermi?>>
<<Sopravviverei senza di te?>>
<<Paraculo.>>
<<Giusto un po'.>> dopo aver spalmato la nutella spruzza sopra una bella quantità di panna e mette i piatti a tavola.
<<A che ora vuoi andare a casa?>>
<<Vuoi liberarti già di me? Pensavo saresti durato almeno una giornata.>>
<<Perché non resti tutto il weekend?>> alla sua domanda mi strozzo con un pezzo di waffles e dopo aver tossito almeno sedici volte torno a respirare con le lacrime agli occhi.
<<Non dici sul serio.>> nel frattempo mando giù un bel po' di latte.
<<Lo prendo come un sì?>> la malizia nella sua faccia si potrebbe benissimo dipingere su quadro.
<<Devo tornare a casa.>> ma lo sai anche te quanto vorrei restare.
<<Sì, lo so.>> risponde come se mi avesse letto nel pensiero <<Rimani almeno tutto oggi, ti prometto che alle sette ti riporto a casa.>>
<<Va bene.>>
<<Vado a farmi una doccia e torno, okay?>> mi lascia un bacio sui capelli e corre al piano di sopra. E per un momento lancio un urlo interno di felicità. Poso i piatti nel lavandino e non volendo restare ad aspettare sua maestà mi viene in mente un'idea malsana, sperando che vada a buon fine.
Sgattaiolo di sopra e apro pian piano la prima porta con i scatoloni dentro, accendo la luce e noto uno scatolone corto con sopra l'immagine di un albero.
<<Sapevo che non poteva essere così crudele.>> lo prendo in mano e lo porto al piano di sotto, poi torno di nuovo sopra e cerco le scatole con gli addobbi. Dopo aver portato tutto, esco l'albero dallo scatolone e inizio ad assemblarlo e ad aprire i rami. Non è grandissimo, sarà alto un metro neanche, ma che Natale è senza addobbi? Inizio ad aprire la scatola con le decorazioni e come prima cosa metto le lucine, poi pian piano passo alle palline e data la mia bravura nel montare gli alberi di Natale in una ventina di minuti ho già fatto la parte sopra e in mezzo. Nonnina sarebbe fiera.
Sento la porta del bagno aprirsi e i passi di Edoardo che vanno in camera, in cinque minuti scenderà qui sotto, a meno che... salgo al piano di sopra e mi si accende la lampadina che credevo di non avere. Vado in bagno e rubo dall'accappatoio la cinta, faccio un nodo alla fine e lego tra loro la maniglia della camera di Edoardo e quella del bagno in modo tale che se tira una l'altra la blocca.
<<Che stai facendo?>> prova ad aprire la porta ma riesce solo a far passare due dita <<Che fai?>>
<<Ti verrò a liberare, promesso, dammi qualche minuto.>>
<<Aurora!>> urla mentre corro al piano di sotto.
Con l'ansia che Edoardo possa buttarsi di sotto e apparire dalla cucina adocchio un tappetino bianco che metto sotto l'albero, e dopo averlo riempito di palline anche dietro e sotto lo spingo tra la lampada e la tv. Finisco di metterci due nastri che hanno sopra disegnati delle renne e porto gli scatoloni in cucina, spazzo a terra levando i pezzetti verdi di albero finto e nascondo il puntale, un angioletto, dietro un cuscino sul divano <<Aurora!>>
<<Oh mannaggia, oh mannaggia. Io ti giuro che ho davvero quasi finito, manca poco!>>
<<Appena esco da qua ti ammazzo!>> apro il secondo scatolone e prendo gli addobbi che rimangono e inizio a sistemarli per il salone.
Sono quasi invidiosa. Quando controllo l'orologio noto che ho tenuto Edoardo chiuso nella sua camera per mezz'ora se non di più. Salgo le scale cercando di non farmi sentire ma scricchiolano <<Ti sento.>> borbotta lui.
<<Allora, sto per aprire la porta, però tu mi devi promettere che non tenterai nessun tipo di omicidio.>>
<<Credimi, ti converrà correre a chiedere aiuto in strada quando leverai quella cinta.>>
<<No, ecco vedi? Se io non levo la cinta tu rimani qui dentro, quindi, farai il bravo?>>
<<Sì.>>
<<Non sei convincente.>>
<<Non volevo esserlo.>> levo la cinta e corro fino alla fine del corridoio. La porta si apre piano piano e lo sguardo di Edoardo mi sta già squagliando <<Ti sei scavata la fossa.>> inizia a correre verso di me, per l'adrenalina scoppio ad urlare e per arrivare prima di lui al piano di sotto mi siedo in punta alle scale e inizio a dare culate fino alla fine. Mi alzo in piedi e corro verso l'alberello ma prima prendo un cuscino per salvarmi dalla furia <<Ma che...>> gli ultimi gradini li scende con calma e con un sorriso che va da orecchio ad orecchio.
<<Buon... non-Natale!>> si avvicina all'albero, nonché si avvicina anche a me, per questo metto il cuscino in mezzo.
<<Ma perché?>> io alzo le spalle e mi avvicino al divano.
<<Tieni.>> ripesco il puntale da dietro il cuscino e glielo do <<Così potrai dire che hai collaborato.>> me lo prende dalle mani e dopo qualche tentativo riesce a farlo reggere in piedi <<Non mi metterai sotto la doccia, giusto?>> chiedo per sicurezza. Edoardo si alza da terra e mi toglie il cuscino dalle mani, mi prende in braccio e mi sdraia sul divano dandomi una marea di baci.
<<Non stavolta.>> ride sulle mie labbra e stringo ancor di più le braccia intorno al suo collo.

Il Mio Cuore Chiede Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora