Ma Non Stai Mai Zitta?

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<<Buongiorno prof!>> saluto Davide, non proprio più professore quanto un assistente della scuola che prende l'autobus insieme a me.
<<Giorno Aurora, ascolta, ho sentito che ieri hai fatto fare il giro di scuola al nuovo ragazzo, Alessandro.>>
<<No, guardi, la fermo in partenza, la prego, per gli altri ci stanno così tanti ragazzi.>> fingo uno svenimento appoggiandomi alla macchina.
<<Gli altri ragazzi hanno già fatto il giro, non preoccuparti. Mi domandavo se questa mattina potessi portarteli tutti in sala e spiegargli un po' di cose della scuola, tanto le prime due ore avete informatica e da quel che so sei la più brava.>> allungo il braccio per far fermare l'autobus in lontananza ed entrambi ci prepariamo i biglietti da timbrare.
<<A spiegare le cose?>>
<<A fare informatica.>>
<<D'accordo, lo farò.>> mi siedo appena dietro Anastasia e Francesca e le faccio girare <<Davide mi ha affidato quelli nuovi.>>
<<Scopri qualcosa.>>
<<Sissignora.>> indosso le cuffiette e aspetto con ansia l'arrivo a scuola.
<<Ci vediamo sopra.>> Davide ci saluta mentre io e le altre ci prepariamo per affrontare il boschetto: una salita che facciamo per raggiungere il cancello di scuola, immersa letteralmente tra alberi e animali morti.
<<Che palle.>> mi lamento mentre afferro il ramo per darmi una spinta <<Che palle.>> comunque, il boschetto è molto meglio della salita mortale, la strada principale. Dopo essere arrivate attraversiamo il cortile mezzo vuoto ed entriamo dentro scuola sedendoci accanto alle macchinette.
<<Sapete che non potete stare qui.>> guardo Michele che cammina tranquillo per il corridoio.
<<Chissà invece come ci sei arrivato tu qui.>> cantileno mentre afferro il cellulare
<<A chi scrivi?>>
<<Alessia.>>

*Oggi da me, dillo anche a Tiziano pls.*

<<Ce la farai entro ricreazione?>>
<<Ma sì, ma ci metto qualche minuto, mi sa che devo tipo dirgli le regole.>>
<<Nel frattempo puoi racimolare qualche nome.>> mi giro verso Anastasia.
<<Ho l'instagram di Alessandro.>> alla mia affermazione entrambe spalancano gli occhi.
<<E non ci dici nulla!?>>
<<Mi ero scordata.>> gli faccio vedere il profilo.
<<È proprio bello.>>
<<Vero?>>
<<E te l'ha chiesto lui?>>
<<Sì.>>
<<Ooooh, Aurora ha fatto centro!>>
<<Beate voi.>> mi carico lo zaino in spalla e le sfilo il cellulare dalle mani <<Ci vediamo dopo.>> schiocco un bacio sulla guancia ad entrambe e mi avvio verso la sala dove poco dopo mi raggiunge Virginia, un'altra assistente.
<<Sei già qui?>>
<<Ah, quindi vi eravate coalizzati contro di me.>>
<<Come sempre. Stanno per arrivare, datti un contegno.>> mi scompiglia i capelli marroni e riesce evitando uno scontro con quelli nuovi. Dovrò darmi sì un contegno.
<<Ciao! Sono Aurora.>> li faccio sedere ad un tavolo e per un istante il mio sguardo e quello di Alessandro si incrociano <<Ciao.>>
<<Ciao.>> sorride.
<<E voi siete...?>> appena sbarcati dall'America. Il tipo accanto a me è mulatto, occhi verdi e una montagna di capelli ricci che tiene chiusi in uno chignon, stile veramente particolare. Alla mia destra, una chioma di capelli arancioni, occhi azzurri e una spruzzata di lentiggini sul viso, è il più gracile rispetto agli altri. Subito accanto: capelli marroni, occhi marroni, un bel sorriso e completamente distratto. Poi c'è Alessandro e accanto a lui un ragazzo appena uscito dalla Famiglia Addams, riccio, capelli neri, occhi neri e super serio <<Tu sei Alessandro, tu?>> mi giro verso spruzzo di lentiggini.
<<Nicola.>>
<<Francesco.>> terra chiama Francesco, non ho mai visto una persona così sorridente alle otto e trenta.
<<Anibal.>> il modello accanto a me richiama la mia attenzione porgendomi la mano.
<<Spagnolo?>>
<<Sì.>>
<<Molto figo, e tu?>> mi giro verso l'ultimo che esita. Però che sguardo che ha...
<<Edoardo.>> in un secondo netto tutto quello che vedevo chiaramente inizia a girare senza fermarsi e la vista mi si annebbia. Poggio la schiena alla sedia e abbasso la testa espirando, tornando alla normalità.
<<Scusate.>>
<<Stai bene?>> Nicola mi tocca il braccio ma lo ritraggo.
<<Sì, scusatemi. Allora, le regole sono semplici: niente telefonini durante la lezione, non si fuma, per andare al bagno si firma, si può andare solo alla seconda e alla quarta ora.>>
<<E se devo andarci prima o dopo?>> chiede Francesco.
<<Se è urgente...>> li guardo uno per uno <<Per fumare uscite a ricreazione dalla porta principale e girate l'angolo, i cellulari di solito li sequestrano, quindi attenti.>>
<<Ay chica, me gusta.>>
<<Voi fate sala, giusto?>> tutti e quattro annuiscono <<I professori sono quattro in croce e il vostro, quello di sala, è molto serio, dovrete avere la divisa sempre impeccabile.>> scuoto la testa <<Fossi in voi me ne andrei.>>
<<Abbiamo finito?>> mi giro di scatto verso Edoardo.
<<Sì.>> alzo le spalle e sussulto quando indietreggia con la sedia. Si mette lo zaino in spalla e va via. Mi ha preso troppo alla lettera.
<<È un po' strano, non farci troppo caso.>> strano? Nicola mio, quello è inquietante, non strano.
<<Voi vi conoscete?>> chiedo guardandoli.
<<Qualcosa del genere.>>
<<Bello.>>seguo la sua figura che sparisce oltre la seconda porta della sala <<Questo è tutto, non so che altro dirvi.>>
<<Ci dai il numero?>> mi giro sconvolta verso Francesco <<Sei l'unica che conosciamo.>>
<<Oh, certo.>> dopo aver dato il numero a tutti e quattro rimetto la sedia sotto il tavolo e insieme saliamo al piano superiore <<Noi dobbiamo andare ad informatica, ci si becca in giro.>>
<<Grande, ci vediamo.>> Anibal, Francesco e Nicola mi salutano ed io e Alessandro andiamo dritti al terzo piano.
<<Non ho capito, sei una chiacchierona o sei tutt'altro?>> mi soffermo a guardare il biondo.
<<Dipende con chi mi trovo.>>
<<Esci con me.>> qualcuno ha visto il mio
cuore cascare nelle budella? Perché io l'ho sentito.
<<Tu- tu sei->>
<<In ritardo, entrambi, forza.>> veniamo afferrati dalla professoressa che ci trascina per gli
ultimi scalini <<Alessandro, giusto? Vieni, mettiti accanto ad Alessio.>>
<<Che state facendo?>> raggiungo il mio pc e mi giro a guardare quello di Anastasia e Francesca.
<<Non abbiamo ancora iniziato, allora? Come sono gli altri?>>
<<Assicurati.>>
<<Il più bello?>>
<<Alessandro, ma c'è anche uno spagnolo niente male, Anibal.>>
<<Voglio conoscerli.>>
<<Sì, anche io.>> mi giro verso il biondo che si trova all'altro capo della stanza, impegnato a comprendere qualsiasi stupidaggine stia uscendo fuori la bocca di Alessio <<Oh poverino. Mi ha chiesto di uscire.>>
<<CHE COSA?>> urlano e io spalanco gli occhi verso la professoressa.
<<Io non c'entro.>> alzo le mani <<Abbassate la
voce!>>
<<Aurora, ma ti rendi conto? Quel Dio Greco ti ha chiesto di uscire, un appuntamento!>>
<<No, uscire non vuol dire avere un appuntamento. E comunque la professoressa ci ha interrotto prima che potessi rispondergli.>>
<<E cosa gli risponderai?>> lo guardo ancora una volta.
<<Di sì, suppongo.>>

<<Andate pure.>> la professoressa di Italiano ci dilegua con una mossa di mano <<Aurora!>> mi giro stringendo i pugni e rimanendo l'unica in classe <<Il voto dell'interrogazione è sette, puoi fare di più.>> le sorrido forzata ed esco prima di prenderla a calci.
<<Sette, sette, a me? L'unica che ha aggiunto informazioni di cui altri, anzi che dico, di cui tutta la classe non ne sapeva minimamente l'esistenza? Sette? Quella lurida->> nel momento in cui svolto l'angolo mi scontro dal nulla contro qualcosa di robusto.
<<Ma non stai mai zitta?>> tono che più scorbutico non c'è.
<<E tu non sei mai gentile?>> punto un dito contro Edoardo che mi squadra dalla testa ai piedi.
<<Ragazzina.>> sparisce dietro il muro e quando sono sicura di essere da sola scaccio un urlo di frustrazione silenzioso.
<<Questi sono tutti matti.>>
<<Tutti?>> sussulto quando Nicola mi compare alle spalle insieme ad Anibal. Mi stanno assalendo tutto insieme.
<<Sì, nessuna eccezione.>> ci avviciniamo alle macchinette e una brutta sensazione inizia a salire dentro di me quando trovo la "biondina" di secondo a parlare con Alessandro.
<<Aurora hai capito?>>
<<Sh.>> zittisco chiunque stesse parlando.
<<Ay, gelosa?>>
<<Cosa? No.>> scuoto la testa e torno in classe.
<<Non mangi?>> mi urla Nicola da dietro. Appena arrivo al banco afferro la giacca e la schiaccio in faccia lanciando un urlo soffocato che dura non poco.
<<Io l'avevo detto che avesse dei problemi mentali.>> Francesca guarda Anastasia.
<<Ma che hai fatto?>>
<<Se li deve accaparrare tutti lei, tutti quanti! Prima ero scesa alle macchinette e quella grandissima->>
<<Ragazza.>> mi interrompe Francesca.
<<Stava parlando con Alessandro! Non è possibile! Prima Raffaele e adesso lui!>>
<<La biondina.>> dicono in coro.
<<Sì!>>
<<Quindi ti piace Alessandro.>>
<<No! Ma non è lo stesso possibile!>>
<<Sorvolando sul fatto che ti piaccia Alessandro->>
<<Ma->>
<<Comunque sì. se si lascia fregare da quella, lascialo perdere.>>
<<Seh, sì, direi di sì.>> ma il mio occhio sfugge quando dalla porta entra Alessandro e mi si avvicina.
<<Ti stavo cercando.>>
<<A me?>>
<<Conosco solo te.>> sorride.
<<Ma davvero.>> sorrido ironica e in tutta risposta ricevo un calcio da Francesca che fa finta di nulla.
<<Tutti ai vostri posti!>> oh no <<Aurora! Che piacere vederti.>> francese.

Il Mio Cuore Chiede Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora