Prendilo Prima Che Scappi

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Esattamente due settimane e tre giorni di occupazione. Quattrocento mani in questo poco tempo sono riuscite a far diventare questa scuola qualcosa che anche solo lontanamente si possa definire struttura. I muri sono stati stuccati e la pittura è stata passata in ogni stanza e corridoio. I bagni sono stati puliti, le finestre splendono, i banchi non hanno più nemmeno un disegno. Ma ovviamente non poteva essere lasciato tutto in modalità ospedale, ed infatti qualche giorno fa mentre ero alle macchinette mi ero incantata a guardare il muro accanto la postazione di Michele, e munendomi di scotch, pittura nera e un pennello ne ho estratto un quadrato, così come in ogni classe dove se proprio necessario ci si scriverà sopra. All'ingresso stanno tutti scrivendo i loro nomi come gesto da "noi siamo stati qui", mentre i professori e la preside sono stati avvertiti della fine di questa occupazione che ha tirato fuori molto vantaggi <<In questa scuola da tre mesi e mezzo e già lasciamo un segno.>> Nicola mi si avvicina dandomi una leggera spallata.
<<Dovreste ritenervi fortunati.>>
<<Tu hai già firmato?>>
<<In realtà ancora no.>> guardo Edoardo che non mi stacca gli occhi da dosso.
<<No sé tú, pero nunca le dedicaría esas sguardi a un amiga.>>
<<Tra me ed Edoardo non c'è nulla.>>
<<E lui lo sa?>> mi sussurra Nicola.
<<State insinuando che io piaccia a quel matto?>>
<<Stai insinuando che non piaccia anche a te?>> sto per aprire bocca quando Gallo mi afferra il polso.
<<Tocca a te. Un bell'applauso per la persona che ha reso possibile tutto questo!>>
<<Grazie grazie, adesso basta che non vi mettiate a rovinare tutto un'altra volta che vi ammazzo.>> nel momento in cui scrivo la prima lettera del mio nome mi blocco. Non è il mio nome. La "N" non è la mia lettera. Istintivamente mi giro verso Edoardo che non ho mai visto con quella faccia. Schiarisco la voce e prima della "N" aggiungo una "A" per poi scrivere l'anno in cui siamo e il mio nome sotto.
<<Siete liberi di andare!>> urla il ragazzo accanto a me. Mi giro verso Nicola ed Anibal che mi sorridono e mi salutano, mi sistemo lo zaino in spalla e mi rigiro verso Edoardo, Edoardo che non c'è. Esco fuori la scuola ma non lo vedo, finendo poi poggiata al passamano.
<<Raggio di luna.>> mi giro di scatto nel momento in cui la voce di Alessandro mi richiama.
<<Ale! Ma dove sei stato?>>
<<Io ho avuto un po' da fare, niente di speciale, tu invece?>>
<<Beh, ho fatto scatenare una rivolta.>>
<<Ho notato.>> ride <<Mi sembra che comunque sia servito a qualcosa.>>
<<Assolutamente, mi è dispiaciuto non averti intorno.>>
<<Lo so, anche a me. Aspetti qualcuno?>>
<<Non lo so, cioè devo tornare a casa quindi Anastasia e Francesca.>>
<<Sono andate via.>>
<<Che cosa?>>
<<Sì, sono salite in una macchina e sono andate.>> sbuffo <<Se vuoi posso accompagnarti io.>>
<<Sei sicuro? Non ti disturbo?>>
<<Scherzi spero, per me è un piacere averti intorno.>>
<<Se la metti così.>> rido. Stiamo per attraversare lo spiazzale quando una moto ci si ferma proprio davanti, il guidatore alza la visiera del casco e riconosco gli occhi di Edoardo più seri che mai.
<<Andiamo Aurora.>> mi porge il casco.
<<Ma dov'eri finito?>>
<<Tranquillo amico, l'accompagno io.>> dice Alessandro.
<<Aurora, monta.>> vedo la mano guantata di Edoardo che si stringe intorno al manubrio. Mi giro verso Alessandro con una faccia di scuse e lui annuisce guardandomi negli occhi per un secondo ma senza distogliere lo sguardo da Edoardo. Salgo sulla moto e mi metto il casco, e in un secondo parte.
Va così veloce che in dieci minuti siamo sotto casa mia e anche quando scendo le gambe non smettono di tremare.
<<Ma che cazzo ti prende?>> gli lancio il casco addosso e lui lo prende al volo ma non mi risponde <<Ao!>> continua a guardare la moto  <<Vaffanculo.>> nel momento in cui mi giro Edoardo mi prende per un polso e si leva il casco.
<<Perché stavi parlando con Alessandro?>> mi urla.
<<Ma che.. ma che ne so?! Ma che vuol dire?>>
<<Non devi parlarci.>>
<<Ma perché no?>>
<<Perché ho detto di no!>> e insieme al suo urlo mi trema il cuore. Le lacrime minacciano di uscire e non riesco a far prendere aria a nessuna parola.
<<Mi stai facendo male.>> dico abbassando lo sguardo sulla sua stretta.
<<Aurora lo sto facendo per te.>> la sua voce è diventata più calma, ma il segno delle sue dita è ancora rosso sulla mia pelle.
<<Lo stai facendo nel modo sbagliato.>> sbuffo trattenendo le lacrime <<Hai detto che mi conosci meglio te di me stessa, però parti male se pensi che puoi decidere con chi posso o chi non posso parlare.>>
<<Aurora!>> mi avvio verso il portone e mi affretto ad infilare la chiave <<Aurora!>> sento il clacson partito per sbaglio e subito dopo il motore che parte.
<<Chi cazzo credi di essere, brutto idiota.>> lancio la borsa a terra e nel mentre colpisco la lampada che traballa <<Tutti io i coglioni li trovo è una cosa impossibile.>>
<<Stai bene?>> nonna si affaccia alla porta e prendo un respiro profondo.
<<Sì nonnina, stanca, sono solo stanca.>> mi sorride e subito dopo si chiude la porta alle spalle, facendomi un gran piacere e favorendomi l'addormentarmi in fretta.

Afferro il cellulare e rispondo alla chiamata che da qualche minuto disturba il mio sonno.

*Pronto?*
*Lo sapevo che stava dormendo oh! Vuoi aprire che stiamo sotto casa tua?*
*Ma vi ha invitato qualcuno?*
*E apri!* scendo dal letto strusciando fino al citofono e poi alla porta dove compaiono Tiziano e Alessia.

<<Io stavo dormendo.>>
<<Perché? Che hai fatto?>> si fanno strada da soli fino alla mia camera e io mi ributto sul letto.
<<Avevo sonno.>>
<<Sì certo, e io sono nata ieri.>>
<<Ho litigato con Edoardo.>>
<<Chi è Edoardo?>> chiede Tiziano.
<<Il ragazzo di Aurora.>>
<<Non è assolutamente vero. È quel ragazzo nuovo che ti dicevo la volta scorsa.>>
<<Perché avete litigato?>>
<<Perché è tipo stupido, stavo parlando con un mio amico e mi ha mezzo sbroccato.>>
<<Gelosia portami via.>>
<<No, no, era proprio arrabbiato, essere gelosi è tutt'altra cosa, e poi non ha motivo di esserlo, non stiamo insieme.>>
<<Non ancora.>>
<<No, è troppo strano, se lo vedeste vi mettereste paura, ha sempre una faccia da "mezza parola sbagliata e ti ammazzo di botte".>>
<<Anche con te?>> chiede Alessia.
<<No, con me no.>>
<<È perché gli piaci.>> scoppio a ridere e incrocio le braccia <<E a te piace lui.>> dice con voce maliziosa.
<<Ma tu stai fuori.>> mi giro verso Tiziano che la appoggia annuendo <<Ma voi state fuori, secondo voi può piacermi un ragazzo che rientra perfettamente nel mio genere, alto, bello, stronzo come non mai, dispettoso, maniaco e geloso?>> entrambi si guardano.
<<Seh.>> annuiscono.
<<Sì, infatti, mi piace Edoardo, non posso crederci.>> infilo le mani nei capelli e lancio un urlo di frustrazione.
<<E a lui piaci?>> Tiziano afferra un peluche e lo esamina.
<<No, macché.>>
<<Dicevi questo anche di Raffaele.>>
<<Sì, infatti sei un po' stupida a cogliere i segnali.>> Tiziano appoggia Alessia.
<<Vero?>>
<<Wow, siete proprio troppo gentili.>> commento ironicamente.
<<Dai, qualcosa sarà successo, che avete fatto da quando vi siete conosciuti?>>
<<Siamo andati al mc, e poi abbiamo occupato.>>
<<E in tutta l'occupazione non avete fatto nulla?>>
<<Pitturati a vicenda e andati a casa sua.>> Alessia spalanca la bocca <<No, no, non è successo nulla, abbiamo dormito insieme.>> si schiaffeggia la fronte e Tiziano scuote la testa <<Cosa?>>
<<Ti prego Aurora, prendilo prima che scappi.>>
<<Ma tu stai fuori.>>
<<Ma tu stai fuori.>> mi dice Tiziano.
<<Anche se fosse abbiamo litigato.>>
<<Allora vacci a parlare!>>
<<Ma perché io!?>>
<<Ma perché devi rovinare tutto?>>
<<Ma non sto rovinando proprio nulla.>>
<<Ma se pendi dalle sue labbra.>>
<<Ma che stai dicendoo!>>
<<Se ci tieni ci andrai a parlare.>>
<<Se ci tiene verrà lui.>>
<<Ti pareva oh.>> Tiziano si sdraia.
<<Il tuo lato orgoglioso non lo batte nessuno.>>
<<Non si tratta di orgoglio, di coerenza, lui ha scapocciato e lui verrà a scusarsi.>> Alessia sta per dire qualcosa <<E basta! Adesso andiamo a fare le crêpes.>> nel momento in cui mi volto le spalle sento la mora sussurrare.
<<Pazza malata orgogliosa.>>

Il Mio Cuore Chiede Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora