Nb.
Per chi non legge la versione ig di questa storia, Jeno si è fatto biondo per una settimana. Quindi, in questo capitolo sarà biondo per questo motivo. Buona lettura ;))Hyunjin ci aveva dato il permesso per fare una storia d'amore. Però c'era un problema. Quale? Non sarei dovuta essere così contenta. Non di fare una storia d'amore con un altro ragazzo. Ma che potevo fare? Cercai di scacciare quei pensieri, dovevo andare da Jeno a riferirgli tutto. Nel mentre che andavo, mi arrivò un messaggio. Era Jaemin che mi chiedeva di andare a prendere una cosa nell'armadio di Jeno. Sospirai. Evidentemente non era in camera sua. Quindi, gli avrei parlato dopo. Dovevo comunque andare nella sua stanza. Jaemin nel messaggio diceva che si era dimenticato di chiuderla a chiave. Così, entrai. Era strani entrare senza nessuno lì. Aprii l'armadio e nulla, ma dico nulla, poteva preparmi a quello che vidi. Quello era l'armadio di Jeno, giusto? Bene, era piano zeppo di giocattoli sessuali. Ebbi l'istinto di chiudere l'anta, ma non so perché rimasi a fissarlo sbalordita, ero scioccata.
"Che guardi?"
Arrossii completamente al riconoscere quella voce.
"I-io... Jaemin mi ha mandato a cercare una cosa."
"Lo so, per questo sono venuto qua. Per impedirtelo, ma evidentemente è troppo tardi. Chiedevo perché, ti vedo interessata."
"F-figurati..."
"Mh, sì. Sai come usarli? Vuoi che ti insegni? Magari li userai con Hyunjin."
"Sei impazzito?!"
In quel momento mi girai verso di lui, ma fu peggio. Notai il suo sguardo malizioso e il suo sorriso.
"Stavo scherzando, piccola."
Dei piccoli brividi percorsero la mia schiena. Piccola... che suono dolce ma allo stesso tempo perverso, se detto dalle sue labbra. Già, le sue labbra...
"Sei così scossa?"
Okay, basta, quei pensieri non dovevo più averli. Stavo esagerando.
"Sai com'è, in un armadio hai i vestiti, non..."
"Vibratori e dildi, già... sai che si possono dire quelle parole? Che timids che sei. Hyunjin avrà un duro lavoro da fare."
"Ehy!"
"Tranquilla ti ama, ha pazienza. Non preoccuparti. E poi, guarda che i vestiti ci sono."
Guardai nell'armadio, evitando lo sguardo sulla sua collezione.
"Già... ma comunque, è strano."
"Ognuno ha i propri gusti. Vogliamo stare qua ad ammirare i miei giocattoli ancora per molto Eunji?"
Perché quel tono freddo all'improvviso? Io Jeno non lo capivo. A tratti sembrava... interessato. Non so, come se volessi farmi cadere tra le sue braccia. E il momento dopo mi allontava. Ero confusa. Ma chi ero io, per dirgli qualcosa? Non ero io, la prima tra noi due, quella confusa? Oltre ad averlo rifiutato 3 volte. E a dirla tutta, me ne stavo pentendo sembre di più...
"Con chi li usi?"
"Ti interessa proprio? Di certo non li uso per me stesso. Andiamo, ti porto via. Prima devo cercare una cosa, aspettami fuori."
Lo aspettai fuori e lui uscì dopo 5 minuti. Aveva una camicia rossa in mano.
"Che ci dei fare con quella camicia?"
"Ah, i ragazzi stanno organizzando una cosa. Lo saprai più avanti. Non posso dire nulla."
Visto che non voleva dirmelo, non insistetti più. Semplicemente andammo dsi ragazzi e loro iniziarono a tastare la camicia, parlando fitti fitti tra loro. Okay, ero di troppo. Hyunjin mi mandò un bacio volante. Era così carino. Decisi di lasciarli stare, ma Jeno mi disse di vederci una mezz'ora dopo per discutere del progetto. Io acconsentii, mi sembrava anche ovvio. Così nel mentrei girovai in giro. Sinceramente, mi annoiavo. Così decisi di farmi un caffè in cucina. Lo misi a fare nella macchinetta e rimasi ad aspettare. Non mi accorsi lentamente di stare andando nel mondo dei sogni. Okay, il bancone era così comodo e io troppo stanca dal progetto. Non so quanto tempo passò, ma mi svegliai con una carezza sul viso. Più che una carezza, mi sembrava che qualcuno mi stesse togliendo dagli occhi i capelli. All'inizio pensai fosse Hyunjin, ma quelle mani... dio, le avevo sentite sul mio viso proprio qualche giorno prima... Volevo godermi quel momento, così non aprii subito gli occhi. Quando lo feci, lo vidi allontanarsi e fare finta di nulla. Con fare innocente cercai di chiedergli qualcosa.
"Che stavi facendo?"
"Aspettavo ti svegliassi. Tutto qua."
Sì, certo, ovvio Jeno. Non gli dissi niente, perché semplicemente non dovevo.
"Ne parliamo qua?"
In quel momento mi ricordai.
"Il mio caffè!"
"L'ho spento io. Aspetta che te lo prendo."
"Ehy, puoi metterci del latte?"
Lo guardai dolcemente e lo vidi annuire.
"E dello zucchero."
"Scusa, ma poi che caffè diventa?"
"Ognuno ha i propri gusti."
Citai la sua frase e roteò gli occhi. Quella frase mi riportò il rossore sul viso. Che imbarazzo. Perché l'avevo tirata fuori? Ero stupida. Tossii e si sedette. Mi diede il mio caffè. Notai in quel momento, era a maniche corte e si vedeva un polsino.
"E il tuo orologio?"
"Ogni tanto non lo porto. Porto anche questo polsino."
Perché tutto doveva stargli bene? E poi, la fascia ai capelli. Quella fascia gli fasciava perfettamente i capelli biondi. In più era biondo e... pregai che decisse di rimanerci per sempre. Anche se sarebbe stata la mia morte. Era sudato, ma anche essendo sudato, era bellissimo. Io tirai fuori il taccuino dalla mia porta e glielo misi davanti. C'era anche una matita infilata tra le pagine. La prese e dopo aver tamburellato il tavolo, iniziò a leggere. Lo vidi annuire.
"Credo vada bene. Fammi leggere un altro po'."
Continuò a leggere, però mettendosi la matita sull'orecchio, incastrata tra i capelli. Rimase concentrato per un po'. Fui grata di poter assistere a quella vista. Si alzò dopo aver annuito.
"Sì, va bene. Continua così."
Aprì il frigorifero e afferrò una bottiglia di succo.
"Ehy... hai la matita ancora lì."
Mi alzai e gliela tolsi, una volta davanti a lui. Gli sorrisi, ma lui mi ignorò, senza dirmi nulla. Tornai al mio posto e lo vidi mentre beveva. Perché doveva essere sexy anche in quel modo? Si portò una mano ai capelli, tirandoseli. Poi tornò al suo posto.
"Ma lo sai che non si beve così? Sei un maleducato."
Lui con nonchalance girò la piccola bottiglia di plastica.
"Lee Jeno. Vedi? È mia. Quindi..."
Ah, rimasi sorpresa. Beh, l'avevo detto per scherzare, ma ero rimasta davvero sorpresa.
"Ma perché sei in maniche corte? Ma poi quel succo freddo ti fa male. Sei sudato, dovresti andare a lavarti."
"Mi stai dicendo che puzzo? Beh, scusa se voglio finire questo progetto al più presto."
Era irritato.
"Ma no! È che stare sudato così ti fa male. N-non volevo dire questo. Perché mi tratti male così? Sei uno stronzo. Una si preoccupa per te e tu fai così."
"Non devi farlo. Sul serio. Fatti gli affari tuoi e non preoccuparti. Preoccupati del tuo fidanzato piuttosto. Non do me. Non sono affari tuoi quello che faccio e cosa affronto."
Ci rimasi male. Anzi, dire questo è dire poco. Ma... aveva ragione. Era Hyunjin il mio ragazzo, non lui, non aveva senso preoccuparsi per lui. Eppure, lo stavo facendo. Era più forte di me. Non potevo farci nulla.
"Comunque sto andando. Ci vediamo domani."
Il mio impulso mi disse di baciarlo. Ma non lo feci. E sapevo, che mi sarei pentita di quello, come di molte altre cose.Incrociai le braccia al petto.
"Mi spieghi che ci faceva quella ragazza là? Perché è entrata in camera tua?"
"Scusa, ma quale ragazza?"
"Non mentire. Eunji mi ha detto che ha visto quella Soobin entrare in camera tua."
"Soobin? Beh, sì, ma non era lì per me."
"E perché chi, scusa? Non mentire."
"Non sto mentendo. Con me ci sono anche altre persone in stanza, lo sai Hyejin."
"E chi? Jisung che è gay e fidanzato?"
"Jisung e Taehyung sono entrambi gay, io sono impegnato con te, chi rimane? Fai due più due."
"Aspetta... Chan?"
"Ah beh, almeno lo conosci."
Sembrava geloso. Ben gli stava però.
"Sai che è famoso."
"Lo so."
"E poi chi mi dice che era lì per lui?"
"Vuoi per caso che te lo chiami? Insomma, se Soobin fosse venuta per me in stanza, Chan come minimo mi avrebbe staccato il cazzo e me lo avrebbe attaccato al posto del naso. O in fronte. Per essere buoni. Guarda che è un tipo geloso. E poi a me interessi tu! Mi spieghi quante volte devo dirtelo Hyejin?"
Mi sentivo una stupida, ma la mia testa aveva vagato da sola e non ero riuscita a fermarla. Eunji mi aveva anche detto che probabilmente non era come pensavo, ma io non avevo voluto darle retta, per paura.
"Quindi, sei tranquilla? Come sei carina quando sei gelosa..."
"Smettila. Non sono gelosa."
"Ah no? E questa specie di scenata?"
Arrossii. Beccata.
"D-dai..."
"La mia bambina è gelosa..."
"Smettila!"
"La mia Hye."
"Taeyong!"
Sorrise e mi afferrò il polso. Cademmo sul letto e io arrossii. Scemo. Si mise a ridere.
"Cosa c'è di così divertente?"
"Il fatto che arrossisci per queste cose, ma poi facciamo certe porcate..."
"Sei incredibile. Già, incredibilmente porco, idiota."
"Questo porco ti piace."
"Sì. Cioè no! Cosa mi fai dire!"
"Ormai l'hai detto."
Gli diedi un leggero pugnetto sul petto. Lui lo fermò e mi baciò la mano.
"Sei così..."
Mi fermò baciandomi.
"Usciamo insieme da qualche parte?"
Ma io, tempo fa, non dovevo farci sesso una volta e basta? E allora come ci ero finita in quel letto a baciarlo? Soprattutto in quel modo, dolcemente, mentre mi chiedeva di uscire insieme a me. Non era troppo forse, che ero single? Lui era serio con me... e io volevo fidarmi.
"Dove vuoi andare?"
"Da qualsiasi parte va bene, se ci sei tu."
"Sdolcinato."
"Solo con te."
"E menomale!"
Sorrise e mi abbracciò forte. Mi sentivo protetta.
"Ti va di fare la doccia insieme?"
"Vuoi uscire a fare una doccia?"
"No, prima ci facciamo la doccia e poi usciamo!"
"Mh, fammici pensare..."
Ma prima che potessi rispondere, mi caricò sulle spalle e mi portò in bagno. E chi ero io, per negargli il sesso in doccia? Ma poi, sarei stata una stupida... perciò, finché la barca va, lasciala andare. Che nella mia lingua vuol dire, finché puoi scopare, fallo e anche ampiamente.~~~~
Siamo giunte anche alla fine di questo capitolo. Vi è piaciuto? Fatemi sapere. Non ho altro da aggiungere solo che... le cose si sono fatte più complicate e non è finita qui.
Bye bye.
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My Nana -Jaemin-
FanfictionNa Jaemin frequenta l'università di arte di Seul, la più importante e prestigiosa. E tu? Beh, tu frequenti la sua stessa università. Ma torniamo a Jaemin. Jaemin è al terzo anno, è gentile e dolce con tutti. Soprattutto quando tu, che sei stata l'an...