Il giorno tanto atteso era arrivato. San valentino. Molti non sapevano a chi dare la propria cioccolata, molti altri invece avevano difficoltà e speravano di riceverla da un certo qualcuno.
"Gliela dò, o non gliela dò?"
Jeno si grattò le mani con furia.
"Dio santo, Jeno. Sei un incoerente del cazzo! Le hai detto di stare lontana e adesso ti fai dei problemi per darle della stupida cioccolata?"
Disse al proprio riflesso, con disperazione. Si passò una mano tra i capelli e poi posò la confezione sul lavandino. Aprì il getto del lavandino e si buttò con la testa sopra. Si ritirò dopo qualche secondo che era stato lì. Si passò di nuovo una mano tra i capelli e poi si asciugò il viso, con l'asciugamano che era appeso lì vicino.
"Jeno, ma adesso parli anche da solo?"
"Per favore, stai zitto!"
Poteva sentire Jaemin ridere e la cosa gli dava fastidio. Sperava che non avesse notato nulla in quei giorni, o in quei mesi in generale. E poi, si sentì in colpa. Se Hyunjin avesse saputo dei cioccolatini, ci sarebbe rimasto male? Forse poteva dirgli che lei giorni prima voleva assaggiarli perché sapeva del suo essere bravo. No? Poteva funzionare? Sicuramente lei gli avrebbe retto il gioco no?
"Se ce l'ha con me, però?"
Scosse la testa e afferrò i cioccolatini.
"Tutto per dei stupidi cioccalatini. Ah, odio San Valentino!"
Beh, non gli stava particolarmente simpatico, ma di sicuro non lo odiava. Ma era in crisi e questo bastava a farlo impazzire. Ripensò alla sera prima, quando, con Chan si era ritrovato nella cucina del loro dormitorio."Guarda che il cioccolato va temperato bene, altrimenti poi escono quelle macchiolione bianche sopra, lo sai."
"Senti, sono le 2 di notte. Pensi che mi importi di temperare quel fottuto cioccolato?"
"Sì, perché i cioccolatini non devono essere solo buoni, ma anche belli. Se non le piace l'aspetto, come pretendi che le possa piacere l'esterno?"
"Sei superficiale."
"No, sono solo giusto."
Dopo aver discussio un altro po', Jeno si era ritrovato a temperare il cioccolato, sotto lo sguardo soddisfatto e felice di Chan.
"Stai zitto e lavora anche tu, per la tua cara Soobin."
Chan arossì e cercò di nascondere il proprio ciuffo.
"Ha detto che odia i miei ricci."
"Dimmi che non hai pianto..."
"Beh..."
Dopo una breve pausa, dove aveva abbassato lo sguardo, continuò a parlare.
"Non davanti a lei. Senti, io amo i miei ricci, ma amo anche lei."
"È per questo che sei liscio oggi?"
Lui annuì triste.
"Senti, io e te non ci conosciamo così bene. Sono qui con te solo perché sei l'unico a cui possa parlare di questi cioccolatini, per quanto assurdo possa essere. Sarò onesto. Ma una cosa te la posso pure dire. Se per fare felice lei, devi cambiare te stesso, allora stai sbagliando tutto, soprattutto ragazza. Non è quella giusta."
Chan spezzò il cioccolato nella ciotola, ignorando ciò che l'altro gli aveva detto, ma dentro di sé lo sapeva, che lui aveva ragione. Eppure non voleva rinunciare a lei. Ci aveva già provato. Nonostamte lei lo facesse soffrire costantemente, lui non riusciva a rinunciare a lei. Mai e poi mai l'avrebbe fatto. Erano destinati ad autodistruggersi, entrambi. Alla fine avevano finito quei benedetti cioccolatini, non con qualche incidente prima.
"Hai davvero bruciato i cioccolatini? Tu? Diamine, sei bravo quanto me. Come è potuto sucedere?"
Jeno si diede dello stupido, ma ormai il danno era fatto. In più lui aveva una mano in meno. Voleva togliersi quello stupido gesso, ma i dottori dicevano che doveva aspettare ancora qualche giorno. Maledetti. Alla fine aveva dovuto rifare tutto, lasciando stare Chan che lo supplicava di farlo aiutare.
"Sono i miei cioccolatini, per lei. Se devi farlo tu, allora non ha affatto senso."
Chan aveva annuito, ma lui aveva sonno.
"Se hai sonno tu vai."
Chan però era romasto a dare supporto all'amico. Avevano finito alle 4.00 di notte e Jeno aveva dormito pochissimo a causa di quello.Jeno guardò le proprie occhiaie allo specchio. Beh, non aveva un bell'aspetto. Cercò di mascherare il tutto, ma non ci riuscì molto a fondo. Udcì dal bagno dopo aver nascosto la scatola nel cappotto.
"Che hai lì?"
"Nulla, ciao!"
Cercò di volatilizzarsi al più presto, senza destare sospetti. Cosa che invece destò ancora più sospetti e domande da parte di Jaemin, che però Jeno non sentì. E forse era stato proprio meglio così.
In onore di san valentino le lezioni erano state dimezzate perché secondo il preside "se lo meritavano un po' la cosa..." cercò la ragazza a fondo, ovunque e poi la trovò che parlava con le amiche. Chiamò prontamente Chan al telefono per dirgli di venire là e reggergli il gioco. Così quando il ragazzo arrivò, gli parlò un po'.
"E se non dovesse piacerle?"
"Da quando tu sei insicuro?"
"Da quando tu mi conosci così bene?"
"Ascoltami, l'ho assaggiata quella cioccolata stanotte ed è dannatamente buonissima. E poi, tu sei bravissimo a cucinare e a fare i dolci i generale, anche. In più, hai fatto vari cioccolatini assortiti, temperando bene il cioccolato, perciò l'effetto è stato a dir poco stupendo e bellissimo. Per non parlare della confezione. Adorabile."
Jeno sorrise per il fatto che Chan stava dicendo tutto quello solo per farlo felice e tranquillizzarlo. Anche se in realtà sapeva che quelle cose le pensava veramente. Era un così caro e bello ragazzo. Sapeva anche che le capacità le aveva e non aveva senso arrovellarsi in quel momento. Considerando anche che ormai il danno era fatto, se fossero stati cattivi o altro, ormai era tardi per pentirsene. Doveva cogliere la palla al balzo e darle quei maledetti cioccolatini e poi andarsene. Poi, vide Soobin. Pensò di fare uno scherzo di cattivo gusto per tranquillizzarsi. Picchiettò la spalla di Chan, che si stava guardando le scarpe nervoso. Probabilmente anche lui stava aspettando la ragazza. Non sapendo però di averla così vicino. Ah se solo avesse saputo... ma Jeno avrebbe rimediato a quello subito.
"Che c'è?"
"C'è Soobin dietro di te."
"C-cosa?"
Appena detta quella frase, Chan saltò e la scatola gli cadde dalle mani. Arrossì e si apprestò a prenderla di nuovo tra di esse. Vide dei piedi raggiungerlo e riconobbe quelle scarpe. Poi, si alzò e posò lo sguardo su di lei. Lei sorrise, ma il suo sorriso era strano.
"Per chi è quella?"
"Non so di cosa tu stia parlando."
Fece finta di nulla e fischiettò. Ma Jeno aveva in mente altro per loro.
"Oh, mi ha detto che vuole darlo a una ragazza molto carina. Sai, una del primo anno. Ci prova con lui da una settimana. Lui sembra molto preso."
"Che cosa dici?"
Chan arrossì e lei, vedendo la sua reazione, annuì. Portò le mani l'una sull'altra e dopo un breve inchino sorrise di nuovo.
"Allora vado, scusa il disturbo Chan."
Lui fu incapace di dirle altro e guardò male l'amico.
"Ma che fai?"
"Ti aiuto?"
"Ma cosa? È attualmente il contrario. Adesso penserà che non sono serio e che ci provo con tutte. Grazie."
"Prego. E appunto. Falla ingelosire un po' amico. E poi, non è vero che non lei piaci idiota. Fidati che da fuori si notano molte più cose che da dentro. Intendo di situazione eh. Comunque, non smetteva di guardare i tuoi capelli in modo triste. Poi sembrava molto arrabbiata o meglio, annoiata dal fatto che qualcuno o meglio qualcuna, ci stoa provando con te. È già tua amico, devi solo rendertene conto. Capito?"
Chan annuì, ma in realtà non era molto convinto di ciò, di tutto questo e quello che aveva detto Jeno su di lei e su di lui. Poi fu il suo turno di picchiettare la spalla del ragazzo.
"Che c'è?"
"Eunji è sola."
Quando la vide libera salutò il ragazzo. Chan gli diede un veloce in bocca al lupo e lui sperò di non fare disastri. Non era mai stato così nervoso.
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My Nana -Jaemin-
FanficNa Jaemin frequenta l'università di arte di Seul, la più importante e prestigiosa. E tu? Beh, tu frequenti la sua stessa università. Ma torniamo a Jaemin. Jaemin è al terzo anno, è gentile e dolce con tutti. Soprattutto quando tu, che sei stata l'an...