53. Prova di coraggio

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Ricordi di Hyunjin

3 anni prima

Come aveva conosciuto il suo migliore amico? Il primo, Jaemin, lo aveva conosciuto anni prima. Molto prima di Jeno. Ma Jeno, lo aveva conosciuto solo 3 anni prima. Jeno era un ragazzo che era popolare, lo era sempre stato. Non gli importava molto, fino a quando la popolarità gli aveva portato le ragazze. Hyunjin era anche popolare. Si sono conosciuti il primo giorno di università. Hyunjin era sempre stato un ragazzo gentile, non aveva avuto problemi. Ma qurl giorno, era finito in una rissa. Era solo un ragazzo di primo anno, non sapeva bene come funzionasse l'università. Così, quando si era scontrato con un ragazzo di terzo, gli aveva chiesto scusa, ma l'altro si era impuntato perché diceva che Hyunjin gli aveva mancato di rispetto perché lo stava guardando dall'alto in basso e doveva scusarsi. Anche per qurllo si intende. Fatto sta che era scoppiata una rissa. E lui si era trovato difeso da Lee Jeno. Jeno non era tipo da fare cose del genere. A lui interessava i propri amici e basta. E non capiva perché avessi difeso un ragazzo di primo come lui e si fosse impicciato. Solo dopo lo aveva capito. Aveva sentito di parlare di colpi di fulmine o di capire che una persona è speciale sin da subito. E forse era stato così. In senso di amicizia, però ovvio. Era come se la sua anima avesse capito sin da subito di aver trovato un buon amico. Un'anima affine a lui. Alla fine Jaemin li aveva presentati perché avevano scoperto di aver un amico in comunque. E per tutto quel tempo era stato così e loro non lo sapevano. Infondo quanti amici che aveva Jaemin, Hyunjin non conosceva? E quanti viceversa? Perciò non era una cosa strana. Ma il destino li aveva voluti insieme. Migliori amici affini. Perché lo erano, ma allo stesso tempo no. E lo scoprirono dopo. Anche se forse era chiaro fin da subito. Per questo anche era sorpreso di averlo difeso. Si notava subito la loro differenza. Ma dovevi scavare a fondo per scrivere la loro uguaglianza. E alla fine ci erano passati sopra a quelle diversità creando un'amicizia dura che era stata messa alla prova solo da una ragazza.

Per questo Jeno al costo di soffrire non avrebbe dimostrato niente, niente di niente. Hyunjin veniva prima di tutti. Jaemin e Hyunjin erano i suoi migliori amici. Ma i sentimenti sono difficili da cancellare, se non impossibili addirittura.

"Sei un idiota, ecco cosa sei!"
Praticamente Hyunjin aveva passato ore a dire quello. Da quando Jaemin era andato per la sua strada e Jeno anche, siccome era bravo, Taeyong era con Hyejin e lui era rimasto con Seungmin. Non che volesse farlo, ma Seungmin appena Hyunjin se ne stava andando, era rimasto in piedi fissando il vuoto incapace di muoversi. Così era tornato indietro. Sapeva di non doverlo fare, ma anche se aveva dei dissapori con Seungmin non riusciva a ignorarlo, chissa perché. Forse perché infondo Seungmin era un bambino adorabile e ad odiarlo non riusciva proprio. Era tornato indietro e aveva visto la sua faccia adorabile tremante. Perché sì, nonostante tutto trovava l'altro adorabile ed era inevitavile farlo, tutti lo trovavano adorabile, solo che lui non lo sapeva. Le ragazze preferivano i ragazzi duri, almeno in quella università. Anche se Seungmin non era interessato a loro. I ragazzi la maggior parte erano impegnati a guardare quelli popolari, ma qualcuno che guardava lui, aveva voglia di prenderlo tra le proprie braccia e coccolarlo. E poi chissà... ma non lo facevano perché Seungmin sembrava fragile e avevano paura perché oltre a sembrare fragile sembrava avesse paura di tutto. E forse era così. Anche se non era popolare, qualche ragazzo che lo guardava lo aveva. Ma lui era impegnato a guardarne un altro, per notarlo. Esattamente Hyunjin. Per lui c'era solo Hyunjin. Da ormai due anni a quella parte. Hyunjin e solo Hyunjin. Hyunin appena sveglio, Hyunjin quando andava a dormire, Hyunjin quando mangiava. Hyunjin ovunque. Quando il cosidetto ragazzo era tornato, lo aveva visto apounto tremante e quasi aveva avuto voglia di abbracciarlo. Ma non lo fece perché non era da lui. E poi era fidanzato, quasi... insomma. Ed era meglio così, a Seungmin sarebbe probabilmente venuto un infarto se lo avesse fatto. Meglio non farlo e lasciare Seungmin in vita. Il più grande non era un esperto di scii. Non sapeva farlo. Ci era stato sopra qualche anno prima, ma basta. Non aveva fatto altre esperienze. Quindi erano due idioti. Ma Hyunjin non lo avrebbe mai ammesso, non in quel momento e non davanti a Seungmin di sicuro, quindi. Due ciechi a far sassate, come si suol dire...
Hyunjin aveva capito come si sciava, ma farlo capire a Seungmin era un'altra cosa. Aveva sospirato quando l'altro gli aveva detto che non aveva ascoltato niente della spiegazione dell'istruttore. E Seungmin si era sentito in colpa, ma i motivi erano due, la paura, Hyunjin e la sua vicinanza eccessiva. Quante volte si era avvicinato a lui perché distratto dalle parole dell'istruttore? Troppe. Seungmin ne aveva perso il conto. A dir la verità non l'aveva proprio tenuto, ma okay, lasciamo stare. Non era colpa sua, ma di Hyunjin e della sua bellezza! Ma quello non poteva dirglielo. Oltre all'altro motivo che Hyunjin sapeva. Per quello di Hyunjin e della sua bellezza, il ragazzo era troppo stupido e innamorato di una certa ragazza per notare il suo sguardo innamorato. Ma forse era meglio così. Un'altra volta. Erano meglio tante cose, o forse no. Così Seungmin si era semplicemente scusato e lui era partito a spiegargli tutto. Fu difficile capire anche perché veniva distratto continuamente dalle labbra di Hyunjin che stavano congelando e questo portava ancora più attenzione ad esse. Già Seungmin pensava fossero perfetto per un...
"Seungmin mi ascolti?"
Arrossì.
"Certo. Scusami, continua."
Sospirò e Seungmin continuò con i suoi pensieri. E forse doveva smetterla se non voleva trovare una sorpresa speciacevole. Anche se la tuta avrebbe nascosto tutto. Per fortuna.
O per sfortuna...
Ops.
Sarebbe stato troppo imbarazzante se Hyunjin lo avesse scoperto ed era meglio che avesse la tuta addosso. Che era pesante e grande. Perciò nascondeva tutto. Santa benedetta tutta. Ma seriamente, le labbra di Hyunjin avevano bisogno di essere riscaldate... e anche le sue. Lo avrebbe fatto volentieri, ma non poteva. Perciò si accontento dei suoi film mentali, che non erano abbastanza soddisfacenti. Ma doveva accontentarsi, purtroppo. Beata Eunji, l'invidiava sempre. Soprattutto quando lo baciava. E lei se ne era accorata. Abbastanza. Al contrario di Hyunjin, ovviamente. E avrebbe volentieri scambiato i posti. Quando Hyunjin finì la spiegazione, partirono a sciare. Ma erano una frana, entrambi incapaci. Anche se Hyunjin se la cavava di più rispetto all'altro. Ad un certo punto Seungmin si era scontrato con Hyunjin e i loro scii si erano scontrati e incrociati e in coppia erano caduti addosso a delle persone. Per fortuna non si erano fatti male, ma Hyunjin aveva urlato così forte un insulto che probabilmente lo avevano sentito tutti in quella montagna. Ed era andato avanti così per ore. Fino a l'ora di pranzo. Avevano fatto parecchie cadute e Seungmin aveva dei lividi. Quando erano tornati e avevano pranzato, si era messi a riposare. Troppo stanchi per pensare di rifarlo il pomeriggio. Hyunjin ad un certo punto era venuto da lui.
"Ti fa male? Vieni su."
Si avvicinò a lui e tirò fuori una crema.
"Sono venuto preparato."
Io sono venuto e basta. Okay no...
Basta
"La prima volta mi sono fatto male perciò mi sono ricordato di portarmi la crema."
E basta fare doppi sensi.
E a Seungmin era mancato il fiato quando Hyunjin si era avvicinato e gli avvea scoperto le gambe, mettendo la creama su di esse. Dove vedeva i lividi. Poi ne vide un altro sul collo e mettendoglielo, si avvicinò troppo. Seungmin deglutì nervosamente. Hyunjin era delicato ma a lui sarebbe venuto sicuramente...
"Anche qui."
Si spostò leggermente visto che era sul letto e toccò ancora il collo, ma di lato. Così Seungmin si perse a guardare le sue labbra e deglutì. Non poteva farlo. Non poteva baciarlo anche se voleva.
"Posso farlo da solo."
Allontanò Hyunjin che si sorprese della sua reazione. Seungmin mentre si metteva la crema si ricordò di quando prima lo aveva chiamato Hyun. Si stava prendendo l'abitudine e si stava prendendo troppe confidenze. Doveva retrocedere, ma come?
"Seungmin, hai il labbro gonfio, tieni questa poi."
Gli aveva per caso guardato le labbra? Arrossì. Certo che no. Ma allora come aveva nottao di che aveva il labbro gonfio? Se lo toccò ed effettivamente era vero. Pensava quasi che fosse uno scherzo. Infondo che Hyunjin gli avesse guardato le labbra sembrava una cazzata e una cosa lontana. E infatti Hyunjin gli disse altro, sorprendendolo.
"Prima sei caduto di faccia e anche io. Comunque quando mi si gonfiano le labbra, uso quello."
E Seungmin si lasciò sfuggirr qualcosa.
"Ma le sie labbra sono sempre gonfie."
Cercò poi di salvarsi.
"C-cioè io non intendevo... mi dispiace... io..."
"Perché arrossisci? Non hai detto nulla di che. So di essere famoso per le mie labbra."
Se le toccò e sorrise. Poi si leccò involontoriamente il labbro inferiore.
Oh dio perdonami perché fino ad adesso non ho creduto alla tua esistenza, ma ti prego se esisti fallo smettere che io non voglio un'erezione qui davanti a lui. Grazie.
E smise.
Grazie dio ti sarò sempre riconoscente. Sarò per sempre un tuo servitore. Dopo aver servito il cazzo di Hyunjin, amen mio signoro divino e lucentoso. Amen.
Seungmin era famoso, o meglio lo sapeva solo Jisung, per i suoi discorsi senza senso e disperati a causa di Hyunjin e la sua eccitanza. Come diceva Seungmin stesso. Per fortuna il ragazzo smise e Seungmin poté stare in pace, almeno fino al giorno dopo. Poi sarebbe tutto ricominciato. Oh, povero Seungmin...

Okay, prova di coraggio. Il giorno dopo ci fu quella. È inutile dire che tutti si persero. Tra quelli c'eravamo io e Jeno. Era buio e ormai camminavamo da ore. Okay, Jeno non aveva un buon senso dell'orientamento. E nemmeno io a dire la verità, ecco perché eravamo in quella situazione incasinata. Avevo paura, quindi stavo più vicino possibile a Jeno, cercando di non dargli fastidio stando troppo appiccicata magari. Ma avevo davvero paura. Sentii un rumore e mi spaventai ancora di più, saltando. Afferrai il retro della sua maglietta.
"H-ho paura, Jeno."
Gli stavo solo tenendo la maglia nulla di più, ma il cuore mi stava battendo forte. E non sapevo se fosse per la paura o per la sua vicinanza e il tocco che avevo sulla sua maglietta, chissà. Era solo una maglietta ma... stavo tremando e volevo abbracciarlo. Con lui mi sarei sentita al sicuro tra le sue braccia, cullata. Ma cosa stavo pensando? Eccomi di nuovo con quei pensieri invadenti per colpa di Jeno, dovevo finirla e basta, non potevo continuare così ogni volta, sempre di più. Catturata da lui e dal suo essere intero. Non ce la facevo più, lo volevo così tanto, cavolo. Lui e i suoi capelli neri e le sue labbra e le sue braccia e i suoi occhi... tutto tutto. Senza esclusione du colpo, senza esitazione. Ma ancora... quei stupidi ma mi bloccavano impedendoti di essere davvero felice, ma forse non lo sarei mai stata, non senza Jeno. Ma comunque lui non mi avrebbe mai voluto. Lo sapevo ma non lo accettavo. Almeno non appieno, però... sentii un altto rumore stringendo ancora di più la sua maglietta, ma che stavo pensando, là al buio in un bosco, al freddo gelido? A Jeno come sempre. Ma a lui non potevo dirlo.
"La finisci?"
Lo sentii irrigidirsi. Gli stavo dando fastidio. Mi dispiace ma avevo paura. Davvero tanta. Si era già irrigidito ma in quel momento lo sentii farlo ancora di più da quando avevo afferrato la sua maglietta era rimasto immobile e non si era mosso, nemmeno di un po', perchè? Gli davo così fastidio. Perché faceva così male? Perché doveva fare così male? Perché doveva essere così difficile? La mia testa era piena di se, di no, di ma e di perché. Ancora una volta, in un momento inopportuno, davvero. Ma fui distratta ancora da lui, lo sentii sospirare pesantemente. Sì, gli davo fastidio, ma davvero tanto ovviamente. Si staccò e iniziò a camminare. Sparì subito dalla mia vista. Iniziai a chiamarlo ad alta voce. Ero spaventata per lui e per me perché ero da sola. Ma anche per lui, perché anche lui era solo, quindi. Non poteva lasciarmi in quel modo.
"Jeno! Jeno! Jeno! Jeno!"
Continuai a chiamarlo non ricevendo risposta. Poi, mi sentii toccare la spalla e circondare il collo, ma una voce familiare mi tranquillizzò, era familiare, ma le braccia no e lo capii dopo il perchè. Era di qualcuno che non mi aveva mai abbracciato fino ad allora.
"Sono io."
E mai delle parole furono più belle.
Sei tu.
Mi fece sedere a terra, non lasciandomi. Era poggiato ad un albero ed eravamo poggiato sulla neve. Io ero poggiata al suo petto di schiena, lui con ancora le braccia al mio collo.
"Lo faccio solo perché sei spaventata."
Ma non mi importava perché lo facesse, lui era lì. A proteggermi.

Bonus.

Pov. Jeno

Quando mi aveva afferrato la maglietta, ero rimasto immobile. E devo dirlo, il cuore mi stava battento davvero forte. Non sapevo il perché, ma tra noi era un po' così. C'era quel legame strano, dove anche un semplice tocco attraverso la maglietta era magico. E io non volevo, ma ancora una volta, tutto ciò sfuggiava al mio controllo. Non potevo fermarlo. Non sapevo perché stavo reagendo in quel modo, ma me ne andai. Lontano, o meglio, cercai di farlo. Quando la sentii chiamarmi ad alta voce, ancora e ancora, mi fermai. E sapevo che forse sarebbe stato meglio non tornare da lei, ma lo feci. Perché non l'avrei mai lasciata sola lì, mai e poi mia. Così sono tornato indietro. Le ho abbracciato il collo e l'ho rassicurata. E diamine, mentirei se ancora una volta dicessi che il mio cuore non stava battendo. Perché lo stava facendo, come non lo aveva mai fatto per nessuna. Ed era davvero strana. L'albero contro la mia schiena, la sua testa contro il mio petto. Era speciale. Ma non potevo fare nient'altro. Anche se qualcosa stava cambiando, anche se fin da l'inizio qualcosa era diverso, io ero lì immobile senza poter fare niente, come poco prima quando me ne ero andato. Quando mi aveva afferrato la maglietta. Spaventata. Ma ero lì per lei e questo contava. Non potevo fare altro, non potevo. E non c'era nessun ma, nessun perché, nessun se e nessuno sì, che tenessero. Perché lei non era mia. Era di qualcun'altro e dovevo accettarlo. E anche a costo di spaccarmi il cuore dovevo farcela. Per il mio migliore amico. Per Hyunjin. Perché per me era una delle cose preziose e non c'erano sentimenti che tenessero, che avessero distrutto la nostra amicizia. Perché se lui poteva essere felice, allora potevo accettare di essere infelice tutta la vita. Per lui.

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Spero vi sia piaciuto questo aggiornamento e anche l'inizio, i loro ricordi e tutto quanto djfjuuno. Anche il bonus, aka il pov. di Jeno. Ci sarà anche un altro bonus per M_Elisa_196. Comunque nulla mi sono superata alla grande, è più di quanto avessi immaginato, eheheheh. Adesso aggiorno o M_Elisa_196 mi ammazza se non mi muovo. Cara gente.
Bye bye.

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