71. Tinte pazze

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Alcune delle stanze erano state distrutte perciò, in attesa della loro ricostruzione, alcuni alunni erano stati mischiati con altri. Ciò fece finire molte coppie dello stesso sesso insieme, per loro gioia e per loro divertimento. Jaehyun finì con Mark ad esempio e Mingi con Yunho. Taeyong finì in una stanza improvvisata con Jeno, Chan e Jaemin. Hyunjin finì con Seungmin e Jisung e Minho. Un sacco di cose strane stavano accadendo in quei giorni. Huunjin che aveva sempre avuto i capelli neri, o comunque marroni, arrivò a scuola i capelli neri e biondi. La base era nera e poi aveva delle ciocche bionde. Nessuna sapeva il perché di quel cambiamento, ma di fatto fece molto colpo. Seungmin, che stava provando con lui qualche battuta, giusto per tenersi esercitato, dovette subire quel giorno un via vai continuo. Tutte le ragazze e tutti i ragazzi sembravano come volersi accollare a Hyunjin e così con la scusa che metà scuola era distrutta, continuavano a chiedergli aiuto.
"Non mi dici nientre?"
"Su cosa?"
"Sui miei capelli."
"Belli."
"Non ti piacciono?"
Oh, non era quello.
Se mi piacciono? Tu stai bene letteralmente con tutto. E con ogni colore sui capelli. Staresti bene anche pelato!
Non erano i capelli a dargli fastidio, diamine erano ancora più lunghi, quindi lui li amava ancora di più. Erano quelle stupide galline e quei stupidi galli a dargli fastidio. E con il cercare di far finta che la cosa non gli desse fastidio cercava di concentrarsi a scrivere perché non voleva far sforzare Hyunjin. Sebbene il ragazzo più grande gli avesse detto e avesse insistito che poteva farcela. Erano solo correzioni fatte all'ultimo minuto che avrebbero reso la loro recita più bella e piccante ecco. Quando pensava che stesse arrivando un altro ragazzo a chiedere qualcosa a Hyunjin, con suo sollievò scoprì che era solamente Jisung, con Minho al suo seguito.
"Ciao Seungmin."
Lo accolse con un sorriso e poi si rivolse a Hyunjin.
"Noi andiamo a mangiare. Se vuoi unirti..."
Hyunjin non aveva piani e sebbene sapeva che in qualche modo Jisung lo odiava, lui accettò. Così si ritrovarono al tavolo di un ristorante e beh... sembrava un appuntamento a 4. Seungmin arrossì solo a quel pensiero, ma almeno erano soli con Jisung e Minho e non c'era più quel via vai. Quella cena fu abbastanza imbarazzante perché Jisung la passò a quadrare Hyunjin e Minho voleva solo le attezioni del suo ragazzo, mentre Suengmin voleva solo scomparire dalla faccia della terra e basta. Poi tornarono al dormitorio e Hyunjin si fermò nella cucina. Voleva preparare qualcosa da mangiare. O meglio, voleva fare delle prove.
"Che fai? Non vai a dormire?"
"Alle 21? No. Devo fare una cosa molto importante."
"Ah, e cosa?"
"Delle prove per san valentino. Voglio dare della cioccolata a Eunji. È il nostro primo san valentino insieme."
"Capisco."
Già, Seungmin capiva. Che non avrebbe dovuto chiedere. Tutti erano in fermento per san valentino e quasi si erano dimenticati del disastro che era appena accaduto. Eppure non era nemmeno passato così tanto tempo. Beh, se avesse avuto un ragazzo anche lui, forse... peccato che il ragazzo a cui era interessato da due anni fosse impegnato e interessato a un'altra. A san valentino c'era anche la possibilità di dare della cioccolata anonimamente con magari un bigliettino romantico. Una confessione segreta praticamente. E lui ci stava pensando molto intensamente alla cosa... anche se, non avrebbe sicuramente mai notato una sua lettera anonima in mezzo a tanteettere anonime. Ovviamente potevi scegliere se palesarti o meno, ma tanto non sarebbe servito a nulla palesarsi. Però lui, anche se la cosa era anonima, voleva farlo e voleva confessare i propri sentimenti al ragazzo. Voleva togliersi un peso e stare più tranquillo, decisamente. Così nella sua nuove stanza improvvisata prese un foglio e iniziò a buttare qualcoss. Ma nula sembrava venir giù. Poi l'oggettò dei suoi pensieri entrò nella stanza.
"Ehy, che fai?"
"Sto facendo una cosa."
Voleva rimanere sul vago, non dirgli cosa stesso realmente facendo. Perciò disse così.
"Ehy. Ti dichiari?"
Poi gli diede una pacca sulla spalla, seguito da un "bravo". Già, se solo avesse saputo...
"E tu? Come va con la cioccolata?"
"Bene. Ma in realtà non so che cioccolate le piace. Devo investigare. Mi aiuti?"
Poi ridacchiò.
"Ovviamente scherzo. So che sei occupato."
"Sei sicuro che non tis erve una amno a preparla?"
Guardò il suo dito preoccupato e quasì inconsciamenge gli prese la mano.
"Sono il suo eagazzo e sarei uno stronzo a farla fare a te. Tranquillo non mi fa male. Davvero. Sto bene. Non posso farti fare nulla. È una cosa che devo fare io. Se vuoi tu invece una mano cucinare o a preparare qualcosa per il tuo lui, io ci sono."
Tea faresti da solo, in pratica ma okay...
"Tranquillo, ce la posso fare da solo. Ma grazie dell'aiuro, o meglio dell'aiuto chiesto."
Sorrise e lo lasciò andare. Doveva cavarsela da solo e di certo non poteva dare peso a Hyunjin per fare una cosa proprio per lui. A suo dire era ridicolo. Poi avrebbe chiesto aiuto a Jisung, che sebbene avrebbe fatto il cretino e si sarebbe lamentato, poi l'avrebbe sicuramene aiutato più che volentieri. Ogni cosa che provava a scrivere era banale, o forse era no solo le sue stupide paranoie a parlare per lui.
Caro Hyunjin sembra ridicolo? No, è una lettera quindi dovrebbe andare bene... però non dovrebbe essere una lettera, ma solo un piccolo biglietto no? Okay quindi caro Hyunjin no...
Mentalmente provava a cancellare e togliere tutte le cose più stupide, anche un semplice caro Hyunjin. Alla fine quello che scrisse fu solo un: Hyunjin, mi piaci. E forse qualche cosa di più. Era ridicolo punto e basta. Ma tutte le cose che vpleva dirgli erano troppe e sicuramente non sarebbe bastato un biglietto. Poi sicuramente Hyunjin non avrebbe avuto tempo di leggere tutta la lettera o comunque tutto il biglietto, avendo già da fare con la propria ragazza. Così tante cose da dirgli e così poco tempo. Hyunjin aveva un'altra vita oltre alla sua. Era impegnato, aveva i suoi problemi e semplicenente lui non poteva dirglieli così i suoi sentimenti. Voleva dirglieli dal vivo, nche se non poteva. Non poteva ma eppure lo voleva così tanto. Voleva andare da lui, parlargli, confessare i suoi sentimenti e poi baciarlo fino a perdere a rimanere senza fiato. Voleva stargli accanto ogni giorno della sua vita, non come amico, ma come fidanzato. Voleva poter essere la sua spalla su cui piangere, le braccia da cui andare quando ne avesse avuto bisogno, la sua roccia il suo posto sicuro. Come Hyunjin lo era per lui. Voleva tante cose. Ma non poteva averle. Voleva accarezzargli il volto e baciarlo ancora, anche dopo qualche minuto dopo averlo fatto per la prima volta. E voleva passare le sue mani tra i suoi capelli. Quei lunghi capelli ora tinti di nero e biondo. Quei capelli che continuavano a crescere duventando sempre più lunghi e rendendolo sempre più bello. Rendendolo un vero principe. Come se non lo fosse già prim.ma. strinse il foglio. E una voce attirrò la sua attenzione. Quasi si era dimenticato della sua esistenza  quasi perché stava piangendi peorpio per luu.
"Ma stai piangendo?"
E senza dire nulla, si alzò  e scappò da quella maledetta stanza. Hyunjin semplicemente capì che Seungmin doveva stare da solo e basta. Seungmin nel frattempo se ne stava a camminare per i corridoi del dormitorio, guardando lw stanze distrutte e i cartelli che vietavano l'entrata in esse. Si ricordò in quel momento di aver lasciato foglio sul tavolo e sperava che Hyunjin non avesse avuto la brilliante idea di guardarlo. Sperava avesse invecw deciso di proteggere la sua privacy. Quando tornò trovò tutti addormentati, ormai era davvero tardi, almeno per lui. Ultimamente era davvero stanco. Forse era solo lo stress. Guardò Jisung e Minho abbracciati nel letto, invidiandoli tantissimo proprio. Poi afferrò il foglio e lo piegò. Avrebbe comprato delle lettere dai motivi carini e adatti per san valentino. Quel foglio era solo una prova appunto. Lo mise nel cassetto della scrivania. Poi si mise a dormire. Il giorno dopo Hyunjin gli chiese se stesse bene e Seungmin semplicemente si scusò.
"Hai per caso letto il foglio?"
"No. Sai, devo essere sincero e devo dirti che ho avuto la tentazione, ma so che tu non avresti gradito la cosa. Ma sappi che semmai vorrai dirmi il suo nome o chiedermi qui, io ci sarò."
Seungmin annuì. Poi l'abbracciò. Non ci voleva. Si stava abituando a tutto quello e la cosa non andava affatto bene. Più si affezionava a lui e più si abituava e più sarebbe stato difficile lasciarlo andare un giorno.

Mingi amava avere Yunho vicino, ma la situazione si stava facendo difficile. Sempre di più. Più passavano del tempo insieme e più si affezionavano. Ricordò sorridendo il mimento in cui Yunho era corso di lui. Quasi due settimane prima. Era a lavoro e aveva ricevuto una telefonata da Jaehyun. Forse più di una. All'inizio lo aveva ignorayo. Ma poi non vi era più riuscito a causa dell'insistenza del ragazzo lì.

Yunho cercò di ignorare più volte Jaehyun. Lui era un tipo che si impegmava nel lavoro e non aveva tempo per distrazioni. A meno che una di questa distrazione si chiamasse Mingi, sia chiaro. Il ragazzo dai capelli azzurri occuoava ogni suo pensiero, pgni momento della sua giornata. Poi però, sbuffò. Un cliente gli diede i soldi dell'ordine e lui li inserì nella cassetta, dando la busta contentene l'ordine al cliente. Un suo collega gli fece un segno.
"Ti conviene rispondere. O non ti lascerà più in pace."
Sbuffò verso il collega e afferrò il cellulare. Aveva preso l'abitudine di lasciarlo sempre acceso o comunque in vibrazione, solo per Mingi ovvio eh. Rispose e Jaehyun urlò.
"Yunho! Era ora!"
"Ma che c'è? Sono a lavoro. Mi stai distrubando. Lo sai?"
"Hai saputo che è successo?"
"No, come ti ho detto sono a lavoro. Non so nulal dI nulla. È successo qualcosa di grave? Mi stai facendo preoccuoare ma davvero tanto eh eh."
"Sembra sia crollata la scuola. La nostra università ecco. E anche parte del dormitorio. Io sto bene, più o meno. Ma sai, ho pensato che volessi saperlo, Mingi è qui."
"Qui dove? Che è successo? Sta bene?"
"Non lo so. Ma lui era all'università a seguire le lezioni come molti altri."
"Puoi andare a cercarlo? Io vengo subito."
"Sì ma-"
In quel momento staccò il telefono e avvisò il collega di avvertire poi il capo.
"Ma dove vai?"
"Il mio ragazzo potrebbe essere ferito. È successo qualcosa alla nostra scuola, alla nostra università."
E senza aggiungere altro andò a cambiarsi. Ci mise letteralmente due minuti e poi afferrò la borsa che usava sempre per andare sempre a lvoro. Poi aveva iniziato a correre. Il ginocchio gli faceva male, certo, ma in quel momento gli importava poco di ciò ecco. Quando arrivò all'università vide un sacco di barelle e di ambulanze. La situazione sembrava grave e lui cercò ovunque Mingi. Sperava di non vederlo in nessuna barela o in un nessuna ambulanza. Poi lo vide, era piegato a mettere uno straccio sulla fronte di un ragazzo. Poi lo vide applicargli una specie di benda. Non ci fece caso troppone corse verso di lui.
"C'che fai?"
"Come stai? Mi hai fatto preoccupare."
" come vedi sto bene. Dai su, staccati."
Arrossì e Yunho lo strisse più forse. Yunho si staccò poco dopo solo per afferrargli le mani nelle sue e sfregarle dolcemente.
"Ero a lavoro. Ma sono corso subito qui."
"Solo per me?"
"Solo per te. Piccolo mio."
Notando lo sguardo del ragazzo, Mingi si staccò.
"Dovresti andare. Qui non è sicuro."
"E tu? Non ti lascio qui da solo."
"Non sono da solo e poi... devo aiutare. Sono uno dei pochi non feriti. Hanno bisogno di me."
"Anche io ho bisogno dj te e sono preoccuoato."
"Okay, okay. Allora mettiti lì e stai fermo, okay? Io torno subito. Sto bene davvero, non preoccuparti. Lasciami in pace, okay?"
Yunho annuì, tristemente però. Yunho si sedette su una panchina messa a fortuna lì per curare qualcuno prima di andare in ospedale magari ecco. Dopo di quello Yunho aveva aspettato e una volta che aveva visto il ragazzo poggiarsi al muro si era preocupato.
"Stai bene."
"S-sì. Te l'ho già detto."
Poi guardò il polso del ragazzo, che se lo stava tenendo. Sospirò e lo toccò. Un gemito di dolore sfuggì al ragazzo e sospirò.
"Andiamo in ospedale."
"Asoetta no davvero..."
"Andiamo in ospedale. Non è un invito. È un obbligo. Andiamo forza."
Gli afferrò la mano nella sua e andarono in ospedale. Alla fine non era nulla di grave, ma lui era felice di averlo portato in ospedale. Poi ricevette una telefonata da sua mamma, era preoccupata perché dei suoi amici xhe lavorarvano lì l'avevano avvertita di averlo visto lì e anche del distratto appena accaduto. Ma lui la tranqhillizzò dicendo semplicemente che lui stava bene e che aveva portato un suo amico a vistare lì. Tutt lì. Nel presente invece, Yunho abbracciò Mingi sotto le proteste del ragazzo stesso.
"Ti fa ancora male?"
"Adwsso non più. Ma grazie a te."
Sospirò mai poi gli sorrise. Qualcosa però si nascondeva nell'ombra. Qualvosa cge minacciava la loro tranquillità.

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Ciao, buon capitolo. Vi volevo dire solo che probabilmente da ora in poi accellererò molto le cose e arriveremo subito a un punto cruciale. Perche non voglio mandarla troppo sulle lunghe. Bene detto questo ci vediamo al prossimo capitolo care persconcine eheheheh
Bye bye

My Nana -Jaemin-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora