Sette

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"Non mi hai ancora detto perché non hai più voluto nessun altro accanto a te", mi dice a un certo punto a bruciapelo.
"Beh, te l'ho detto, in realtà. Avevo paura di dover provare di nuovo quel dolore straziante".
"Mh. E?"
"E cosa?"
"Dico, e poi? Non è l'unico motivo, per quanto forte. Voglio dire, ci sono vedovi e vedove che si risposano, a riprova che il dolore per la morte di una persona amata non sempre ci fa chiudere il cuore".
You're frozen, when your heart's not open.
"Lo so, mio padre si è risposato, infatti".
Mi guarda a bocca aperta, senza dire niente.
"Te l'ho detto, più assenze che presenze".
Fronte contro fronte, mi sussurra a fior di labbra: "Me ne vuoi parlare?"
"No", gli rispondo, "Vai avanti con quello che stavi dicendo".
Mi accarezza la guancia con la punta delle dita, mi sfiora le labbra, e continua: "Quello che penso, ma magari sbaglio, è che se da una parte sei una donna tremendamente forte, davvero, vai dritta al tuo scopo come un panzer e butti giù tutto quello che ti trovi davanti, Presidente del Consiglio compreso, dall'altra sembra che tu chieda il permesso di essere amata".
Lo guardo, e sento le lacrime pungermi gli occhi.
"Non riniziare a piangere per favore", scherza lui.
"Non lo farò".

*****

LUI

Il fatto che le si siano riempiti di nuovo gli occhi di lacrime, mi fa capire che non sono andato lontato dalla verità.
Mi dispiace, ovviamente, ma vorrei anche che capisse che non è così, lei è una persona assolutamente degna di essere amata, una persona che io vorrei poter amare.
"Non riniziare a piangere per favore", le dico con un tono scherzoso, per cercare di stemperare l'atmosfera.
"Non lo farò", mi risponde e voglio crederle.
Riprendo a parlare: "Non voglio fare lo psicologo da supermercato e rispetto il fatto che tu non voglia parlarne, però secondo me il fatto che tu abbia perso tua madre ha a che fare con questo".
"Può essere, non so, non me lo sono mai chiesta".
"Invece secondo me tu te lo sei chiesta eccome, non sei una persona che non si fa domande, e che soprattutto non cerchi testardamente le risposte".
La abbraccio stretta, vorrei fondermi con lei e la bacio, di nuovo. E ancora.
"Io non voglio che tu rimanga più sola".
"Farai un decreto all'uopo? Attento all'opposizione".
La guardo, la guardo senza riuscire a staccare gli occhi dalla profondità dei suoi, non so se sia una fattucchiera, quale malìa mi abbia fatto per incatenarmi a sé.
"Voglio esserci io accanto a te".
"No".

*****

"No", gli rispondo. Non se l'aspettava, cerco di spiegarne il perché.
"No perché si rovinerebbe tutto inesorabilmente. Stiamo vivendo una notte magica, un sogno che in molti aspettano una vita, molte donne, quanto meno. Una comunione d'amorosi sensi fra affinità elettive, che inesorabilmente si sgretolerà quando sorgerà il nuovo giorno".
"Perché devi dare per scontato che tutto finisca male? Che tutto sia negativo? Ti rendi conto che stai dando un giudizio anche a me? Quindi quello che mi hai vomitato addosso a quel tavolo di trattativa è quello che pensi di me come persona? Non c'è scampo per nessuno?"
Mentre emette quel flusso di parole si stacca da me rimettendosi seduto e abbracciandosi le ginocchia.
È profondamente ferito da quello che ho detto, anche se non era certamente quello il mio intento. Mi sollevo e rimango seduta accanto a lui, poi gli prendo il braccio, lo stringo a me, e continuo a parlare.
"Non c'era nessun giudizio su di te in quello che ho detto, è un dato di fatto. Che tipo di storia potremmo avere? A parte che siamo il diavolo e l'acquasanta, ma poi tu non sei solo, Giuseppe".
"No, non sono solo. Ma non sono uno che tiene i piedi in due scarpe, e se dovessimo stare insieme, prima interromperei la mia attuale relazione. E non ti nascondo che sarebbe un dolore, ma la vita è fatta anche di scelte dure e di separazioni. Non ho niente da rimproverare alla mia compagna, ma ora che ti ho conosciuto, non ho dubbio alcuno, è con te che voglio stare".
"E tu manderesti all'aria una relazione che dura da quanti? tre, quattro anni? con una donna bella, sofisticata e tutto il resto per una scappata di casa che conosci da pochi giorni e con la quale non hai praticamente fatto altro che litigare?"
"Forse perché questa scappata di casa che conosco da pochi giorni e con la quale non ho fatto altro che litigare, mi ha fatto sentire vivo come non mi capitava da così tanto tempo che non so quantificare neanche io".
Il cielo sta diventando rosa, il sole sorgerà a breve, ma alle nostre spalle.
"Resta qui, con me. Aiutami nel mio lavoro, per quanto riguarda la scuola il tuo parere sarebbe d'aiuto in maniera incredibile alla squadra di governo".
"Ho un aereo da prendere, stasera".
"I voli si possono spostare, o si può partire e tornare".

Il sole è ormai sorto. Ci rialziamo. Gli spolvero via la sabbia dall'abito e dai capelli e ci avviamo verso la macchina.
Gli agenti di scorta fumano poggiati alle auto di servizio, ma dando le spalle alla spiaggia.
Lungo la strada di ritorno verso Roma, il suo cellulare riprende a squillare forsennatamente, come è normale che sia, e non parliamo più, se non per qualche sporadico scambio di battute.
Mi lasciano davanti al B&B dove alloggio e ripartono di gran carriera, sirena compresa.

Il volo AZ1591 parte da Fiumicino in perfetto orario.

*****

LUI

Prendo lo smartphone, controllo su Flightradar, il volo AZ1591 è partito da Fiumicino in perfetto orario.
Mando un messaggio "Avvisami quando arrivi".
Poi chiudo gli occhi, stremato.

La notte tu mi appari immensa, invano tento di afferrarti
ma ti diverti a tormentarmi, la notte tu mi fai impazzir
La notte mi fai impazzir, mi fai impazzir


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Angolo autrice

Allora, nella mia idea orginale la storia doveva finire qui, senza lieto fine, ma con molto senso di realtà.
Voi cosa dite?
Secondo voi è il caso di dare una chance a Eleonora e Giuseppe o lasciamo la loro storia così, vissuta solo in sogno?

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