Centosette

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Giovedì 8 ottobre

La sua sveglia suona inesorabile alle cinque, come il corno che annuncia l'arrivo del boia.

"Buon compleanno amore mio", mi dice. Alle cinque.
Cioè, alle cinque del mattino buon compleanno no.
"Mmmm ...anno 'n cazzo".
Scoppia a ridere.
"Buon. Compleanno. Amore. Mio", ripete intervallando ogni parola con un bacio e posizionandosi sopra di me.
"Cioè, fammi capire, il compleanno è il mio, ma il regalo lo vuoi tu? Come funziona?"
Mi tappa la bocca con un bacio lunghissimo.
"Sì, più o meno è così", mi risponde mentre scivola dentro di me.
Per quanto alle cinque del mattino, non è male iniziare la giornata in questo modo, e alla fine sono io a baciarlo a lungo.
"Grazie degli auguri", gli dico.
"Di niente. Piuttosto", mi dice, "ho mio malgrado una giornata piuttosto incasinata ma che per fortuna riuscirò a far finire presto. Allora, confermi che mi concedi la nostra cena stasera?"
"Certo, una cena noi due soli è tutto ciò che desidero per il mio compleanno".
"Ok, aggiudicato. Pronta per le otto, va bene?"
"Va bene".
"Ora rimettiti a dormire".
"Sarà fatto".

E infatti mi riaddormento e non mi rendo neanche conto di quando esce da casa per andare a Chigi. La fortuna ha voluto che il giorno del mio compleanno coincidesse col mio giorno libero. Pur non essendo una patita dei festeggiamenti, ho sempre cercato, quando ho potuto, di prendermi un giorno di ferie per il mio compleanno anche solo per rimanere a casa a ciondolare e a rispondere a qualche messaggio di auguri, oppure a fare niente.
Passo la mattina in relax, mi preparo con calma e esco a fare una passeggiata, è una bella giornata di sole e Roma sa farmi innamorare ogni volta che passeggio per le sue vie.
Rispondo a qualche messaggio di auguri, mi chiama anche mia madre, mi chiede come devo festeggiare e le rispondo che devo andare a cena fuori con Giuseppe.
"Mi raccomando, cerca di essere in ordine, sistemati un po' i capelli".
"Sì mamma, stai tranquilla".

Verso l'una mi chiama Giulia mentre sono seduta in un bar a prendermi un cappuccino e un maritozzo con la panna, me lo merito come pranzo di compleanno.

"Eleeeee, auguuuuriii!"
"Grazie, anche le mie orecchie ti ringraziano!"
"Cosa stai facendo?"
"Mi sto strafogando un maritozzo con la panna".
"E cos'è successo, tuo marito si sta sottraendo ai doveri coniugali?"
"Ma vaffanculo", le rispondo con la bocca piena, "Non credo proprio".
"Ah bene, mi stavo preoccupando!", ride, poi prosegue "Senti, tesoro, una cosa... però non ti incazzare".
"Dimmi".
"Io ho avuto un contrattempo al lavoro e non ce la faccio a venire dal parrucchiere, tu però vai, è il mio regalo, ci tengo!"
"No, dai, Giulia, facciamo un'altra volta".
"No, Eleonora, assolutamente! Tra l'altro davvero ho smosso mari e monti per averlo, vai, divertiti e rilassati, poi ci vediamo nel fine settimana e mi racconti. Ma stasera fai qualcosa con Giuseppe? A parte il sesso, intendo".
"Ma sei fissata! Sì, andiamo a cena fuori, ha insistito, io me ne sarei rimasta a casa",
"Eh, allora vedi che il parrucchiere ti serve?", ride. "Dai, poi mi racconti, un bacio, ti devo lasciare".
"Ciao, vai a cagare, comunque".
Giulia ride.

Poco dopo.
Giulia: "Giuseppe? Giulia".
Giuseppe: "Il mio agente all'Avana! Aggiornami".
Giulia: "Ho appena scaricato tua moglie, l'ho convinta ad andare comunque dal parrucchiere e ora vado a Ciampino a recuperare quelli che arrivano con Ryanair poi li porto in albergo".
Giuseppe: "Perfetto. Io fra poco invece parto per Fiumicino per andare a prendere la madre e il fratello".
Giulia: "Giuseppe, mi raccomando, calma".
Giuseppe: "Stai tranquilla".
Giuseppe: "Ah, ricordati che dovete essere tutti lì alle otto, prima che arriviamo noi ok?"
Giulia: "Stai. Tranquillo".
Giulia: "Ah, Giuseppe... ma stasera c'è quell'agente che ti sta sempre attaccato al culo?"
Giuseppe (ridendo): "Ma chi, De Santis?"
Giulia: "Non lo so come si chiama, quello bello, alto, riccio, che è sempre a fianco a te... è una specie di dio greco, me lo presenti?"
Giuseppe (ride ancora): "Ok, è decisamente De Santis. Giulia, io te lo presento pure ma è sposato. Molto sposato. E ha tre figli".
Giulia: "Mannaggia! Mi meritavo una ricompensa però con tutto quello che sto facendo!"
Giuseppe: "Mi faccio dare da Mattarella il numero di qualche corazziere, va bene lo stesso?"
Giulia: "Uff, non si può mai contare su di te".
Giuseppe: "Lo so, me lo dice sempre anche l'opposizione. A dopo, se ci sono problemi chiamami".

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