L'International Klein Blue, o più semplicemente "blu Klein", è una tonalità di colore blu oltremare molto profondo realizzato dall'artista francese Yves Klein come parte della sua ricerca sui colori che meglio rappresentano i concetti che voleva trasmettere.
Il mio outfit per la cena al Quirinale è di colore blu Klein, un colore che ho sempre trovato magico, ammaliante, incantatore.
È una delle tonalità di blu decisamente più utilizzate anche da Re Giorgio, nel cui atelier mi aveva accompagnato Valentina.
Non essendo mai a mio agio con le gonne, ho optato per un completo pantalone, composto da una giacca a smoking, di colore blu Klein, appunto, con i revers a lancia di un tessuto leggermente più lucido e chiusa da un unico bottone gioiello. I pantaloni cadono ampi fino quasi a terra, in modo da nascondere il tacco 12 da Cenerentola di Jimmy Choo. Lo scollo della giacca è vertiginoso, ma sotto è stato abbinato un top dello stesso blu, ma tempestato di microscopici punti luce.
I capelli hanno una piega perfetta, ma con quell'aria del tipo: "Ma no, non ho fatto niente, mi sono usciti così da soli". Il trucco rende, come per magia, i miei occhi più intensi e luminosi, la pelle di porcellana e le labbra così rosse che me le bacerei da sola.
Sono bella. Per la prima volta nella mia vita, sono bella.Giulia mi guarda e mi dice: "Sei un sogno Ele".
"Grazie tesoro".
"Nervosa?"
"Sto solo per morire".
"A che ora devi andare?"
"Adesso, sta passando a prendermi Loi".
Infatti, un secondo dopo mi squilla il cellulare.
"Sì, Mauro, scendo subito. Grazie".
"Ti abbraccerei ma ho paura di sciuparti".
"Infatti".
"Taffetà allora".
"Taffetà anche a te Giulia".
Rido mentre le porte dell'ascensore si chiudono.Mi avvicino all'auto e vedo Loi spalancare gli occhi quando mi vede arrivare.
Mi fa entrare con la consueta galanteria, si siede alla guida e prima di mettere in moto mi guarda dallo specchietto e mi dice:
"Eleonora, è davvero incantevole".
"Grazie Mauro, lei è molto gentile".
"Il Presidente è davvero un uomo fortunato, se posso permettermi".
"Sono fortunata anche io, Mauro, glielo assicuro. Dove andiamo, che disposizioni le ha dato il Presidente?"
"Andiamo a Palazzo Chigi a prenderlo e poi vi accompagno al Quirinale".
"Grazie, Mauro".
"Ci mancherebbe".
Sorride, dallo specchietto.Arriviamo a Palazzo Chigi e lui mi chiede di salire, non è ancora pronto. Fare tutte quelle scale con i tacchi che indosso è un'impresa, ma la sua espressione quando mi vede vale tutto.
"Mio dio Eleonora, sei... sei bellissima. Incredibile. Fantastica. Meravigliosa".
"Anche meno, dai".
Fa per avvicinarsi ma lo blocco: "No, ti prego, non ti dico quanto tempo c'è voluto per tutto questo!" e indico viso e capelli.
Ride. "Va bene, ma mi costa davvero tanto non toccarti".
"È costato molto anche a me, l'altra notte, non toccarti, ma ho saputo aspettare. Impara l'arte dell'attesa, Giuseppe".
Gli poggio una mano all'altezza del cuore.
"Lo farò".
Lui è bellissimo col suo smoking nero e il papillon, sarebbe un perfetto James Bond con quel sorriso irresistibile.
Dopo una decina di minuti, entro al suo braccio nel salone dei ricevimenti del Quirinale.Mi devo aggrappare a lui per l'emozione e perché c'è molta più gente di quanto lui non mi avesse detto. E ci sono dei fotografi, la situazione non era così privata come mi era stata presentata.
"Ma c'è una montagna di gente!"
"Lo so".
"C'è la stampa, mi avevi detto che non ci sarebbe stata".
"Non saresti venuta. Sorridi e andrà tutto bene".
Io sorrido ma probabilmente sembra che abbia un'emiparesi.
Il primo ad avvicinarsi verso di noi con un sorriso che illumina la sala è Roberto Gualtieri. Mi aveva visto qualche volta a Palazzo Chigi di sfuggita, ma non eravamo stati mai presentati ufficialmente.
"Giuseppe, non mi presenti la tua affascinante accompagnatrice?"
"Roberto, lei è Eleonora Serra, la mia compagna".
"Enchanté", mi dice il ministro con galanteria.
"Molto lieta", rispondo io, imbarazzatissima.
"Roberto, scusaci, ma non abbiamo ancora salutato il Presidente Mattarella. Vieni Eleonora".
Io sento lo stomaco chiudersi in una morsa d'ansia, il Presidente della Repubblica, non ce la farò mai.
Ci dirigiamo verso il punto della sala dove Mattarella sta parlando con la Ministra Lamorgese e autorevoli membri della Corte Costituzionale, ma come ci vede arrivare si scusa con i suoi ospiti e si avvicina lui verso di noi.
"Giuseppe", e lo bacia su entrambe le guance, poi rivolge la sua attenzione verso di me mentre Giuseppe gli dice:
"Presidente Mattarella, ho il piacere di presentarle la mia fidanzata, la dottoressa Eleonora Serra. Avrò l'onore di sposarla non appena il mio precedente matrimonio sarà sciolto".
"È veramente un piacere conoscerla, Eleonora", mi dice il Presidente prendendomi una mano entro le sue e accennando un baciamano.
In quel momento ho dimenticato tutte le regole del cerimoniale che mi sono state spiegate e balbetto:
"Io... sono io ad essere onorata di fare la sua conoscenza, Presidente". Mattarella in risposta mi accarezza il viso, come farebbe un padre alla propria figlia, e io sento una lacrima fare capolino per l'emozione. Giuseppe se ne accorge e la ferma col movimento delicato di un pollice.
Il Presidente della Repubblica si congeda da noi per accogliere anche gli altri ospiti.
Dopo un veloce aperitivo veniamo fatti passare in un'ampia sala dove sono disposte delle poltroncine e dove il Presidente Mattarella tiene un breve discorso per ringraziare tutti i più alti rappresentanti dello Stato per il lavoro svolto durante l'emergenza Covid, e l'esemplare esempio di correttezza istituzionale nonostante le provocazioni di alcune parti del parlamento e raccomandandosi, ovviamente, che questo esempio di civiltà, servito da modello a tutti i cittadini italiani la cui condotta è stata a loro volta esemplare, continui anche in futuro.
Viene invitato a parlare anche Giuseppe, che ad un certo punto, quasi a volersi liberare anche lui di un peso, dice queste parole: