Sessantasette - HOT

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Arriviamo in albergo. Alla reception ovviamente erano stati avvisati del cambio di prenotazione e ci danno subito la camera.
Il tempo di entrare e mi trovo subito spalle al muro, come in bagno qualche ora prima.
Mi bacia avidamente, stringendomi ora un seno ora una natica.
"Hai capito adesso perché siamo venuti qui anziché stare dai miei?"
"Diciamo che mi sta sorgendo un sospetto".
"Oggi non voglio fare l'amore, stanotte voglio scoparti come dio comanda. Sentiti libera di urlare".
"Ai suoi ordini, Mr Grey".
"Non fare troppo la spiritosa, che a giocare col fuoco si rischia di bruciarsi".
A dimostrazione delle sue intenzioni, mi spinge sul letto e si piazza a cavalcioni sopra di me, continuando a baciarmi.
All'inizio lo lascio fare perché questi baci me li voglio godere fino all'ultimo secondo, e nel mentre si toglie la camicia, sfilandosela dalla testa senza neanche degnarsi di aprire i bottoni. Io inizio a toccarlo ovunque, ma mi blocca le mani.
"Allora non hai capito. Tu stasera non hai diritti, stanotte faccio io quello che voglio e tu ubbidisci. E possibilmente urli".
"Ti consiglio però di cercare di attutire i rumori in qualche modo, se no domani su tutti i giornali campeggierà la notizia: "Il Premier fa sesso selvaggio in un hotel pugliese".
"Che importa? Tanto lo sto facendo con mia moglie e agli italiani basta questo. Lo scandalo sarebbe stato solo se non fossimo stati sposati".
Raggiungo a fatica lo smartphone e gli dico:
"Dai, fammi mettere un po' di musica di copertura".
"E va bene".
Mi libera dalla morsa delle sue gambe, collego lo smartphone all'impianto stereo che c'è in camera e faccio partire una playlist che ho su Spotify da anni, ormai non so neanche più a quante ore di durata sia arrivata. La usavo quando mi dilettavo nella scrittura, e mi sembra adatta anche per il momento attuale, perché scrivere, a volte, è anche un po' fare l'amore. Faccio partire la riproduzione casuale e la prima canzone che viene pescata è "Eye in the sky".
I ricordi che questa canzone mi porta alla mente sono bellissimi e mi faccio guidare dalla musica per ricominciare a baciarlo, poi inizio a leccargli il collo, e il petto, con tutta la lingua di piatto, come se stessi leccando un gelato che si sta sciogliendo.

Ma Giuseppe non vuole lasciarmi l'iniziativa e mi si rimette sopra, a questo punto legandomi le mani con la cintura dell'accappatoio e fermandole a una sbarra del letto in ferro battuto. Dopodiché mi tira giù jeans e slip con un colpo solo, esponendo la mia nudità alla sua vista. Io chiudo le gambe, ma lui me le riapre, avvicinando subito la bocca al centro del mio piacere. È sempre stato bravo in questo, dio solo sa quanto, ma oggi già al primo tocco di lingua mi sembra di impazzire. Lui prosegue implacabile, aggiungendo prima un dito, poi il secondo, muovendoli sempre più veloci, continuando a leccare, succhiare, baciare, finché letteralmente non scoppio nell'orgasmo, invocando il suo nome insieme a quello di un certo numero di santi.
"Ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo, Giuseppe, ti amo, dio mio, mio dio".
"Ti amo anche io ma non ho neanche lontanamente finito con te".
Si toglie finalmente i pantaloni e i boxer, e la vista del suo pene perfettamente eretto e pronto fa sì che sia nuovamente propensa a riceverlo.
Entra dentro di me con un colpo secco, provocandomi il primo gemito.
"Ti ho fatto male?"
"Non esattamente".
"In ogni caso non mi importa".
Inizia subito a muoversi con un certo vigore.
"Tu mi fai impazzire, Eleonora, mi fai impazzire e mi farai morire. Mi farai morire". Queste parole me le sussurra all'orecchio, fra un suo ansito e un mio gemito. Vorrei avere le mani libere per prendergli le natiche e spingerlo ancora più in fondo, ma sono ancora legata e perciò devo aumentare i movimenti e l'angolazione del mio bacino per ottenere lo stesso risultato. Inizia una battaglia perché ognuno vorrebbe portare l'altro all'orgasmo per primo, ma ascoltare i nostri gemiti rochi, sentire i rumori che fanno i nostri corpi quando si scontrano, le nostre bocche quando si succhiano, mi hanno portato a un livello di eccitazione raramente provato e vengo una seconda volta, accartocciando le dita dei piedi nello spasmo dell'orgasmo. Sentirmi godere così forte e direttamente nel suo orecchio è come un potente detonatore che fa esplodere anche il suo piacere, che sento caldo e denso dentro di me.

Ancora ansimante mi libera le mani e così lo posso abbracciare, tenendolo legato a me con le gambe e le braccia.

Stiamo riprendendo fiato quando parte "Telegraph Road" dei Dire Straits e ricomincio a baciarlo senza fermarmi neanche per respirare. Lo bacio e lo lecco per tutto il corpo, ovunque, per imprimere nel mio cervello rettiliano il suo sapore e il suo odore, in modo da essere sicura di riconoscerlo anche fra mille anni e fra mille altri uomini. Allo stesso tempo con la mia lingua che lo lecca ovunque, sto inequivocabilmente marcando un territorio, mettendo dei confini, imponendo una proprietà, su questo corpo ora nessun'altra avrà più diritto, solo io, che l'ho segnato ovunque con la mia saliva.
Riprendo a baciarlo sulla bocca, mischiando alle nostre salive le mie lacrime, di gioia, di dolore per le incomprensioni passate, di paura e allo stesso tempo di eccitazione per il futuro.
Il nostro futuro.

Ci addormentiamo una sopra l'altro, nudi, sudati e sporchi di noi, come animali.
Ci apparteniamo.

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Per vostra opportuna informazione, ci sarà anche il POV di Giuseppe.

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