Settanta

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WARNING: capitolo dove si parla di politica, se non vi interessa saltate, tanto non pregiudica la lettura dei capitoli successivi.

E no, non scopano

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Ci prepariamo per l'impegno serale di Giuseppe. Lui non ha visto gli acquisti, così mi vede direttamente quando sono pronta.
"Sei bellissima, Eleonora, questo vestito è delizioso!"
"Grazie tesoro. Tua mamma mi ha voluto fare un regalo, guarda", e gli mostro la borsa.
Lui si volta verso la madre: "Mamma, ma questa borsa è tua?!"
"No, però le assomiglia molto vero? Chissà che fine ha fatto la mia!"
"Secondo me se l'è fregata Maria Pia", ride Giuseppe.
Lui torna a guardare me e dice: "Prendi tutto, eh, che poi torniamo direttamente a Roma".
"Sarà fatto".
Saluto tutti ringraziando ancora la mamma per il suo regalo, e vedo che Niccolò non sembra propenso a muoversi.
Mi rivolgo al padre: "Ma Niccolò non viene?"
"No, ha deciso di rimanere qui dai nonni, verrà Valentina a prenderlo".
"Ah, va bene. Allora ciao Niccolò, ci vediamo a Roma".
"Ciao Eleonora".

Mentre andiamo verso il paese che ospita la manifestazione, tamburello nervosamente con le mani sul sedile dell'auto. Giuseppe poggia la sua mano sulla mia. "Stai tranquilla, non c'è niente di cui preoccuparsi".
"La fai facile tu".
Mi sorride, e le mie preoccupazioni si sciolgono come neve al sole, almeno fino a quando non arriviamo a destinazione.
All'arrivo troviamo ad accoglierci le autorità locali, e ci toccano un po' di convenevoli. Io in realtà me ne sto in disparte mentre lui è prodigo di sorrisi, al di sotto della mascherina, a destra e a manca. Per arrivare alla piazza dove si terrà l'intervista attraversiamo le stradine del centro, piene di negozietti dove tutti lo salutano e chiedono un selfie. Arrivati a destinazione salutiamo gli organizzatori che ci fanno sedere in prima fila, da dove Giuseppe però si alza quasi subito per raggiungere il palco.
L'intervista è francamente imbarazzante, un elenco di domande slegate l'una all'altra, ma cavolo, hai il Presidente del Consiglio davanti a te, fai un contradditorio, prendi spunto da una risposta per approfondire un argomento, invece no: domanda numero uno; domanda numero due, e così via, come un verbale dei carabinieri.
Madre mia che imbarazzo. Anche Bruno Vespa avrebbe fatto di meglio, sicuramente. Poi mio marito ci ha messo del suo, ma quella è un'altra storia, e non mi riferisco al repertorio di sorrisi piacioni. Finita l'intervista, altri saluti agli organizzatori della manifestazione culturale, mi vengono anche offerti dei fiori, che carini, loro non possono sapere che io odio i fiori recisi perché li associo ai cimiteri perciò ringrazio con un sorriso a 32 denti, per quanto celato dalla mascherina. In ogni caso alla fine riusciamo ad andarcene e a rientrare verso Roma.

"Beh, come è andata? Sei sopravvissuta?"
"Mh, sì, diciamo di sì, dai".
Gli sorrido.
"Sono stati gentili, ti hanno regalato i fiori. A proposto, dove sono?"
"Nel portabagagli".
"Nel portabagagli? E perché?"
"Odore troppo forte, mi fa venire allergia".
"Ok. Va tutto bene Eleonora?"
"Sì, sì".
"Mh, sarà".
Passiamo qualche minuto senza parlare mentre l'auto blindata sfila silenziosamente nella notte, poi riprende:
"Quindi?"
"Ma ti sembra un'intervista quella?", sbotto, "Ma neanche uno studente delle superiori a cui dicono Vai a fare domande al Presidente del Consiglio, fa un'intervista così brutta. Potevano darti dei bigliettini da cui leggere i quesiti e sarebbe stato lo stesso".
"Ma dai, non era così male, ho fatto interviste ben più brutte".
"Sì come quella da Vespa quando hai tirato fuori la medaglietta di Padre Pio. Scusa. Non volevo dire questo".
"Sì, volevi dirlo, ma non m'importa, tanto sulla religione non troveremo mai un'accordo".
Silenzio.
"Allora mi vuoi dire cosa non ti è andato a genio?"
"Il referendum. Ma cosa ti è saltato in mente di dire quale sarà il tuo voto quando manca ancora un mese?! Posto che non sei uno sprovveduto né certo non si può dire che non conosca il diritto costituzionale, significa che l'hai fatto coscientemente e questo mi manda in bestia! Cazzo Giuseppe, una tua dichiarazione sposta centinaia di migliaia di voti e nella fattispecie verso la posizione di quei quattro scappati di casa che ti hanno messo al governo!"
Ok, forse sto esagerando.
"Forse stai un po' esagerando Eleonora". È piuttosto incazzato e francamente dal suo punto di vista non gli do torto.
"Ok, scusami, non volevo dire questo, almeno, l'ultima parte, ma il resto sì".
"Tu ovviamente non sei d'accordo".
"No, non sono d'accordo, ma non è questo il punto".
"Sì che è questo il punto, perché se la mia dichiarazione fosse stata conforme alla tua idea adesso non staresti facendo questo casino".
"Non è vero, cazzo, e non ti permetto di dirlo! Non è così. Non avresti dovuto dirlo comunque! È giocare sporco".
Stiamo in silenzio.
"Ma perché ti presti a questi giochi, porco cazzo?" Quando mi infervoro in una discussione, tutta la mia formazione oxfordiana emerge prepotentemente.
"Dovresti essere tu a metterti a spiegare a quella gente come funzionano le istituzioni e non seguire gli ordini di scuderia come un soldatino!"
"Eleonora piantala, datti una calmata!"
"Perché mi vuoi dire che ci credi davvero che tagliare il numero dei parlamentari sia utile al paese? Secondo te il risparmio per le casse dello Stato è davvero significativo? Io ci vedo solo una diminuzione della rappresentanza, soprattutto al Senato. Ma non è questo il punto, ti ripeto.
La pensi davvero così? Perfetto! Te lo tieni per te però, e se ti fanno la domanda fai una delle tue meravigliose supercazzole e non rispondi, fai un paio dei tuoi sorrisi strappamutande e sono tutti contenti".
"Sorrisi cosa?"
"Strappamutande. Poi c'è lo sguardo inceneritore, anche lui strappamutande, come quello che stai facendo adesso".
Si mette a ridere."Tu sei pazza".
"Poi c'è lo sguardo trombino che tanto piace alle tue contesse su Facebook".
"La vuoi finire?"

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