Otto

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Angolo autrice

Ciao a tutt*,
come vi dicevo l'idea iniziale era quella di far finire la storia al capitolo precedente, e fino a poco tempo fa avrei fatto davvero così, perché l'idea la trovo decisamente più forte da un punto di vista narrativo.
Però questi ultimi mesi, già da prima della pandemia eh, sono stati un po' duri per me e ho un po' bisogno di credere nelle favole perciò andiamo un po' avanti anche se sarà una favola
sui generis, e la realtà è sempre lì che incombe.
Grazie per seguirmi e per le vostre risposte alle mie domande nel capitolo precedente.

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La suoneria mi avvisa dell'arrivo di un messaggio.
"Volo AZ1599, arrivo previsto ore 23. Mi vieni a prendere in aeroporto?"
Rimango pietrificata a fissare lo schermo dello smartphone. È passato un mese da quella notte strana, e oltre il mio messaggio in cui confermavo di essere arrivata a casa sana e salva non c'erano stati altri contatti tra noi.
Io avevo pensato a lui continuamente, ma continuavo a essere convinta della mia scelta, del fatto che noi due potevamo essere solo un bel ricordo, la nostalgia di qualcosa che poteva essere e che potevamo - potevo - sognare.
D'altronde dopo quel messaggio neanche lui mi aveva cercato, ma neanche avevo pensato che dovesse farlo, fino a quel momento.
Guardo quello schermo incapace di prendere qualunque iniziativa, poi scrivo semplicemente "Ok" e invio.
Dopo pochi minuti mi riscuoto e mi rendo conto che poteva anche essere utile sapere se aveva prenotato una stanza da qualche parte perché casa mia era fuori discussione, soprattutto perché versava in un caos talmente esagerato che non sarei riuscita a renderla presentabile per la sera.
Oltre il fatto che l'idea comunque di farlo entrare a casa mia mi terrorizzava a prescindere.
"Perdona la domanda, ma hai bisogno che mi occupi del tuo soggiorno o ti sei già organizzato?"
"Stai tranquilla, ho prenotato al Belvedere".
"Ok"
Cazzo, potevo scrivere anche qualcos'altro, magari mostrare un po' di contentezza per il fatto che ci saremmo rivisti.
Aggiungo un: "A stasera", più di tanto non mi esce. Sono più espansiva perfino con il mio amministratore di condominio.

*****

LUI

Mi sbaglierò, ma mi sa che ho fatto una cazzata.
Dal tono dei suoi messaggi non mi sembra esattamente contenta di vedermi. Va bene, ormai sono in ballo e vado fino in fondo, d'altronde meglio che sappia con chiarezza che non le interesso e ci metto un punto, perché altrimenti passare un altro mese come questo che ho passato, a scrivere il suo nome sulle bozze dei decreti come un quindicenne, ecco, anche no.
Magari un po' di preavviso in più gliel'avrei potuto dare, ne sono consapevole, ma se da una parte sono riuscito davvero solo un'ora fa a ritagliarmi queste 48 ore, dall'altra sono quasi certo che se anche l'avessi avvisata prima avrebbe cercato qualche modo per farmi desistere.
Sono nervoso.
Spero di non aver fatto una cazzata.

*****

Il volo Alitalia è in perfetto orario. Io sono nella hall degli arrivi. Le porte scorrevoli si aprono ed ecco comparire il Presidente, in versione casual e scarmigliata e con mascherina d'ordinanza. Porta con sé un piccolo trolley e sembra che nessuno si curi di lui. Tra l'altro noto che è solo,mi aspettavo la scorta. Sono un po' in disparte, gli faccio un cenno con la mano, mi nota e vedo i suoi occhi sorridere.
Arriva davanti a me e c'è un po' di imbarazzo. Gli dico: "Non ti tocco il gomito neanche sotto tortura" e allungo la mano per prendergli il trolley, un gesto automatico che faccio quando vado a prendere chiunque all'aeroporto.
Mi fulmina con un "Non ci pensare nemmeno" che mi fa sorridere.
Gli dico: "Per di qua", indicandogli la via verso l'uscita. Dato che io so dov'è la macchinetta per il pagamento automatico del parcheggio, sono velocissima nell'estrarre di tasca il ticket e il bancomat per pagare e vedo il suo sguardo tra l'interdetto e il seccato. Sorrido e sorride anche lui.
Passiamo attraverso le odiose porte rotanti e ci troviamo fuori, in una notte estiva tiepida, ma per fortuna non ancora asfissiante.
Arriviamo all'auto e gli apro la portiera posteriore.
"Ma sei seria?", mi dice.
"Beh, il dpcm del 26/04/2020 in vigore dal 4 maggio dice che i passeggeri, quando non conviventi, devono essere distanz-"
"Cioè, davvero stai spiegando a me cosa ho stabilito nel decreto del 4 maggio? Devo ridere?"
Chiudo la portiera e apro quella anteriore: "Prego, Presidente".
"Ti vuoi togliere quella mascherina per favore?"
"E se ci fermano e ci multano?"
"Se ci multano mando un messaggio a Luciana e faccio licenziare il solerte tutore delle forze dell'ordine".
Lo dice con un tono così serio che scoppio in una risata quasi irrefrenabile.
"Va bene, va bene. Piuttosto, hai mangiato? Hai fame? Vuoi andare direttamente in hotel o vuoi fare un giro?"
"Non ho mangiato ma non ho fame, mi berrei volentieri una birra per poi andarmene a nanna, che sono effettivamente piuttosto stanco".
"Ogni suo desiderio è un ordine, Mr President".
Metto in moto e mi dirigo verso il mare.
"Ma sei senza scorta?", gli chiedo a bruciapelo. "Come è possibile?"
"Ho sapientemente mescolato la mia proverbiale capacità di mediazione con una sfuriata tipo quella che ho avuto con te, e io, la Ministra Lamorgese e il Prefetto di questa città siamo addivenuti alla conclusione che bastava che dessi a tutti una lista dei miei spostamenti. Io lo so che loro vogliono disseminare la città di agenti in borghese per controllarmi, ma d'altro canto non ho la minima intenzione di dare loro la la vera lista, quindi a posto così".
"Ma sei scemo o cosa?", mi esce così, perché ho il cervello in stand by, per fortuna lui ride.
"Probabile".
"Senti..."
"Dimmi".
"No, niente".
"Dai, dimmi".
"No, magari ne parliamo in un altro momento. Ora siamo arrivati".
Parcheggio vicino a dei chioschetti sul mare aperti tutta la notte e frequentati da un'umanità piuttosto variegata.
"Aspettami qui", gli dico.
Mi avvicino al chiosco e prendo due birre, poi torno verso di lui, gliene porgo una e mi avvio verso la spiaggia.
"Ma che diavolo di odore viene da quei chioschi?"
"Panino würstel e cipolle, o salsiccia e cipolle, o qualsiasi altra cosa. E cipolle. Sicuro che non hai fame?"
"Sarà, ma a me sembrava ci fosse anche un altro odore".
"Marijuana".
"Ah, ecco".
"Non ne ho, non ne fumo, stai sereno, non ti troverai coinvolto in un affare di droga".
Non mi risponde.
Siamo seduti sulla sabbia, come un mese fa. Ciò che è diversa, adesso, è la consapevolezza, che rende pesante ogni pensiero, ogni parola, ogni ipotesi di gesto.
Lo guardo e ha l'aria terribilmente stanca, non solo per l'ora tarda. Le occhiaie sono veramente profonde e violacee, a volte fatica anche a parlare.
Quando finisce la birra, mi alzo, gli tendo la mano e gli dico: "Andiamo?"
Arriviamo sotto al suo hotel e mi dice: "Sali, per favore, stai con me questa notte".
Parcheggio, e entro con lui nella hall.

*****

LUI

Sono talmente stanco che non riesco a tenere gli occhi aperti, e non è solo perché è molto tardi, ma perché mi sta calando addosso la stanchezza degli ultimi quattro o cinque mesi. Avevo intenzione di dirle tante cose, stanotte, mentre avremmo fatto l'amore, o prima, o dopo, ma davvero adesso non ce la faccio. Voglio solo dormire. Mesi. Accanto a lei.
Mi chiede se può entrare in bagno per prima. Io mi accomodo al centro di questo grande letto, accendo la tv su RaiNews24 per vedere se nel frattempo c'è stata la fine del mondo ma mi si chiudono gli occhi.
Nel frattempo Eleonora esce dal bagno indossando solo una maglietta che le ho prestato. Si stende a fianco a me, le appoggio la testa sul seno.
Faccio appena in tempo a dirle "Ho lasciato la mia compagna" e a sentire che mi risponde "Ne parliamo domani", che mi addormento e dormo con una serenità che non provavo da tempo.

*****

Salgo in camera con lui. Conoscendomi mi sarei aspettata di avere lo stomaco annodato e il respiro mozzato dall'ansia, ma sono calmissima.
Gli chiedo se può prestarmi qualcosa per dormire e vado in bagno a farmi una doccia iper veloce.
Quando esco dal bagno lo trovo già quasi addormentato e vengo assalita da una senso di tenerezza enorme. Mi sdraio accanto a lui e faccio in modo che si poggi su di me, in una posizione speculare a quella che avevamo in quell'auto blu che solcava le strade di notte, un mese fa.
Mi dice "Ho lasciato la mia compagna", e non so neanche se stia dormendo quando lo dice.
Gli rispondo: "Ne parliamo domani", ma forse non mi sente neanche.
Respira regolarmente, gli accarezzo i capelli e glieli bacio. Poi gli accarezzo leggermente il viso e gli sussurro la ninna nanna che mi cantava mio padre da piccola. Alla fine mi addormento anche io.

Plans and schemes
Hopes and fears
Dreams that deny for all these years
I, I've been thinking about you, baby
Living with me, well
I've been thinking about you, baby
Makes me wanna...
Nothing's right, if you ain't here
I give all that I have just to keep you near

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