Quarantotto

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"Sei libera venerdì tutto il giorno?"
"Mh, sì, direi di sì. Perché?"
"Andiamo a Riace".

Non me l'aspettavo, giuro. Non me l'aspettavo.
Sto già entrando in paranoia, cosa devo fare? Cosa mi metto? Come mi devo comportare?

Gli mando un messaggio: "Cosa devo fare? Cosa mi metto? Come mi devo comportare?"
"Fai un bel respiro e calmati, stasera ne parliamo".

Mando un messaggio a Giulia: "Cosa devo fare? Cosa mi metto? Come mi devo comportare?"
Mi risponde con dodici faccine che ridono.
Che siate tutti maledetti.

Mando un messaggio a Loi: "Mauro, sei in servizio? Ti posso chiamare?"
Mi richiama lui immediatamente.
"Ciao Eleonora, tutto bene?"
Vecchia volpe di uno psicologo, ha già capito tutto.
"Più o meno. Ma ti disturbo? Hai tempo?"
"Non ti preoccupare, sono in servizio ma il Presidente è in Consiglio e per almeno altre quattro ore sarò qui a percorrere il corridoio avanti e indietro"
'azz, auguri.
Gli spiego la situazione e le mie paranoie e lo sento ridere.
"Ma cosa ridi?"
"Me lo immaginavo che avresti sclerato, lo sapevo già perché ci sarò anche io in servizio venerdì".
"Beh, meno male che ci sei tu, almeno so a chi chiedere aiuto se le cose si mettono male".
"Ma dai, stai tranquilla. Io non ne so molto di etichetta, però è una visita in forma privata, anche se è un eufemismo visto che comunque si mette in moto lo stesso tutta la macchina della sicurezza".
"Ok..."
"Non ti sento convinta".
"Per niente".
"Senti, sull'abbigliamento dovresti parlarne col Presidente, io davvero non saprei che dirti, ma per il resto stai tranquilla. Non ci sono cerimonie, non ci sono discorsi, farete solo una visita a varie strutture, vi racconteranno un po'di progetti e via. Mangerete un sacco di cose buone!"
"Anche voi".
"Eh, quando siamo in servizio fuori Roma non abbiamo tanto tempo".
"Allora mi faccio dare il pacchettino per te".
Ride, "Grazie, molto gentile, come per il cane?"
Rido anche io.
"Va bene, grazie Mauro. Ci vediamo venerdì".

La sera faccio l'interrogatorio al Presidente.
"Allora, Eleonora, te lo dico di nuovo. È una visita in forma privata".
"Ma ci andiamo col volo di stato".
"Eleonora, te l'ho già spiegato, prendere un volo di linea è un casino. Dovremmo fare controlli aggiuntivi di sicurezza a tutti i passeggeri, il che significherebbe ritardare il volo, creare problemi in aeroporto, far salire a bordo meno passeggeri, tra l'altro, e Alitalia li dovrebbe riporgrammare su altri voli o rimborsare, e non vorrei attirarmi altro odio. Andare in macchina o in treno, allo stato attuale delle condizioni delle infrastrutture, ne abbiamo già ampiamente parlato quando mi hai esposto il tuo programma di nazionalizzazione, non è fattibile per motivi di tempo, perciò salirai buona buona su un Airbus A319CJ del 31º Stormo di stanza a Ciampino".
"Signorsì, Signore!"
"Non ho sentito bene".
"Signorsì, Sergente Maggiore Hartman!"
Scoppia a ridere.
"Meno male che non mi hai chiamato Soldatessa Palla di Lardo, se no ti avrei fatto saltare la testa come nel film".
"Di gente scema ne conosco, ma come te nessuno mai".
"Secondo me fai il Sergente Hartman anche con i Ministri".
Solleva un sopracciglio con un sorrisetto furbo, ma non risponde.

"Ministro Di Maio, da dove vieni?"
"Da Avellino, signore!"
"Non ho sentito!"
"Da Avellino, signore!"
"Solo due cose vengono da Avellino: tori e checche. Cosa sei dei due, ragazzo? Io non vedo corna, quindi devi essere una checca".

"Ma la vuoi smettere?", dice ridendo alle lacrime.
"Vabbé, quest'ultimo in realtà era il Sergente Foley di Ufficiale e Gentiluomo"
"Per essere un'antimilitarista, comunque, sei fissata con i sergenti, vedo".
"Senti, stai menando il can per l'aia. Come mi devo vestire venerdì?"
"Comoda, vestiti comoda che saremo fuori buona parte della giornata. Io sarò senza cravatta, tu magari non metterti i jeans, ma easy".
"Ma cosa dobbiamo fare?"
"Niente, andiamo lì, salutiamo, ci portano in giro, ci fanno vedere cose, mi chiederanno - velatamente - dei soldi, e ce ne andiamo".
"E tu glieli darai i soldi?"
"Eleonora, non riniziamo. Non dipende solo da me, e adesso abbiamo l'Europa che ci chiede conto letteralmente di ogni centesimo speso".
"Vabbé, lasciamo stare".
"Ecco brava".
"E i fotografi?"
"In che senso i fotografi?"
"L'hai detto tu che usciranno delle fotografie".
"Sì, ma essendo fotografi autorizzati non ci disturberanno, non saranno invadenti. Stai tranquilla".
"Cercherò".

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