Sempre giovedì 8 ottobre
Non capisco cosa stia succedendo. Sento la voce di mio marito che mi sussurra all'orecchio "Non piangere", e mentre penso "Perché mai dovrei piangere?" sento due lacrime scorrere lungo le guance. Giuseppe me le asciuga col pollice e mi dice "No", con un sorriso.
Sposto lo sguardo lungo l'enorme salone, illuminato a giorno da enormi lampadari di cristallo che riflettono le luci su altrettanto enormi specchi che ornano le pareti. Tavoli apparecchiati con eleganza sono disposti lungo tutta la sala, mentre camerieri elegantissimi passano fra gli invitati ad offrire a tutti un cocktail come aperitivo.
Vedo un numero esagerato di persone che mi sorridono e sembrano tutte felici, ma perché? Guardo bene i volti e inizio a riconoscere le mie amiche d'infanzia, ma che ci fanno qui? e vicino a loro Giulia che ride. I miei cugini, ma soprattutto in disparte vedo mia madre, che si asciuga gli occhi e a fianco a lei addirittura mio fratello. Mi giro verso Giuseppe che mi dice: "Sono tutti qui per te".
Sull'altro lato della sala c'è mezzo governo e in fondo, discosti, due schianti di uomini in smoking nero, con tanto di papillon: Mauro e Giancarlo, belli come divinità greche.
Giuseppe prende la parola.
"Buonasera a tutti, e grazie infinitamente per essere venuti, in molti sobbarcandosi pure una trasferta per essere qui stasera. Mentre Eleonora riacquista l'uso della parola, vi prego di stare comodi e godervi la serata".Mentre io cerco di tornare presente a me stessa, si avvicina mia madre e mi bacia su entrambe le guance. Non è un tipo di effusione alla quale siamo avvezze.
"Tanti auguri, figlia mia. Che bella festa ti ha organizzato il Presidente".
"Eh, sì, mamma, io ancora non capisco bene cosa stia succedendo..."
"Tuo marito ti vuole molto bene, l'ha dimostrato inequivocabilmente. Che il Signore te lo conservi per i prossimi cento anni, figlia mia", e mi bacia sulla fronte.
"Grazie mamma", è l'unica cosa che riesco a dire, ricacciando indietro le lacrime per non rovinarmi il trucco.Un secondo dopo vengo travolta dalle mie amiche d'infanzia seguite da Giulia.
"Eleeeeee", è Valeria che col suo marchio di fabbrica del numero spropositato di "e" mi salta addosso.
"Buon compleanno!", mi dicono tutte assieme!
"Ma l'avevo detto che tuo marito era un santo, guarda che cosa ti ha organizzato!", mi dice Silvia.
"Ma non è bellissima?", dice Clara indicandomi e rivolgendosi alle altre che annuiscono.
Rimaniamo a chiacchierare, mi chiedono se sapevo di questa bellissima serata e esplodono in gridolini quando confermo che no, non ne sapevo niente, e che è tutta una sorpresa, per me.
Mi giro verso Giulia: "Sei tu la complice, vero?". Lei si mette a ridere.
"E oggi mi hai mollato dal parrucchiere per?"
"Per andare a prendere loro all'aeroporto!"
Scuoto la testa e rido, mentre le guardo con amore e riconoscenza.
Si avvicina Giuseppe, mi avvolge la vita col braccio stringendomi a sé e sfoderando il suo miglior sorriso si rivolge a me dicendo:
"Tesoro, non mi presenti alle tue amiche?"Il sorriso, il modo in cui si rivolge a me, il baciamano che fa a tutte loro, fanno sì che le mie amiche debbano essere quasi rianimate.
Giuseppe si rivolge a ognuna per nome interessandosi di ciascuna, chiedendo delle loro occupazioni e delle loro famiglie.
Quando si allontana dal nostro gruppetto, chiamato dall'altra parte del salone, deposita un bacio sulle mie labbra che manda in visibilio le mie amiche.
"Eleeeeee, mio dio, ma siete bellissimi! Va bene, lui è bellissimo di suo, ma cavoli, siete proprio belli insieme".
"E il Presidente ti guarda con degli occhi..."
"Ma smettetela, va'", rispondo a tutte. "Piuttosto, state mangiando? Avete bisogno di qualcosa? C'è qualcosa che posso fare per voi?"
"No, tutto a posto, stai tranquilla. Vai dagli altri ospiti, ci vediamo dopo!"
"Ve la rubo un attimo", dico alle altre trascinando Giulia con me."Quindi tu sei complice di tutto questo?", le dico, facendo un gesto circolare con l'indice, a comprendere tutta la stanza.
Lei ride.
"E da quando state tramando alle mie spalle?"
"Eh... un mesetto, più o meno".
"Siete due bastardi, lo sapete vero?"
"Ha detto che l'avresti detto", ride.
La guardo negli occhi, e smette di ridere, ricambiando il mio sguardo. Ci guardiamo a lungo, intensamente.
Le sposto un ciuffo di capelli dagli occhi e la abbraccio strettissima.
"Così non respiro, Ele".
Mi stacco e le schiocco un bacio sulla guancia che quasi rimbomba, lasciandole una leggera impronta di rossetto.
"Ti voglio un bene dell'anima, lo sai?", le dico, mentre con il pollice le pulisco la guancia da quella leggera ombra colorata.
"Anche io Ele".In quel momento si avvicina a noi il ministro Gualtieri.
"Eleonora carissima, ti faccio i miei migliori auguri!"
"Grazie Roberto, sei squisito come sempre". Mi giro verso Giulia: "Giulia, conosci il ministro Gualtieri?"
"No, non avevo ancora avuto il piacere", dice la mia amica tendendo la mano a Roberto, che la prende fra le sue e la porta elegantemente alle labbra, soltanto sfiorandola.
"Roberto, incantato dal fare la sua conoscenza".
Continuiamo a parlare tutti e tre assieme per qualche minuto poi mi congedo da loro mentre sento che Gualtieri chiede a Giulia di che cosa si occupa, non avevo dubbi che sapessero portare avanti una conversazione autonomamente, Giulia poi, come le diciamo sempre noi amiche scherzando, è una che parla anche con le pietre, e Roberto è decisamente un uomo avvezzo a intrattenersi nel mondo. Rassicurata quindi dal fatto che li sto lasciando vicendevolmente in buone mani, mi avvicino verso Loi e De Santis, che ancora non avevo salutato."Ma quanto siete belli?!", li apostrofo così, andando verso di loro, incurante di chi poteva essere lì intorno. Mauro ride e Giancarlo arrossisce, meno abituato alle mie uscite inopportune.
"Dai, ormai potete dirmelo. Voi non siete stati scelti con un concorso o un colloquio, vi hanno fatto un casting!".
Rido e noto a fianco a Mauro un bellissimo giovane, dal fisico asciutto come il suo ma leggermente più basso, stessa mascella squadrata, ma lineamenti addolciti da una barbetta biondo-rossiccia e degli occhi celesti che sembrano due laghi.
"Eleonora, lui è Fabrizio".
"Molto lieta, Fabrizio".
"È un piacere conoscere finalmente la donna di cui parla tanto Mauro", mi risponde il giovane con una risata che spazza via qualsiasi imbarazzo.
Ne approfitta Giancarlo per avvicinarsi anche lui: "Mi permetta di presentarle mia moglie Monica".
Le tendo la mano con trasporto. "Sono davvero contenta di fare la sua conoscenza, Monica. Suo marito è una persona di poche parole, ma in quelle poche che pronuncia è compreso quasi sempre il suo nome".
Mi sorride, ricambiando la stretta. È una donna minuta, piccolina, con un vitino da vespa nonostante le tre gravidanze che davvero le invidio.
Il viso dolce incorniciato da un carré di capelli ricci portato sotto le orecchie.
Accanto a De Santis, alto e statuario, formano una coppia singolare, ma allo stesso tempo ben assortita e guardando il modo in cui Giancarlo cerca costantemente lo sguardo della moglie, come a trarne conforto e sicurezza, si capisce immediatamente qual è l'elemento forte della coppia.
Mentre sorrido a questo pensiero, Monica risponde: "È un piacere anche per me. Dai racconti che mi fa mio marito, devo dire che ero estremamente curiosa di conoscerla".
Mi copro la faccia con le mani: "Oddio, ho paura di cosa può averle detto Giancarlo...", e rido.
"Ecco... visto che siamo tutti qui...", è Mauro a parlare, imbarazzatissimo. Estrae una busta dalla tasca interna della giacca e me la porge.
"Da parte nostra, buon compleanno", mi dice, indicando ovviamente tutti e quattro.
Apro la busta e estraggo un biglietto d'auguri coloratissimo dove c'è scritto "Auguri per i tuoi 60 anni!" e già mi metto a ridere.
Lo apro per leggere la dedica e nel fare questo gesto cade a terra un biglietto da visita che riporta il nome e l'indirizzo di un gommista.
Lo raccolgo, lo guardo e esplodo in una risata che fa girare mezza sala.
"Siete dei cialtroni", dico ai due mentre mi piego letteralmente a metà dal ridere.
Monica ne approfitta per intervenire: "Io non ero d'accordo, vorrei specificare".
Continuando a ridere le poggio una mano sul braccio: "No, Monica, non si preoccupi, è un regalo utilissimo e quello lì (indico Mauro) sa bene perché".
Nel frattempo si avvicina Giuseppe incuriosito e gli dico: "Poi ti spiego". La sua risposta: "So già tutto", insieme all'avvampare delle guance di De Santis, mi fa esplodere nuovamente in una risata incontenibile.Li abbraccio tutti e quattro e li ringrazio di cuore. Mi sento davvero amata, anche da queste persone che dopotutto mi conoscono da poco e con le quali il rapporto all'inizio era soltanto di tipo professionale e non so davvero cosa ho fatto per meritarmi tutto questo.
Giuseppe si avvicina e mi sussurra all'orecchio se va tutto bene. Io gli rispondo "Ti amo", lui mi sorride e mi bacia intensamente e a lungo, davanti alle sue guardie del corpo e a tutti gli invitati. Poi si stacca da me e va verso un altro gruppetto di persone.
Io rimango lì con un sorriso ebete stampato sul volto, a guardarlo muoversi per la grande sala, riempiendola con la sua presenza.
Il mio grande amore. La mia vita.
Il mio uomo.(ma la festa continua...)