Venti

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Mentre sono in cameretta con Teresa, penso con terrore a ciò che si stanno dicendo quei due in cucina.
Giulia non si sa tenere un cecio in bocca e capace che gli stia facendo il terzo grado, su di me o sul governo, indifferentemente.
E lui... mio dio, non lo so, davvero che cosa potrebbe dirle.

"Senta, Giuseppe..."
"Senti, Giuseppe".
"Ok, ci provo, capisca, capisci che non è facile".
"Ne sono consapevole, ma proviamoci entrambi, ok?"
"Ok. Allora, volevo solo chiederti banalmente se hai già mangiato e nel caso ti va di mangiare qualcosa con noi".
"Sì, grazie, mi farebbe piacere ma non vorrei però che ti incomodassi a preparare la cena a quest'ora. Un pezzo di pane e formaggio va bene lo stesso".
"No, non ti preoccupare. Avevo già preparato del brasato di carne, e faccio un po' di pasta, è un attimo".
"È fin troppo, ti ringrazio infinitamente".
"Scusami, posso farti una domanda?"
"Anche due, basta che non riguardi quando l'INPS pagherà le casse integrazioni".
"Ah, non c'è problema, anche perché io lavoro all'INPS!", ride la mia amica.
"Perfetto! Allora, cortesemente, lo dici tu a me quando cavolo avete intenzione di pagare 'ste benedette casse integrazioni che mi stanno dando il tormento?"
Ridono entrambi. Li sento dall'altra stanza, e mi sento serena, le due persone a cui voglio più bene al mondo sembra che si trovino bene tra loro.
Mentre osserva Giulia che finisce di preparare la cena le chiede: "Anche Eleonora è brava a cucinare come te?"
"Non ti ha cucinato niente mentre eri da lei?", Giulia è sorpresa.
"No perché eravamo in hotel".
"Ah", lei è un po' stranita dal fatto che non l'abbia fatto venire a casa, questo particolare non gliel'avevo detto.

Nel frattempo apro la porta e dico: "Pare che si sia addormentata, ma non cantiamo vittoria".
"Che storia ha voluto?"
"No, non ha voluto storie, prima mi ha parlato lei delle cose che dice che faremo nei prossimi giorni, poi mi ha chiesto di cantarle una ninna nanna".
"Davvero? A me non lo chiede mai! E tu che le hai cantato?"
Twinkle twinkle, little star, canticchio.
Al sentire quale fosse la ninna nanna Giuseppe mi prende una mano e l'accarezza.
Giulia si gira verso di noi e dice: "Beh, è pronto. Andate a lavarvi le mani e cantate tre volte tanti auguri a te! E vi voglio sentire cantare!"
Non appena entriamo nel disimpegno della zona notte, fuori dalla vista di Giulia, mi stringe a sé e mi bacia. In quel bacio c'è passione, mancanza, appartenenza, voglia di punirmi per la mia scenata sulla Azzolina, e di rassicurarmi, che non c'è nessun'altra. Da parte mia in quel bacio c'è una richiesta di perdono per la mia mancanza di fiducia in lui e il fatto che mi manca come l'aria che respiro e anche di più.
È davvero difficile staccarci, e infatti riniziamo, le lingue che si accarezzano con movimenti lenti e dolci, come quella prima notte al mare.
Alla fine lo respingo delicatamente, sentendo come se mi strappassero il cuore, e gli dico: "Dai, laviamoci le mani".
E ci laviamo le mani, mentre lui sussurra tre volte tanti auguri a te, con la bocca dentro l'incavo del mio collo.

La cena scorre veloce e allegra, facciamo battute, scherziamo. Giuseppe e Giulia sembra si conoscano da una vita e questo mi dà un senso di... casa.
Alla fine Giuseppe si rivolge a Giulia e le dice: "Giulia, ti dispiace se te la rubo per stanotte? Giuro che domani te la rimando a casa sana e salva".
"Ci mancherebbe, Eleonora può fare quello che vuole, è adulta e vaccinata".
Lui si gira a guardarmi per capire cosa voglia fare e gli dico "Lasciami prendere un paio di cose per domani mattina e arrivo".
Quando siamo pronti Giulia mi dice: "Ah, Eleonora, questo è il mazzo di chiavi che avevo preparato per te! Buonanotte!" Poi a me, sottovoce all'orecchio, "Divertitevi..."
Poi stringe la mano a Giuseppe e gli si avvicina per salutarlo con un bacio sulla guancia, almeno è quello che penso io, in realtà è la scusa per sussurrargli all'orecchio: "Falle male e te la faccio pagare, quant'e vero iddio".
Lui la guarda e annuisce.
Andiamo via.

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