XIV

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"Dove andremo?"domando.
"Avevo intenzione di andare in un posto, ma credo che stasera sia davvero bellissimo visitare Londra centro.".
"Ma Tom..."borbotto. Scuote la testa e mi interrompe: "Non possiamo farci fermare da qualche paparazzo. E se incontrassimo qualche mia fan, se per te non è un problema...".
"Tom."lo riprendo "Per me non è assolutamente un problema.".
"Okay spero che Philippe non sappia di questa cosa."afferma scherzosamente.
"Philippe? Chi è?"domando ancora, mentre chiudo la porta.
"Il mio manager, ma lo ritengo più un amico."risponde e mi apre la portiera della macchina.
"Tutta questa gentilezza."sorrido.
"Oh, darling, questa sera è tutta nostra."mi fa l'occhiolino e sale in macchina.
Tante volte mi chiedo come una semplice frase o un semplice gesto possono renderti felice. Mentre Tom mi chiede come è andato il mio giorno di lavoro, io comincio a rendermi conto di vederlo già con occhi diversi.
Alla fine, devo ammetterlo, è difficile capire chi è Tom e chi Thomas, quando per una vita hai sempre conosciuto la prima persona. Ma quello che ha messo a nudo subito il ragazzo dagli occhi azzurri posto di fianco a me, è che lui è più della semplice e fantastica persona che conosciamo da uno schermo.
Eppure, me l'ha dimostrato davvero in poco tempo.
Mentre parliamo, la città ci scorre sotto gli occhi. La confusione di questo posto e il via vai continuo di persone, non è niente in confronto alle piccole città che visitavo in Italia.
Parcheggiamo la macchina il più vicino possibile. Credo che sia l'unica persona che abbia conosciuto fino ad ora che preferisce viaggiare con la sua auto, invece di prendere un mezzo pubblico o privato.
Non ho mai visitato veramente Londra centro, ma credo ne valga davvero la pena. Il sole ha deciso di calare ancor prima del giorno precedente, ma l'atmosfera ci travolge.
"Allora, questo è il tuo sogno?"mi domanda, mentre cominciamo a percorrere il Tower Bridge. Tiene le mani nelle tasche del suo cappotto nero, simile al mio, e mi guarda con la coda dell'occhio.
Annuisco: "Sogno di venire a vivere qua da quando sono bambina, per via di nonno.".
"Dev'essere molto importante tuo nonno."commenta, sorridendo.
"Sì, è stato un grande nonno e lo è tutt'ora.".
Credo che a causa della mia voce malinconica e cupa, abbia capita dove si trovi attualmente quell'uomo.
"Oh, certo. Sai, pure io ero legato tanto al nonno."mi sorride, quasi volesse farmi sentire meno sola.
"Davvero?"chiedo, stupita. L'aria fredda di Londra ci sputa contro, ma sembra non sentirla. Anzi, credo di non volere affatto sentirla.
"Sì. È stato un grande mio fan, fin da quando ero bambino e cominciai con "i rubacchiotti". E a pensarci, correva l'anno 1997."mi riferisce e si poggia al ponte per ammirare il Tamigi.
"Non ho mai visto quel film."sorrido.
"E che fan sei?"sgrana gli occhi, con voce del tutto ironica "Sei fan solamente del personaggio di Draco Malfoy perché è attraente? Sì, lo so, lo sono parecchio, darling.".
Si vanta e si scopre il volto dai suoi capelli biondi che a differenza dell'altro giorno, adesso svolazzano da sinistra a destra, da destra a sinistra per via del forte vento.
Gli tiro una pacca sulla spalla e mi metto a ridere insieme a lui.
"Sei... Sei molto bella."dice, con un mezzo sorriso, congelandomi con i suoi occhi azzurri. Il mio cuore salta un battito, poi un altro, poi un altro ancora. Mi piace il modo in cui l'ha detto, così semplice e leggero quasi quella parola gli venisse veramente dal cuore.
"Tom."mi mordo il labbro e lui si stringe nelle spalle.
"Solo quando non mi vieni contro o non mi urli dal piano superiore."aggiunge divertito e continua a camminare.
"Per un momento ho pensato tu fossi davvero dolce."lo affianco, accelerando il passo.
La sua risata è assai sarcastica, ma i suoi occhi mi parlano: quello che ha detto gli è venuto dal cuore.
Voltiamo l'angolo, poi quello dopo, poi quello dopo ancora e devo dire che ci sono sempre molte meno persone.
"Domani ho un'intervista importante. Se vuoi potresti venire con me."mi sorride.
"Tom ma..."borbotto e lui mi interrompe: "Dovrò fare dei giochi strani, tipo pescare una domanda e rispondere. Così mi ha detto Philippe.".
Mi metto a ridere a vedere le sue espressioni di difficoltà nel capire e ricordare cosa veramente intendesse Philippe.
"Comunque potremmo prendere un pezzo di pizza e mangiarlo vicino a Buckingham Palace, visto che siamo quasi arrivati."propone. Tra i tanti discorsi, non mi ero resa conto di aver camminato quasi per un'ora.
Così optiamo per prendere una pizza al taglio, in una pizzeria nascosta in un vicolo buio.
Un ragazzo giovane studia attentamente Tom, appena entra dentro.
"Ma... Ma tu sei Tom Felton?!"esclama, sgranando gli occhi, non appena Tom ordina cosa desidera.
Lui annuisce, poi nello sguardo del ragazzo nasce una felicità inconfondibile.
"Tom Felton, oh mamma. È un piacere conoscerla!"esclama ancora, facendo un salto dall'altra parte del bancone (mi sto chiedendo decisamente quanta abilità possa avere. Io ci sarei rimasta bloccata) e stringendogli la mano.
"Papà, questo è Tom Felton!"esclama eccitato ancora e Tom si volta a guardarmi scuotendo la testa disperato e sorpreso dall'euforia dello sconosciuto.
"Tom Felton?"borbottano due ragazze, in fondo alla stanza sedute ad un tavolo ed una di loro si mette a piangere non appena si avvicina.
"Tom Felton, Tom, Draco, Tom, ehi guarda qua!, Tom! Una foto dai!"cominciano intorno a lui ma per fortuna il posto è poco affollato e nascosto, così Tom riesce a gestire la situazione in modo tranquillo e semplice.
Non appena prende i nostri pezzi di pizza e dopo aver fatto diverse foto, mi fa cenno con la testa di uscire per non rischiare di essere scoperti.
Vedere quelle fan, tutte insieme, quella ragazza che piange sulla spalla della sua amica con un forte senso di allegria, quegli uomini che gli stringono la mano e si complimentano per il suo modo di recitare. E infine quel sorriso che si differenza da tutto. Tom che sorride, felice, perché quello è il suo mondo. Quella è la sua famiglia e lui si sente a casa.
Ed io ho sempre creduto e ritenuto fortunate quelle persone che riuscivano ad incontrarlo e stringerlo in un abbraccio. Invece adesso eccomi qua, ad aspettare che lui si nasconda con me nella bellezza della notte.
Non appena noto che sta per uscire, mi allontano un po'.
"Ho chiesto se gentilmente non potevano seguirmi."mi riferisce, sistemandosi la giacca tutta storta, tirata da quelle ragazze. Il sorriso stampato sulle labbra e gli occhi che luccicano, mi rendono felice.
"È bellissimo vederti così."commento e lui annuisce. Poi stringe il cartone di carta e l'altro braccio lo poggia attorno al mio collo. Mi stringe a lui e mi bacia la tempia. Le farfalle si svegliano improvvisamente nella mia pancia.

Non so se sei solo un sogno || Tom FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora