XXXXVII

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Decido di tornare a casa con Annalisa, mentre Philippe si occupa di Tom.
Non riesco a dire una parola.
"Non credere che sia vero quello che ti ha detto."cerca di tranquillizzarmi la mia migliore amica, salendo sulla metro. Stranamente oggi è vuota.
"Ho letto negli occhi di Tom la sua sincerità."ammetto, storcendo la bocca "Avrei desiderato non farlo. Ma sto bene, d'altronde è normale,no?". Sto mentendo a me stessa.
"Ho bisogno di andare a fare un giro, scenderò alla fermata prima."le riferisco, cambiando argomento.
"Sicura Sara? Se ti riconoscessero?" chiede lei, preoccupata "Vengo con te.".
Scuoto la testa: "Vado da sola. Tornerò prima che faccia buio, tranquilla.".
Così scendo alla fermata Westminster e proseguo verso il centro. Londra è così sola, spenta, triste, oggi. Le nuvole hanno coperto il cielo e il freddo si alza nelle strade trafficate. Arrivo di fronte al Tamigi e ne ammiro ogni particolare.
È così rilassante, ma anche così deprimente doverlo ammirare da sola. Una coppia in lontananza scherza felice, poi lui la prende in braccio e le bacia dolcemente le labbra.
Solo al rumore di un clacson, mi rendo conto che non è presente nessuna coppia di fronte a me.
Continuo a passeggiare, cercando un po' di tranquillità nei miei pensieri.
Dopo l'ultimo avvenimento davanti al mio posto di lavoro, ho più paura a camminare per le strade di Londra. Ma mi tranquillizza il giorno, anche se è insensato, non credete?
Ma se rimarrò in centro, niente mi potrà preoccupare.
"Sara?" mi distrae una vocina dietro di me. Mi volto e trovo una piccola bambina, stretta tra le braccia di una ragazza molto giovane.
I loro occhi dello stesso colore verde smeraldo si sgranano improvvisamente.
"Sara!"esclamano insieme, con due toni totalmente diversi.
Poi prende parola la più grande e borbotta: "Siamo grandi fan di Tom.". Non so come rapportarmi, ma gli occhi di quella piccola bambina, così sognanti e felici, mi fanno cambiare idea: non devo andarmene, né avere paura, ma essere semplicemente me stessa.
"Che piacere vederti."prosegue la ragazza.
"Il piacere è tutto mio."rispondo, sorridendo "Mi dispiace che Tom non ci sia." mi affretto a riferire.
"Oh, non preoccuparti. A noi basta vederti, vero Caroline?".
La bambina, con due codine strette che scendono sulle spalle, annuisce.
"Sai che ho sempre desiderato che mia sorella si chiamasse Caroline?"chiedo, accarezzandole le scarpettine celesti acquamarina.
"Ver...Veram...Veramente?"domanda lei, con tono sorpreso.
"Veramente. È un bellissimo nome.".
"E...E...E invece come...come si chiama?"balbetta, tirando la testa insù come in aiuto a sforzarsi per far uscire meglio le parole.
"Non ho mai avuto una sorella."rispondo, con un mezzo sorriso sul volto.
"Oh...Potr...Potrei ess...Potrei essere io tu...Tua sorella."borbotta ancora lei, poi apre le braccia e la ragazza mi fa cenno di prenderla.
"Posso farvi una foto?"chiede.
"Certo."rispondo e Caroline si stringe al mio collo, poi mostra tutti i suoi dentini.
È così carina e dolce.
"Andiamo, tesoro."la riprende la ragazza e lei si impone, stringendosi ancora di più.
"Caroline."la richiama "Non fare la birbante.".
"Voglio...Voglio...Voglio st...stare con...con Sara."piagnucola. Così, in quel momento, i suoi occhi così dolci e la sua vocina così innocente mi fanno chiedere: "Che ne dite se andiamo a fare una passeggiata insieme? Tanto sono sola, oggi.".
Gli occhi della ragazza si illuminano, come quelli della bambina che si stringe ancora di più al mio collo.
"A patto che ti metta nel passeggino."ordina la giovane ragazza a Caroline, e lei scende dalle mie braccia, sbuffando.
"To...Tom...Tom dov'è?"chiede. Vorrei tanto saperlo pure io.
"Oh... a casa."rispondo incerta e lei si volta a guardarmi, sorridendo, e mostra nuovamente tutti i suoi piccoli dentini.
Ma in così poco tempo, senza nemmeno che ce ne accorgiamo, cade in un sonno profondo.
"La conosco ormai troppo bene."mi informa la giovane ragazza, divertita.
"Posso sapere il tuo nome?"chiedo, sorridendo.
"Mi chiamo Jennifer e sono sua mamma."indica la piccola addormentata.
"Sei molto giovane."le faccio notare.
"Sì, molto. Ma comunque sono felice di averla fatta a diciannove anni. Caroline è la mia felicità."risponde lei, con occhi lucidi.
"Si vede, ed è davvero bellissimo."sorrido.
"Caroline ha un disturbo balbuziente molto avanzato per la sua età."ammette, abbassando lo sguardo "Ma suo padre, essendo logopedista, insieme ad un medico, se ne prendono molto cura.".
"Oh mi dispiace. Ma avere una figura accanto ad aiutarla è davvero fantastico."sorrido. Vedo nei suoi occhi un lampo di speranza, poi si chiude nelle spalle. Credo che averne parlato  sia stato qualcosa di veramente tanto grande per lei.
"Tu e Tom? Un figlio?"chiede, cambiando argomento.
"Non ancora, purtroppo. Mi piacerebbe, però."abbozzo un sorriso e nella mia mente appare l'immagine di Alex.
"Avere un figlio è veramente una delle cose più belle della vita, ma dovrete essere davvero pronti. Ve la travolge, completamente."dice, stringendosi nelle spalle. Poi manda uno sguardo dolce a Caroline e prosegue: "Io e il mio fidanzato desideravamo veramente un figlio. Ti posso capire, pure io sono sempre stata figlia unica quindi non ho mai avuto l'opportunità di vivere un'esperienza con dei bambini. Quando è arrivata Caroline, mi sono sentita veramente completa.".
Jennifer riesce a convincermi di avere un figlio ad ogni passo in più. Anche Tom lo desidererebbe, certo, ma l'unica volta che gliel'ho ammesso, ha usato la scusa del troppo lavoro.
Ma proprio come se i nostri pensieri fossero collegati, noto una figura in lontananza che pare assomigliarli. Passeggia con le mani nelle tasche dei pantaloni, la sua giacca lunga e gli occhiali da sole. Ammira il paesaggio alla sua sinistra, poi guarda a terra e scalcia un sassolino. Appena si gratta il collo (un suo vizio quando è imbarazzato) , mi rendo conto che è assolutamente lui.
Jennifer continua a raccontarmi e per un momento penso di convincerla a cambiare direzione per non incrociarlo. Ma poi ricordo il motivo per cui sto passeggiando insieme a questa mamma e alla sua figlia: sono la fidanzata di Tom Felton. Perché allora non farli incontrare per farle felici?
Solo appena mi nota, si blocca di fronte a noi con bocca socchiusa. Poi, appena solleva gli occhiali da sole, Jennifer sgrana gli occhi, riconoscendolo.
"Oh mamma."riesce a borbottare e sveglia immediatamente Caroline, che si strofina l'occhio destro.
"C'è Tom."le sussurra la mamma e la bambina si sveglia totalmente e scende dal passeggino, correndoli incontro.
Tom, sorpreso, la prende in braccio e noto sul suo volto un grande sorriso.
"Oh, che piacere vederti."borbotta Jennifer, avvicinandosi.
La bambina si stringe al collo di Thomas, mentre cerca di fare qualche domanda all'attore. Lui rimane in ascolto, ed io continuo ad ammirare la sua bellezza con i bambini.
Me l'aveva già dimostrato con Alex, certo, ma oggi ne ho assolutamente la certezza.
Jennifer fa una foto, ed io mi offro per farne altre a tutti e tre insieme. Lui non smette di guardarmi ed io non smetto di annegare nei suoi occhi.
"Stavo proprio parlando con Sara dell'avere un figlio. Lei ha detto di desiderarlo."borbotta Jennifer, accarezzando la schiena di Caroline.
"Oh, addirittura."risponde ironicamente l'attore. Si volta verso di me e accenna un sorriso, poi continua ad ascoltare i lunghi racconti di Caroline.
"Pos...Possiamo... Possiamo star...stare insieme?"chiede la piccola, guardando prima la madre e poi me. Ancora una volta quel suo dolce modo e il suo umore tra le braccia del suo beniamino mi fa assolutamente accettare la richiesta.
"Per me va benissimo. Tanto oggi siamo liberi."sorrido, e parlo pure per Tom che si ostina ad annuire.
Così io e Jennifer continuiamo a parlare dell'argomento lasciato a metà, mentre Tom gioca con la piccola Caroline facendo finta che stia volando su una scopa.
La risata della bambina rimbomba in tutta la strada, ed io non riesco a smettere di guardarli. Sarebbe così perfetto come padre.
"Caroline Potter, vuoi davvero metterti contro Draco Malfoy?"chiede lui, incrociando le braccia al petto e facendo il finto offeso. Lei si mette a ridere e richiede all'attore di essere alzata per fare un altro giro sulla scopa immaginaria.
"È bellissima la semplicità che c'è tra voi."dichiara Jennifer "E la complicità.".
E pensare che dopo il videoclip, non ci siamo più parlati.
"Grazie."mi limito a dire.
"Non è da tutti veramente. E Tom pare essere così innamorato di te."ammette ancora a bassa voce. Lo guardo, nuovamente e lo vedo lì, felice, a ridere con Caroline.
Appena arriva il momento del saluto, la piccola piagnucola un po' e Thomas le promette che le farà fare un nuovo giro sulla sua scopa. Così lei lo abbraccia, poi passa a me e mentre si allontana non fa altro che agitare la sua piccola manina, in segno di saluto.
"Vuoi veramente una famiglia adesso?"chiede Tom guardando la piccola allontanarsi e sorridendole ancora.
"Ne stavo solo parlando con Jennifer. Niente di che."rispondo "Stiamo insieme da poco.".
Lui annuisce e abbassa lo sguardo, poi prosegue: "Devo accompagnarti a casa?".
Noto una freddezza nelle sue parole e un senso di allontanamento da me.
"Fai finta di niente?"mi esce spontaneo chiedere.
Lui alza gli occhi al cielo, poi li chiude delicatamente. Ma quel gesto pare così lungo rispetto alla corsa che fanno un gruppo di ragazze, urlando il nome di "Tom Felton".
"Tom."lo scuoto e lui, a quella visione, stringe la mia mano.

Non so se sei solo un sogno || Tom FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora