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"Dove sarà andato?"batte sul volante Philippe.
In tutti i luoghi che sono suo solito frequentare, lui non c'è. Ho optato anche per il teatro, ma niente: nemmeno il suo profumo fluttua nell'aria.
Nel momento in cui attraversiamo il Tower Bridge, una chiamata interrompe una discussione accesa tra i presenti in macchina.
"È Tom."riferisco, sorpresa, guardando il display del telefono.
"Rispondi!"esclama Philippe, ormai arrivato al limite della sua sopportazione.
Ma appena premo sulla cornetta, sento una grande confusione provenire dall'altra parte. Sembrano le urla di bambini che felici giocano tra loro, poi tra tutto una voce più forte si differenzia.
"Sara, Sara!"esclama. Non posso che riconoscere quel tono così innocente e squillante che può appartenere solamente ad Alex.
"Dove sei?"chiede ancora, urlando.
"Alex!". Ma poi dall'avvicinarsi della voce di Tom, percepisco che ha preso il telefono dalle mani del fanciullo e ha attaccato.
"Alla casa famiglia 'il girasole'"ordino a Philippe che, con inversione ad U, esegue l'ordine.
"Cosa ci fa in una casa famiglia? Vuole adottare un bambino?"commenta Noah, sbalordito.
"Stai zitto e tieni il telefono fermo."lo riprende Philippe, ed io mi mordo il labbro per non ridere a quella scena.

Anche se entrambi ammettono di essere eteri, credo di vederceli bene come coppia.
Entrambi sempre così scontrosi, meschini e certe volte loquaci. Non sarebbero per niente male.
Nel tragitto fino alla destinazione, mi diverto a contare le macchine gialle che mi passano accanto.
"Sei patetica."commenta Philippe.
"Nessuno gioca con me, quindi gioco da sola. Scusami eh."lo riprendo ancora e continuo il mio gioco che pare diventare sempre più divertente.
Ma poi pure quello mi annoia, così mi stringo nelle mie gambe e chiudo gli occhi.

"Mi ha detto Robert che devi risponderli, immediatamente."riferisce, a bassa voce Noah, a Philippe.
Piano piano apro gli occhi e noto che stiamo imboccando la stradina sterrata che ci porterà al grandecancello di metallo della casa famiglia.
"Robert?"domando,assonnata "Come fai a conoscere Robert?".
I due uomini si mandano sguardi nervosi, poi Noah si schiarisce la voce e con noncuranza borbotta: "Non è il Robert che conosci, cara.".
"Oh, non saprei a chi ti riferisci."si stringe nelle spalle Philippe, scuotendo la testa.
Nei loro toni sembra esserci molta tensione,ma lascio perdere: adesso, l'importante, è riprenderci Tom.
"Noah,rimani in macchina. Non vorrei altri casini."ordino e lui si stringe nelle spalle, offeso.
Appena scendo di macchina, noto in lontananza Sophi, la super fan di Tom, che mi guarda sbalordita.
"Sara!"esclama a gran voce, venendomi incontro. Poi si blocca appena dietro di me, appare Noah.
"Stai tranquilla Sophi, lui è solo un amico. C'è Tom, vero?"urlo.
Lei annuisce e poi mi fa segno di aspettare.

"Ti avevo detto di rimanere in macchina."lo riprendo a denti stretti.
"Mi piacciono i bambini, lo sai."mostra un sorriso e quel gesto, così semplice espontaneo, mi fa addolcire improvvisamente. Ricordo che Noah ama i bambini, a differenza di Philippe (ho già trovato qualcosa che non va tra loro), e che desidererebbe averne almeno tre.
Il cancello si apre lentamente e, con i due uomini dietro, quasi a guardia del corpo, avanziamo.
Alcuni mi riconoscono, venendomi incontro ad abbracciarmi, altri invece tengono le distanze.
"Sara, cara."corre verso di me Cristiana, a braccia aperte e poi Sophi mi stringe in un altro abbraccio.
"Quando Tom è arrivato da solo, questa mattina, ho creduto che vi foste lasciati. Poi ci ha detto che eri a casa dai tuoi genitori."mi racconta Cristina, eccitata "Dai, dai entra. Alex ti sta aspettando.".
"Si è fidanzato."mi riferisce divertita Sophi.
"Alex?"chiedo sorpresa, mentre attraversiamo il corridoio.
"È messo meglio di me in amore."commenta a bassa voce Noah, ed io trattengo una risata.
"Oh, è arrivata una nuova bambina! Amore a prima vista!"batte le mani la proprietaria e poi apre la porta della stanza. Dal dentro provengono urla e la voce divertita di Tom.
Rimango ferma sulla soglia non appena noto Tom a terra, Alex che si stringe al suo collo e Caroline di fronte a loro.
"Caroline?"chiedo sorpresa e lei si alza improvvisamente, rimane sbalordita dalla mia presenza e poi mi corre incontro seguita da Alex.
Sento il mondo cadermi addosso appena noto che tra questi poveri bambini con passati tormentosi, si possa trovare pure lei.
Fino ad ieri tutto procedeva liscio. Lei era felice, con sua madre, ed ora è qua.
"Mi sei mancata."dice, con voce innocente, il piccolo Alex e poi si arrampica al mio corpo.
Tom si sistema la giacca, venendomi incontro. Manda uno sguardo ostile a Noah che indietreggia, poi fissa i miei occhi e li riabbassa lentamente.
"Possiamo un attimo parlare? Anche con Cristina, se possibile."chiedo, con voce strozzata e scioccata dalla presenza della bambina.
"Non andare via!"piagnucola il piccolo.
"Alex, torneremo subito. Te lo prometto."lo bacio sulla tempia "Noah è molto bravo con i bambini, giocate un po' con lui.".
Il ragazzo avanza ed accenna un sorriso imbarazzato.
"Philippe un po' meno, ma potrebbe aiutarlo."sorrido ancora e lui scuote la testa.
Proseguiamo verso la cucina e Cristina si offre per prepararci un caffè.
Tom giocarella con l'orlo della maglietta ed io prendo parola: "Cosa ci fa qua Caroline?".
Cristina aggrotta la fronte, sicuramente al sentire del mio tono di voce preoccupato, e risponde: "La conosci?".
"La conosciamo."deglutisce Tom, poi mi manda uno sguardo confortante.
La vecchia signora si siede, poi fa un respiro profondo e con sguardo fisso in un punto borbotta: "Suo padre ieri sera ha fatto un grave incidente. Sua mamma, essendo una cara amica di famiglia, ha deciso di affidarla a me in questi giorni.".
Il mondo mi crolla sulla spalle e mi ritrovo a cercare la mano di Tom, che la stringe appena la sfioro.
"E Caroline cosa sa?"chiede Tom, al mio posto.
"Sa che sua mamma e suo padre dovevano svolgere delle faccende importanti."risponde ancora Cristina, poi versa il caffè nelle tazzine e le poggia sul tavolo.
"Suo padre è importante per Caroline."borbotto a bassa voce "Non può non farcela.".
"Lo so."sospira Cristina "Ma bisogna solamente pregare adesso che si salvi. Fino ad allora lei starà qua con noi.".
"Cosa possiamo fare?"chiede Tom, preoccupato. Mi alzo in piedi per smaltire quel dolore frustante che può sentire Jennifer e poggio la testa alla finestra.
"Nel senso, come possiamo fare per far sì che quella bambina senta meno questo peso?"chiede ancora Tom.
Caroline ed Alex adesso sitrovano fuori a giocare con Noah.
"Sono Harry Potter e tu Hermione."affida i ruoli, con la sua parlantina, Alex.
"Noah farà Ron, Tom farà Draco Malfoy, tu -riferendosi a Philippe- Lucius Malfoy e Sara..."si accarezza il mento con le due piccole dita mentre pensa.
In quel momento una lampadina si accende nella mia mente.
A quella scena mi rendo conto che c'è un modo per alleviare la tensione nella bambina e distrarla dai problemi: la fantasia.
È sempre stata l'unica cura a farmi veramente staccare dalle problematiche che suscitavano i miei genitori, o dai problemi che ogni giorno mi creavo nella testa. Bastava mettersi nel letto, prendere un libro e catapultarsi in quel luogo.
Bastava sognare, giorno dopo giorno, per rendermi conto che potevo farcela.
"Faremo una recita stile Harry Potter."dichiaro, a voce alta, e appena mi volto, vedo i due guardarmi confusi.

Spazio autore:
Sono contenta che la storia vi stia piacendo e mi fa veramente contenta leggere i vostri commenti positivi❤️

Non so se sei solo un sogno || Tom FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora