XXXXIII

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Sono passate due settimane da quel giorno, eppure io e Tom ci siamo legati ancora di più. È vero che quando una persona se ne va, ne capisci il suo valore. E questo l'abbiamo compreso entrambi.
Ho fatto passare qualche giorno prima di recarmi da Steve. La sua felicità è stata veramente indescrivibile. Non mi ha lasciata andare nemmeno un secondo, sfociando in un lungo pianto.
Ma abbiamo deciso di tornare a casa, così da non rischiare di mettere di mezzo l'umore di Steve durante le nostre litigate.
Gli attacchi di panico sono tornati, più volte, ma sto riprendendo la capacità di controllarli. Devo solo riprenderci la mano, ovvio, ma per ora so che è già un grosso obiettivo avere quella di Thomas che mi stringe in ogni brutto momento.
La notizia sta facendo sempre di più scalpore sui giornali e nei siti di gossip.
Si danno da fare per scoprire sempre di più sulla mia identità, ma per fortuna non hanno ancora scoperto il mio posto di lavoro.
Vogliono avere notizie certe sulla nostra relazione, vogliono essere i primi a dover rivelare le certezze concrete provenute direttamente dalla bocca di Thomas. Ma non hanno altro che le stesse foto del mio profilo Instagram.

"Secondo te cosa è meglio fare?"chiede Philippe a Christopher, un altro esponente dello staff personale di Tom. Devo ammettere che è la prima volta che sono venuta a conoscenza della sua esistenza. Dai due ragazzi non è stato mai citato, nemmeno mentre parlavano delle loro esperienze lavorative.
Quell'uomo dall'espressione taciturna, sorseggia il suo caffè e poi prosegue: "Ovviamente bisognerebbe farla conoscere.".
Mi volto verso Thomas e lui mi manda uno sguardo languido ed io cerco di non ridere.
"Non è d'accordo."lo riprende subito Philippe, stringendosi nelle spalle ed indicando il diretto interessato.
"No,ovvio."si intromette Tom, poggiandosi con il palmo delle mani sulla superficie del tavolino "Sai quante persone sono fidanzate ma nessuno lo sa? Per quale ragione io dovrei far conoscere la mia ragazza a tutti?".
"La conoscono di già, Tom."lo riprende Christopher, esasperato.
"Oh, beh, ma non hanno la certezza."incrocia le braccia al petto come un piccolo bambino indifeso e si gira dalla parte opposta.
"Non ha senso nascondersi. Più ti nascondi, più loro ti cercheranno. Sara si è dimostrata una ragazza matura. Sai benissimo che non se ne andrà da te."prosegue quell'uomo, parlando come se io non fossi presente nella stanza.
Ma Christopher ha ragione, ha assolutamente ragione. Thomas ha paura di perdermi, così tende a volermi nascondere sempre di più.
Ma più noi ci nasconderemo dalle notizie, più loro ci verranno a cercare. La situazione non cambierebbe più di tanto e magari i gossip si tranquillizzerebbero se finalmente ricevessero quello che desiderano.
Così faccio un sospiro profondo e mi intrometto: "Io ci sto.". Thomas si volta verso la mia direzione, con espressione interrogativa  e sbattendo le palpebre più volte.
"Ci sto, a farmi conoscere e a mettere a nudo la nostra relazione."specifico. I due uomini sorridono e Christopher borbotta senza voce un "Grazie".
"Cosa?!"deglutisce Tom.
"Amore, Christopher ha ragione. Più ci nascondiamo, più loro ci cercheranno.".
"Non pu..."dice, ma io lo interrompo all'istante: "Io faccio parte della nostra relazione, quindi è importante anche il mio punto di vista.".
Lui fissa un punto del vuoto e si morde il labbro, poi con lentezza annuisce e borbotta: "Potete lasciarci soli?".
Philippe e Christopher in silenzio si alzano e proseguono fuori dalla nostra abitazione.
Mi avvicino a lui e poso la mia mano sulla sua. Alza lo sguardo su di me e borbotta:"Non so se sarà la miglior cosa.".
"Non lo sappiamo, è vero, ma ormai ci siamo dentro Tom, che ti piaccia o meno. Sono sempre stata della tua idea, e lo sono tutt'ora, ma questo sarà un modo per tranquillizzare la situazione.".
"Conosco quel mondo e so che niente si calmerà."dice a voce bassa, guardando fuori dalla finestra dove intravediamo i due uomini a parlare.
"Tanto vale provarci."gli ricordo.
"Non sono convinto."ammette sospirando.
"Cosa ti spaventa?"domando, cercando il suo sguardo. Lui fissa davanti a se, si morde il labbro e con tono indifferente risponde: "Perderti.".
Faccio un sospiro profondo prima di pronunciare qualsiasi parola, poi accarezzo i suoi capelli con delicatezza ed inizio: "Sai, se mi avessero chiesto, solamente qualche mese fa, se mi fossi mai fidanzata con Tom Felton, avrei risposto immediatamente di sì.".
"Oh, bene. Cambiato idea?"domanda, con un pizzico di ironia.
"Oh, beh, sì, perché io non conosco nessun Tom Felton."rispondo con noncuranza. Lui incurva le sopracciglia e mi fa segno di continuare.
"Io sono innamorata di Thomas Andrew Felton, il ragazzo che da bambino rimase scioccato perché credette che per colpa di alcuni schizzi bollenti, i medici gli avrebbero tagliato un dito. Quel ragazzo che ogni mattina si sveglia dopo di me e sbava sul cuscino del letto, bofonchiando parole indecifrabili. Il ragazzo che si è dato da fare per cucinare una pizza Italiana e devo ammettere che visto il cuoco inglese, non era per niente male. Di quel ragazzo che è negato ne ballo quasi quanto me. Mi sono innamorata della tua testardaggine e della tua paura di perdermi, sì, ma anche della fiducia che mi hai dimostrato di poterti affidare fin dal primo momento."prendo respiro e asciugo le lacrime che lentamente rigano le sue guance rosse "Ricordi che mentre mi insegnavi ad andare sullo skate ed io avevo veramente tanta paura, tu mi dicesti: 'Tu fidati di me e non ti farai mai male'. Ecco io fido di te come tu dovresti fidarti di me, ed io sono convinta che tutto quello che ci accadrà di negativo intorno sarà solo un rumore di fondo.".
Tira su con il naso, poi accenna un sorriso:
"Ti ricordi tutto quello che ti ho detto?".
"Ovvio, che domande."rispondo stupita e lui sorride ancora: "Ti ricordi anche dell'esperienza che ti raccontai alla nostra prima cena a casa tua?".
"Come potrei dimenticarlo."ribatto.
Così, a poca distanza dalle mie labbra, mi sfiora il volto, si fa serio e sussurra: "Promettimi che non te ne andrai.". Un brivido percorre la mia schiena mentre lui la accarezza con il suo pollice freddo.
"Te lo prometto."rispondo lasciandomi travolgere da quel fottuto sapore di menta nascosto tra le sue labbra. 
Dopo aver riferito la notizia che desideravano tanto sentirsi dire, noto sul volto di Philippe una felicità che non avevo mai intravisto prima.
"Ma darò io di persona la notizia certa. Capito?"chiede Tom, guardando entrambi gli interessati. Loro sorridono ed annuiscono, poi si recano felici fuori dall'abitazione festeggiando e rallegrandosi a vicenda.

Annalisa la vedo più serena, rispetto a qualche settimana fa. Mi ha ammesso di aver litigato con Robert, pesantemente, per un motivo che "tu non potresti capire", così mi ha detto. Ho cercato di aiutarla e fortunatamente, in un modo che io non potrò capire, hanno chiarito.
"Stasera cenetta a lume di candela."mi sorride lei, scendendo dalla scala con un borsone stretto nel braccio destro.
"Che carini!"esclamo, sistemando i fogli di alcune storie che vorrei far pubblicare. Mr. Morris non vorrebbe che io portassi i manoscritti a casa, ma è più forte di me: quando una storia mi piace devo sapere come andrà a finire.
"Tu che farai questa sera?"mi chiede lei, sorridendo.
"Oh, beh, credo che sia troppo presto per decidere cosa farò stasera."dico ironicamente.
"Oh giusto, sono le cinque a mezza."borbotta in modo sarcastico.
Io le faccio una smorfia e lei rappresenta un cuore con le mani.
"Non ti divertire troppo!"mi prende in giro e non riesco a rispondere, che già si è lasciata la porta alle spalle.
"Buon pomeriggio Tom!"la sento esclamare da fuori. Mi blocco sulla parola "mai" di un foglio sotto gli occhi e alzo la testa per guardare fuori dalla finestra.
Tom sorride mentre si avvicina alla mia porta di ingresso, si sistema i capelli e suona al campanello.
"Tu non dovevi fare la famosa riunione con Philippe?"chiedo, aprendo la porta e senza dargli il tempo nemmeno di salutarmi.
"Ciao anche a te amore."mi sorride, lasciandomi un bacio sulla fronte e superandomi.
"Comunque ho finito, è durata poco devo ammettere."si stupisce da solo "E poi mi era venuta in mente una cosa che non facciamo da tantissimo tempo!".
"Non ti seguo."ammetto, sedendomi.
"Ancora con il lavoro, basta amore!"esclama, ridendo, ammirando l'apparecchiatura di fogli sparsi sul tavolo.
"Tom, cosa vuoi fare di così eccitante?"chiedo, sbuffando.
Lui si gratta il collo, che risulta essere un suo segno di imbarazzo, poi borbotta: "Quello semmai dopo...".
"Tom!"lo riprendo ed entrambi scoppiamo a ridere.
"Okay, va bene."cede "È da tanto che non saliamo sullo skate insieme e oggi mi hai ridato la voglia di andarci."dichiara, cercando di convincermi con un solo sorriso. E devo ammettere che ci riesce perfettamente. Io,così innamorata e sensibile davanti a quel faccino che in certi momenti pare quello di un piccolo bambino, accetto all'istante.
Così corre in macchina a prendere lo skate e mi fa cenno di seguirlo.
"E se ci vedessero insieme?"domando preoccupata, guardandomi intorno. Ho messo gli occhiali da sole e un cappello che aveva Tom nella sua autovettura, identico a quello che lui indossa adesso, ma questo non nasconderà molto la mia immagine.
"Passiamo da una strada meno trafficata e se mai ci dovessero vedere, ci vedranno e sapranno che stiamo insieme. Me l'hai detto tu."mi risponde indifferente. Sono felice che abbia compreso le mie parole.
"Pronta, darling?"chiede, appena cerco l'equilibrio perfetto dietro di lui e mi aggrappo al suo bacino.
"Pronta Thomas."rispondo, barcollando un po'.

In queste notti ho sognato che io e Tom ci baciavamo per davvero e per di più c'era Philippe! Devo ammettere che "non so se sei solo un sogno" sta diventando realtà nella mia mente e nella vostra, se ci entrate completamente❤️

Non so se sei solo un sogno || Tom FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora