XXVII

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"Buongiorno Darling."mi sorride Tom, di fianco a me. Accarezza la mia pelle nuda e mi bacia dolcemente sulle labbra.
"Strano che tu sia già sveglio."rispondo. Poi mi alzo di scatto dal letto: "Oh merda, devo andare a lavoro.".
"Sara, ma è Domenica!"esclama, mettendo gli occhi al cielo. Così mi ributto sul letto di fianco a lui e mi riempie ancora di più con i suoi baci.
È la sensazione più bella quando realizzi che puoi dormire ancora un po'. Così mi risistemo sotto al cuscino e lui si stringe al mio corpo. Sento il suo respiro sul mio collo, poi si fa più pesante e cediamo in un sonno.
Appena ci svegliamo, è l'ora di pranzo.
"Ho fame."mugola, massaggiandosi la pancia nuda.
Poi posa la sua mano su tutte le mie curve e rabbrividisco a quel tocco. Così mi posiziono sopra il suo petto, con lo sguardo rivolto verso di lui. Mi guarda, poi accarezza con delicatezza i miei capelli e mi osserva.
"Non te l'ho mai detto."inizia "Ma la prima cosa che mi ha colpito di te sono stati gli occhi.".
"Veramente?"domando.
Annuisce: "I tuoi occhi sono bellissimi.".
"Non ne sai la storia però."borbotto.
"Hanno una storia?"domanda confuso "Non credevo che degli occhi avessero una storia.".
"I miei si."rispondo alzando le sopracciglia e lui si mette in ascolto, accennando un sorriso.
"Nonno mi ha sempre raccontato che sua madre è sempre stata accanto alla mia quando era incinta. Si diceva che la mia bisnonna avesse degli occhi veramente stupendi, di un verde scuro ma che alla luce splendevano di un verde acceso. È morta qualche giorno prima che io nascessi ed io ho ereditato i suoi stessi identici occhi."finisco. Mi è sempre sembrata impossibile questa storia, soprattutto quando la raccontavo: le persone raramente mi credono. Ma dalle foto è evidente che la mia bisnonna avesse i miei stessi occhi.
"Ma è bellissimo."dice sorpreso e sorride "È emozionante è bellissimo.".
"Diciamo che per nonno era come vedere un po' sua mamma, quando mi guardava.".
"Immagino. Allora deve aver incantato tutti con i suoi occhi, come fai te."risponde e mi lascia un bacio sulla fronte.
"Tom stai parlando proprio te?!"esclamo e lui si mette a ridere.
Mentre mi faccio la doccia, Tom suona un po' la sua chitarra. Non ho più bisogno di una playlist, ora ho lui stesso a cantarmi le canzoni.
Appena lo raggiungo, lo trovo in salotto, a suonare qualche suo pezzo mentre fa una live per i suoi fans. Così mi posiziono in modo che non mi vedano e lo osservo. La sua felicità, i suoi sorrisi, la sua voglia di fare, il riscontro positivo del pubblico, fa aumentare tutta la bellezza che Tom già trasmette.
Poi incrocia il mio sguardo mentre preparo qualcosa da poter mangiare, visto che sto morendo di fame.
Lo vedo fissarmi ancora mentre canta "lovely" di Billi Ellish e Khalid. Non l'avevo mai sentito cantare una canzone del genere, ma da quando sono entrata nella sua vita si sta adattando anche ad alcune canzoni di cui sono fissata (oltre alle sue).
Ma il modo in cui me la canta, mi fa riflettere sul significato del testo. Sarà sicuramente un caso, Tom l'avrà sicuramente in testa e non riuscirà a togliersela, perché non può essere qua a dirmi "sto cercando un posto migliore.". Cosa significa?
Scaccio via quei pensieri e mi concentro sul pranzo Italiano che mi sono imposta di dover fare.
Appena conclude la diretta, suona ancora qualcosa. Io lo ammiro mentre mi dedica le sue canzoni e nel frattempo continua a sorridere. Improvvisamente mi tornano in mente le parole di Steve e mi domando cosa nasconderà dietro a quel sorriso.
"Pasta alla carbonara."ripeto e lui cerca di ripeterla con una pronuncia migliore. Devo ammettere che la sua pronuncia assomiglia a quella cinese.
Ma devo anche ammettere che in cucina sto migliorando sempre di più.
"È originaria di Roma. La nostra capitale."proseguo.
"Mi piacerebbe andare a Roma."ammette " Dev'essere una bella città.".
"Bellissima direi."puntualizzo.
"A te dove piacerebbe andare?"chiede, prendendo ancora altra pasta. Sono contenta che gli sia piaciuta.
"Non so, qualche tempo fa ti avrei detto le Hawaii oltre a Notting Hill... ma solo perché mi piacerebbe sa...sapere come sono fatte."finisco e vedo Tom fissare un punto nel vuoto. Poi sorride e la cosa è assai inquietante.
"Cosa succede?"chiedo.
"Ti amo."mi bacia le labbra frettolosamente e corre verso la sua camera.
"Che cosa sta succedendo?"chiedo ancora ma lui sembra così elettrizzato che non mi ascolta.
Poi lo vedo corrermi incontro, con un sorriso stampato sul volto e un foglio stretto tra le mani.
"Darling, tu sei fantastica. Mi hai dato ispirazione per il continuo della mia canzone. Mi ero bloccato. Si, solo le Hawaii ci possono stare in questo verso. Ti amo."dice tutto d'un fiato. Mi fa felice aver contribuito e soprattutto vederlo così felice.
Non avevo mai visto la conclusione di una canzone, di una sua canzone. E vedere tutta questa euforia, mi rallegra il cuore.
"Che giorno è oggi? Devo segnarlo."chiede, saltellando su se stesso.
Ma appena guardo la data sul telefono, noto che domani è il compleanno di Robert. Oh merda. Non ho ancora comprato il suo regalo. 
"Tom."lo richiamo, dopo essersi calmato "Io oggi devo uscire a fare compere.".
"Per cosa?"domanda, sparecchiando.
"Domani è il compleanno di Robert e non posso presentarmi senza regalo.".
"Io lo farei."dice con noncuranza, ma poi, vedendo la mia espressione contrariata, si riprende aggiungendo: "Oggi andiamo al centro commerciale. Sono sicuro che troveremo qualcosa.".
Credo di non aver mai trovato nessun ragazzo che mi proponesse di andare al centro commerciale, penso ridendo.

Westfield Stratford City è il centro commerciale più grande d'Europa ed esserci dentro mi lascia senza parole. La sua grandezza è immaginabile e indescrivibile.
Tom si è nascosto sotto vestiti particolari, coprendo i suoi capelli con lo stesso cappellino di lana e gli stessi occhiali da sole che aveva il giorno che ci siamo conosciuti.
"Odio dovermi nascondere."ammette, appena scendiamo "Ma in questi posti non posso non andare scoperto. Se ci scoprissero... ecco...".
"Grazie di accompagnarmi."lo interrompo.
Lui mi stringe la mano e me la bacia dolcemente. Sarà impossibile riconoscerlo, o almeno spero...
"Era da tanto che non ci venivo."ammette, guardandosi intorno.
Puntiamo a cercare un regalo carino da fare per Robert, focalizzandoci su un maglione adatto per lui. Conosco il fidanzato della mia migliore amica da più di un anno, ormai, ma è sempre con noi. Così credo di conoscere i suoi gusti a memoria: è la copia di Annalisa su questo.
Dopo aver comprato il suo regalo, facciamo entrambi un sospiro di sollievo: adesso posso dedicare il tempo a me stessa.
"Allora... Iniziamo da qua."sorrido a Tom che mi segue, trainato dalle nostre mani incrociate.
Lo vedo venirmi incontro con una pila di maglie che secondo lui mi starebbero bene, ma devo ammettere che nessuna mi convince.
"Mamma mia, come sei."alza gli occhi al cielo e chiude gli occhi per alleviare la rabbia che gli sto suscitando.
"Potremmo andare a Victoria's Secret. Che ne dici?"mi propone esasperato, dopo aver girato cinque negozi e aver comprato solo una maglietta.
Credo che Tom si stia pentendo di avermi accompagnata e di avermi proposto di venire in questo posto.
"Copriti gli occhi."ordino, prima di entrare in quel luogo. La bellezza di questo negozio, mi lascia sempre senza parole.
Le commesse mandano sguardi a Tom, intento a cercarmi qualche intimo che potrebbe piacermi.
"Ha bisogno?"chiede una di loro avvicinandosi a lui. Trattengo una risata e le guance Tom si confondo con il pizzo rosso delle mutandine che sta osservando.
"Stavamo dando un'occhiata."intervengo e scoppio in una grande risata.
"Esco, ciao."mi riferisce infastidito, avviandosi verso l'uscita senza darmi il tempo di dibattere. Dopo aver acquistato tutto quello di cui avevo bisogno, e aver riferito alla commessa che è solo un ragazzo premuroso, esco dal negozio e mi avvicino a Tom che non riesce a rimanermi serio dopo l'accaduto.
"Sono contenta di averti come ragazzo. Non tutti l'avrebbero fatto."ammetto sorridendo.
"Se ti dicessi che mi sto pentendo di essere venuto?"chiede con un pizzico di ironia.
"Okay, va bene."faccio la finta offesa e mi stacco dalla sua presa.
Ma quando mi sto allontanando, sento il suo braccio afferrarmi e trainarmi verso di lui.
Scuote la testa divertito e stringe tra le sue mani il mio volto, lasciandomi un bacio.
Ma mentre gli racconto quello che mi ha riferito la commessa poco prima e lui mi stringe tra le sue braccia, noto un signore distante da noi che ci osserva... un signore che pare nascondersi...

Non so se sei solo un sogno || Tom FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora