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Tom.
Le parole si bloccano improvvisamente. Non riesco a capire. Le mie palpebre sbattono così forte che somigliano alle ali delle farfalle in volo, ma niente in confronto a quelle che adesso mi svolazzano per la pancia.
Non riesco a capire, continuo a borbottare dentro di me mentre il ragazzo che pare essere Tom Felton, seduto proprio davanti a me, sorride e aspetta una mia reazione.
Avrei così tante cose da dirgli, ma l'emozione che lui sia qui fa andare in confusione ogni mia frase e non fa uscire nemmeno un balbettio. 
"Che c'è?" domanda, sorridendo e stringendosi nelle spalle. È ancora più bello di come appariva nei film e nei video. I suoi lineamenti, gli occhi azzurri e i capelli biondo chiaro: mi chiedo come abbia fatto a non averlo riconosciuto prima. Forse perché nella mia mente non sarebbe nemmeno stato capibile dubitare che il ragazzo con cui sarei venuta a bere un tè, fosse proprio Tom Felton.
"Oh..."riesco a pronunciare e mi vergogno immensamente di essere passata da logorroica come sono a non sapere cosa dire. Mi limito a trattenere il sorriso da "ebete" che avrò sempre quando non riesco a controllare le mie emozioni. 
"Vorrei sapere, prima di tutto,come si chiama." dice, con tono di voce dolce. Si sistema quei capelli biondo chiaro e poi aspetta, in modo trepidante, una mia risposta. 
"Sara e..."dico e, all'unisono, aggiungiamo: "Può darmi pure del tu.".
Mi metto a ridere, lui fa uguale nascondendo il volto tra le sue grandi mani.
"Non me l'aspettavo." riesco a dire, distogliendo lo sguardo dal suo: solo in quel momento trovo la forza di pronunciare tre parole messe in croce. 
"Lo so, lo immaginavo." mi risponde, poggiando la testa sopra le nocche.
Riesco a ordinare quello che desidero prendere, ma con moltissima difficoltà. Non credo ancora ai miei occhi: sono di fronte a Tom Felton, il ragazzo che ho sempre sognato,fin da quando sono piccola. Il ragazzo che mi ha davvero legata a nonno, il ragazzo che appena appariva in televisione mi faceva urlare e saltare da ogni parte. (Attualmente fa lo stesso effetto). Mi stupisco del mio saper mantenere la calma e il mio non aggrapparmi al suo collo. Sarebbe stato nei miei piani, quando fantasticavo su cosa avrei fatto se un giorno mi fossi trovata di fronte a lui.
Ma sicuramente, non avrei mai immaginato, che i sogni si realizzassero in questo modo.
Lui è divertito dalla situazione: non smette di fare battutine con il cameriere sulla mia condizione post shock. 
"Secondo te di che colore è?" chiede a quell'uomo,indicando le mie guance. 
"Ho solo caldo." mi difendo e Tom alza le sopracciglia, cercando di farmi smentire immediatamente. 
"Non so se sei solo un sogno, sinceramente." ammetto, mordendomi il labbro.
Lui ride ancora, adesso sembra davvero imbarazzato. 
"Quando ho visto che cantavi le mie canzoni, ho subito pensato che dovevo affrontarti in qualche modo." mi riferisce, poggiandosi allo schienale della sedia e non distogliendo lo sguardo dal mio "Poi mi hai colpito, devo essere sincero. Credo che non abbia mai visto nessuno difendere i miei testi in quel modo, lo ammetto. Neppure io me la prendo così tanto.". 
"Non farmene un difetto." lo riprendo. Finalmente riesco a guardarlo negli occhi e a parlare, senza inciampare sulle mie stesse parole. 
"Assolutamente, Sara" risponde, mordendosi il labbro inferiore. Il mio nome che scivola sulle sue labbra, mi fa uno strano effetto. 
"Sara...Con la h o no?" aggiunge subito dopo, vedendomi persa tra i miei pensieri. 
"Senza, sono italiana." e pronuncio questa ultima parola nella mia lingua natale. Tom cerca di imitarmi, ma con scarsi risultati. 
"Amo l'Italia." ammette, e vorrei riferirli che so già tutto. Se è per questo so anche tutte le volte che ha citato l'Italia, ma sono risultata già troppo fanatica.
"Non sono mai uscito con una fan, è strano pure me. Davvero." prosegue,come se mi leggesse nella mente. 
"Ma almeno tu eri a conoscenza che io fossi una tua fan già dal momento esatto che mi sono fermata di fronte a te."spiego. Non so in che modo abbia cominciato a parlarli così fluidamente, alla fine sto avendo una conversazioneproprio con Tom Felton. Ma è come se riuscisse a metterti a tuo agio. 
"Su questo non posso venirti contro." conclude alzando le braccia in segno di arresa. Mi domando se sia stato nonno a organizzare questo incontro. O se mi stia guardando da lassù. Magari è seduto accanto a Silente, come tanto desiderava, a spettegolare sull'immagine di un Draco cresciuto e una Sara travolta da mille emozioni.
Tom mi studia mentre porta la tazza fumante alle labbra e mi racconta del suo trasferimento recente in quella casa. 
"Abitavo lì durante l'adolescenza." mi riferisce "Poi i miei genitori sono andati a vivere in America e ho deciso di tornare qua.".
"Perché?" domando,curiosa. Avrei così tante cose da chiedergli, tanti dubbi. Tante domande senza risposta sono poste nella mia mente fin da quando ero bambina. Ma mi sforzo di non risultare invadente. 
"Diciamo che i tanti progetti e i tanti obbiettivi che ho raggiunto in questo arco della mia vita, mi hanno portato ad allontanarmi dalle mie radici." mi riferisce, inzuppando un biscotto "Mi fa bene prendere del tempo.". 
"Dev'essere stato davvero un grosso impatto iniziare da quando eri bambino." dico. Accenna un altro sorriso, poi annuisce: "Ma è stata la cosa più bella della mia vita. Alla fine è quello che ho sempre amato.". 

Non so se sei solo un sogno || Tom FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora