LV

570 44 2
                                    

Mi ritrovo di fronte a Steve, ad ascoltare i suoi racconti mentre mi stringo nelle mie gambe con una coperta posta sopra. Alla fine è sempre questa la medicina a farmi distrarre: nascondermi in un libro e smettere di vivere in questa realtà.
"Vuoi venire pure te, Thomas?"si interrompe Steve, sistemando i suoi occhiali tondi.
"No, no, tranquillo. Stavo solo guardando se Sara stesse bene."risponde, con tono dolce e appena Philippe lo richiama a gran voce, non gli tocca che proseguire con l'organizzazione del suo lavoro.
Devo ammettere che comincio a stare meglio. Rivedere i miei genitori e aggiungere mattoni pesanti e possenti al muro che ci divide in quel modo, ha solo causato confusione nella mia mente, ma alcune volte per stare bene bisogna solo lasciare andare.

Ormai è normale: dentro la mia testa sono nate le patetiche paranoie. Comincio a credere di essere io lo sbaglio, che forse avrei potuto dare la seconda possibilità.
'Ma con quale scopo?' mi riprende il mio subconscio 'Per continuare a stare male ad ogni loro critica?'.

"E quindi cosa succede?"chiedo a Steve, appena chiude il libro.
"Oh, di questo non ne ho affatto idea."risponde, con un mezzo sorriso.
"Non può finire così la storia, senza spiegazioni. Non è mai stato fatto un secondo libro al riguardo?".
Lui scuote la testa: "È la tua immaginazione a dover dire dove veramente Ted si rifugia.".
"E quindi era tutto un inganno? Cioè i due ragazzi sono stati ingannati in questo modo?"continuo a domandare, impaziente di una sua risposta.
"Esatto."annuisce il vecchio, asciugandosi gli occhi con il suo fazzoletto a pois.
"Ma che colpa aveva Suzy allora?"insisto. Lui accenna un altro sorriso, poi scuote la testa: "Sara, cara, è tutta una storia.".
"Forse Ted non era abbastanza innamorato. Io ho sempre dato questa spiegazione."si intromette una voce alle mie spalle. Appena mi volto, Tom si avvicina a noi con due tazze di Tè.
"Ted ha fatto di tutto per Suzy."lo riprendo "Baggianate. Ted non scapperebbe all'amore. Non credi? Alla fine sono stati entrambi ingannati.".
"Infatti. Quale altro motivo lo porterebbe a dover andarsene lasciandole solamente una lettera di addio, riferendole che ha scoperto pure lui l'inganno in cui la coppia era caduta?"osserva Tom, divaricando le gambe davanti a me.
"Ha paura, semplice. Magari non riesce ad affrontare la situazione."rispondo, stringendomi nelle spalle "Per Suzy ha fatto l'impossibile, andando contro qualsiasi giudizio. È impossibile che egli non l'amasse.".
"Baggianate."commenta lui e a Steve parte una risata all'udire di quella conversazione.
"Forse non l'amava abbastanza."commenta ancora Tom.
"Potremmo chiedere alla scrittrice."lo riprendo, in tono da saccente "E vedremo chi ha ragione tra noi.".
"È morta, qualche anno fa."riferisce il vecchio uomo, facendo da arbitro.
"Vedi, ci ha lasciati qua a discutere."abbozza un sorriso Thomas, guardandomi.
"E coloro che l'hanno ingannati, potrebbero avere dei motivi validi." si intromette un'altra voce. Philippe avanza verso di noi e si siede accanto al padre.
"Baggianate."diciamo io e Tom, all'unisono.
" 'Era per proteggerli,' proseguì Percival" legge Steve, sfogliando le pagine. Philippe accenna un sorriso da saccente.
"Proteggerli da cosa, precisamente?"chiedo, turbata.
"Oh, beh, direi dall'amore."risponde Steve, continuando a sfogliare quelle pagine.
"Non è perdonabile. Percival, non è perdonabile affatto il suo comportamento."proclama Tom.
A quel punto cala il silenzio. Credo che ogni nostro pensiero stia annebbiando la nostra mente.
Dopo poco, l'ultimo arrivato nella stanza si alza in piedi, si stira gli arti superiori e poi borbotta con tono freddo: "Tom, dobbiamo finire le ultime due cose.".
Thomas lo segue. Ma prima di varcare la soglia, chiede: "Vieni a casa con me o vuoi rimanere a rimuginare una storia inventata?"
Con quei ragionamenti lo seguo e il dibattito prosegue fino a che non tocchiamo il letto.

Non ho più sentito i miei genitori da quel giorno.
Ma, fortunatamente, dopo averne parlato e riparlato con Thomas ed Annalisa, mi sono resa conto che alla fine non è stata la decisione peggiore da prendere.
Alex ci corre incontro con la sua divisa da Serpeverde, mentre Caroline indossa quella da Grifondoro.
Dopo che Cristina ha visitato e le è piaciuto il teatro dove potremmo svolgere la recita, abbiamo deciso di annunciare la grande notizia a tutti i presenti nella casa famiglia.
Thomas si siede sul solito palcoscenico dove si era accomodato la prima volta, ma oggi pure io mi trovo al suo fianco.
I ragazzi ci guardano attentamente, accennando sorrisi. I nuovi arrivati, invece, risultano spaesati alla mia presenza.
Ognuno di loro mi riporta all'immagine della piccola Sara: quasi tutti hanno almeno un oggetto che li collega al mondo di Harry Potter. Chi una bacchetta, chi la divisa, chi la collana con la giratempo, chi un semplice gommino che riporta alla propria casa.
"Tom sei bellissimo."urla una ragazza e Sophi le tira un colpo, indicandomi con il movimento della testa.
La sconosciuta paonazza di un colore lilla e si fa piccola piccola.
Al vedere il suo imbarazzo, le mando un sorriso e borbotto: "Vai tranquilla, lo so". Lei comprende il mio labiale e torna al suo colore naturale.
Dopo che Cristina ha fatto la sua introduzione, passa la parola a noi.
Non ho mai parlato davanti ad un pubblico e devo ammettere che, mentre Tom si inventa qualcosa sul momento, l'ansia mi divora piano piano dentro.
Eppure la maggior parte sono volto conosciuti.
"Sara"mi richiama Tom, accennando un sorriso.
Annuisco, deglutisco e con voce rauca inizio ad esporre la dissertazione che avevo preparato e ripetuto giorni prima davanti allo specchio.
Appena faccio una pausa, per riprendere fiato, i ragazzi cominciano a saltellare sul posto.
"Una recita stile Harry Potter, non ci posso credere!"esclama una ragazza tra loro ed Alex corre sul palco ad abbracciarci.
"È sempre il prescelto però."borbotta una bambina, incrociando le braccia al petto ed indicando con la testa il fanciullo che ora si trova sulle gambe di Tom a stringere il suo collo.
"Alex, vieni a sederti qua come i tuoi amici."lo riprende Cristina all'udire di quel capriccio.
Il bambino sbuffa un po' e  ritorna a sedersi in prima fila, accanto alla bambina dai capelli neri.
"E i ruoli?"alza la mano un ragazzo, infondo alla stanza.
"Naturalmente i ruoli saranno tirati a sorte e ci saranno diversi Harry, diversi Neville, diverse Hermione..."rispondo "Così che non ci siano litigi. Poi, se qualcuno vorrà fare un ruolo "minore", sarà accontentato.".
"Tu, bellezza, parteciperai vero?"domanda un altro ragazzo, con tono interessante. Poi si morde il labbro e i suoi amici gli tirano una pacca sulla spalla.
"No, farò la regista insieme a Thomas."rispondo, ignorando il suo modo provocante di rapportarsi.
"Va be, semmai io posso fare Ron e tu Hermione solamente nella scena del bacio. Potremmo essere una coppia perfetta,direi."prosegue lo stesso, abbozzando un mezzo sorriso.
"Matthew,ti conviene smetterla o ti farò fare il Goblin che muore alla Gringott."si intromette Tom divertito, accennando un sorriso beffardo e nella stanza nasce un boato di risate.

Alla fine delle infinite domande, Cristina si prende la responsabilità di tirare a sorte i nomi per i ruoli.
Devo riferirvi che, oltre a qualche commento di Metthew e dei suoi amici, tutti risultano contenti delle parti che hanno ottenuto.
"Ma... Ma...il...il cast...po...potrà...potrà esserci?"chiede Caroline, tirandomi la maglietta dal basso.
"Il cast di Harry Potter?" domando, abbassandomi alla sua altezza.
Lei annuisce ed io mi volto verso Tom, che si stringe nelle spalle.
"Io...Io...des...desidererei che...che almen...almeno Rup...Rupert pot...potesse vedermi."sorride ancora lei.
Tom si limita ad annuire e da quel nostro scambio di sguardi, comprendo che affronteremo l'argomento dopo.

Non so se sei solo un sogno || Tom FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora