Steve Rogers

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Attenzione: capitolo leggermente più esplicito del solito, anche se nulla di troppo esagerato. Fatemi sapere se vi è piaciuto e se ne volete altri.
Aggiornamento molto ravvicinato per festeggiare le 100k visualizzazioni.
Un bacio e al prossimo capitolo💜

-Per oggi è tutto ragazzi. Vi ringrazio per essere tornati anche questa settimana-

Lo diceva ogni volta. Ringraziava sempre tutti quelli che partecipavano al suo "gruppo di sostegno".

Il rumore di sedie spostate e un lieve brusio aveva rotto la quiete durata fino a quel momento.
Una volta indossati i propri cappotti e fatto un breve saluto, tutti erano usciti dalla sala.

Steve con tutta calma e dopo un breve sospiro si era alzato dalla sua sedia. Non aveva nessun motivo per avere fretta, non aveva nessuna casa in cui avesse urgenza di tornare.
Era sempre l'ultimo a lasciare gli incontri. Rimetteva a posto le sedie e dava una pulita a terra. Come se una scopa bastasse per far sembrare quel posto meno deprimente. Le pareti troppo scure e le finestre, da cui non entrava mai abbastanza luce per dare un po' di calore all'ambiente, non facevano che accrescere lo sconforto di tutti. Un giorno o l'altro si sarebbe deciso a cambiare il luogo degli incontri. Eppure ormai un posto valeva l'altro. Da quando Thanos aveva schioccato le dita, il mondo era diventato meno luminoso, meno accogliente. Non sarebbe servito a nulla cambiare la stanza, il grigiore delle loro vite li avrebbe seguiti ovunque.

Non si era nemmeno accorto che non tutti erano andati via, o meglio che qualcuno era tornato. Aveva appena preso la prima sedia per rimetterla al suo posto, quando aveva notato qualcuno che stava fermo sull'uscio della porta.

-Capitano, hai un momento?-

Le aveva sorriso. Nessuno lo chiamava più Capitano e lui non si sentiva più degno di guidare nessuna squadra.
Solo lei continuava a usare quello stupido appellativo.
Non era la prima volta che si tratteneva più tempo rispetto agli altri, ogni volta con una scusa diversa. Il finale, tuttavia, era sempre lo stesso.

-Dovresti smetterla di chiamarmi Capitano, te l'ho già detto-

Sapeva che era inutile ripeterglielo. Le aveva ripetuto la stessa frase così tante volte che nemmeno riusciva più a contarle. Sembrava che questi suoi bonari rimproveri le entrassero da un orecchio e le uscissero dall'altro.
Anche questa volta non avrebbe sicuramente fatto eccezione. Lei, infatti, come se nulla le fosse stato detto, gli si era avvicinata fino a ritrovarsi a un palmo dal suo viso.

-Hai si o no cinque minuti da concedermi?-

-Anche tutta la sera-

Non avevano potuto dire altro, la ragazza aveva fatto combaciare le sue labbra con quelle dell'uomo. La differenza di altezza ben evidente la costringeva a rimanere in punta di piedi e ad aggrapparsi con le braccia al collo di lui.
La reazione di Steve non si era fatta attendere, le sue mani avevano velocemente preso posto una nel fianco di lei, l'altra alla base della sua testa con l'intento di approfondire il contatto.
Per un lungo momento si era sentito solo il rumore dei loro respiri che mano a mano diventavano sempre più affannati e delle loro labbra che si incontravano e scontravano ripetutamente.
Lentamente, la mano che prima stringeva con forza il suo fianco era risalita, risalendo con una lenta carezza la schiena ancora coperta da un pesante giaccone.

-Toglilo-

La voce profonda dell'uomo le aveva procurato un brivido lungo tutta la spina dorsale. Non se lo era fatto ripetere due volte e molto velocemente aveva fatto scivolare via l'ingombrante indumento.
Al di sotto, rimasto nascosto per tutta la durata dell'incontro, un vestito troppo leggero per le rigide temperature invernali.
Le mani di lui avevano ripreso la scoperta di quel corpo, accarezzandone ogni centimetro, come se non lo conoscesse ormai a memoria.
Una volta arrivato sulla spalla, le aveva fatto scendere una spallina, lasciando così che si potesse intravedere parte del seno. Il percorso delle sue dita era continuato lungo tutta la scollatura di quel vestito, indossato solamente per farlo impazzire, fino ad arrivare all'altra spallina velocemente abbassata come l'altra.

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