Bucky Barnes

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L'uomo con passo sicuro, ma con lo sguardo basso. Camminava per le vie della sua città. Le strade ormai sembravano essersi svuotate. Ogni tanto passava una macchina, probabilmente qualcuno che a lavoro aveva fatto degli straordinari.
Il tempo non era dei migliori. Una leggera pioggerellina bagnava i suoi capelli scuri, lasciati sciolti.
La bella stagione stava lentamente lasciando spazio alle uggiose giornate autunnali.

Erano trascorsi cinque anni da quando Iron Man si era sacrificato in nome dell'umanità e cinque anni da quando nessuno aveva più visto Capitan America.
Piano piano la vita aveva ripreso a scorrere. Lasciandosi dietro quegli anni tristi e bui. Gli Avengers erano ufficialmente in pensione, non erano più richiesti i loro servizi. Avevano cercato, chi più chi meno, di riprendere in mano la vita, provando a fare i conti con le perdite subite.
Anche se Steve aveva lasciato in eredità il suo scudo a Sam, quest'ultimo non si era sentito pronto a fare quel passo. In comune accordo con il resto della squadra, lo aveva donato a un museo dedicato ai Vendicatori.
Non gli sarebbe comunque servito. Il mondo non aveva più bisogno di grandi eroi che difendessero l'umanità. La Terra era un luogo sicuro, nessun'astronave aliena, nessun androide, nessun titano pazzo.

L'ex Soldato d'Inverno, ormai si ritrovava spesso a passeggiare. Percorrere le strade più solitarie. Quelle frequentate da poche persone. Da quando Steve si era riunito alla sua defunta moglie, Bucky si sentiva più solo che mai.
Non aveva voluto saperne di tenere i contatti con gli altri membri della squadra, anche perché non si era mai sentito veramente parte di essa.
Si era trasferito, non riusciva a sopportare gli sguardi delle persone. Aveva bisogno di un luogo in cui non gli venissero ricordati continuamente tutti i suoi sbagli. La decisione più ovvia, per lui, era stata di tornare a Brooklyn. La sua amata città natale. Li ormai nessuno si ricordava più del Soldato d'Inverno. Tanto meno del sergente James Barnes.

E mentre ancora camminava tranquillo, con la pioggia che mano a mano aumentava, un urlo.
Si era immediatamente fermato. Un orecchio teso per capire la provenienza di quelle urla.
Il rumore della pioggia non era certo d'aiuto. Aveva dovuto avanzare di qualche metro per accorgersi che i lamenti provenivano da un vicolo a qualche passo da lui.

Non aveva potuto evitare di andare a vedere. Era stato un eroe, certo, ma quella volta era stato il buon senso a spingerlo ad affacciarsi per controllare la situazione.
Poco più avanti, nascosti dal buio di quel lurido vicolo, un uomo e una donna. Lui che da quanto alcool aveva in circolo, non riusciva nemmeno a reggersi in piedi. Lei che cercava in ogni modo si togliersi di dosso le mani, ma sopratutto le labbra, di lui.

Non aveva nemmeno avuto il tempo di ragionare. Senza rendersene quasi conto, Bucky con sole tre lunghe falcate, aveva colmato la distanza tra di loro.
Non era servito neppure far uso della forza. Era riuscito ad allontanarlo da lei semplicemente strattonandolo per il colletto.

-Hey amico, fatti un po' gli affari tuoi-

Gli aveva soffiato a dosso. Dalla sua bocca una puzza che aveva fatto storcere il naso all'ex soldato.
Poi aveva cercato di colpirlo al petto. Aveva i riflessi lenti e la forza di un bambino. Per Bucky era stata quasi una carezza.

La stessa cosa non si poteva dire del pugno che, invece, era andato a scontrarsi con la faccia dell'uomo.
Aveva usato il braccio destro, ma tanto era bastato per farlo crollare a terra dolorante.

Una volta sistemato lui, Bucky si era voltato verso la ragazza.

-Stai bene?-

Aveva usato il tono più delicato che possedesse, o almeno lui ci aveva provato.
Si era accorto solamente dopo della stupidità della sua domanda.
La vedeva tremare, probabilmente per la situazione, ma sicuramente anche per il freddo.
La giovane cercava di coprirsi come meglio poteva, cercando di mantenere assieme la camicetta a cui erano saltati diversi bottoni.

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