Peter Parker

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-Andiamo, non è così complicato!

Sono ormai ore che provo a capire questo argomento, per quante volte ci provi non ne vuole proprio sapere di entrarmi in testa.

-Si che lo è. Non abbiamo tutti la fortuna di essere dei geni, Pete-

Guardo esasperata il ragazzo seduto affianco a me. Anche lui sembra al limite della sopportazione, non è scortese ma si vede lontano un miglio che non ne può più.
Peter, non che mio migliore amico, si è offerto di aiutarmi a recuperare fisica, ma anche con tutta la buona volontà non è riuscito a farmi capire neanche un argomento. Penso di essere la prima persona al mondo ad essere riuscita a far perdere la pazienza a Peter Parker.

-È tutto inutile. Me lo sento, quest anno verrò bocciata-

Sbatto più volte la testa sulla scrivania e maledico me stessa per essermi iscritta ad una delle più importanti scuole scientifiche non capendo un bel niente di scienza.

- La mia vita è finita. Verrò bocciata e senza di te in classe non riuscirò a superare neanche il prossimo anno. Ciò vuol dire che non finirò mai la scuola, non andrò mai all'università e non troverò un lavoro. Mi immagino a vivere sotto un ponte o sul ciglio della strada a chiedere l'elemosina...-

Pete non sa sicuramente cosa dire, mi osserva con gli occhi sgranati e la bocca leggermente aperta.

-Come hai fatto ad arrivare a questa conclusione in così poco tempo?-

Gli scappa una piccola risata e mette un braccio attorno alle mie spalle in un mezzo abbraccio. Il suo gesto doveva sicuramente rilassarmi ma a me suscita l'effetto contrario. Non è che non mi piaccia il contatto ma il problema è che sia stato Peter a toccarmi. Sento già le guance iniziare a scaldarsi e senza farmi accorgere copro la faccia con i capelli e tengo la testa poggiata sulla superficie della scrivania.

- Non preoccuparti, non finirai sotto un ponte. Ti aiuterò a recuperare e supererai l'anno, fosse l'ultima cosa che faccio-

Mi giro lentamente nella sua direzione, anche visto dal basso rimane bellissimo; ancora non mi capacito del fatto che nessuna ragazza se lo fili. È il ragazzo più gentile che conosco, ha sempre il sorriso, non si arrabbia mai, mette sempre gli altri al primo posto ed è anche un fanboy, cosa si può volere di più?

-Perché fai tutto questo per me?-

-Perché sei la mia migliore amica, se non ti aiuto io chi lo farebbe?-

-È inutile, ci siamo tutto il pomeriggio e ancora non ho capito niente...-

Ho anche mal di testa ma questo me lo tengo per me, almeno evito di sembrare una bambina capricciosa.

- Hai ragione, facciamo una pausa-

Detto ciò si alza, senza darmi neanche il tempo di rispondere. Mi tira dalle braccia per farmi mettere in piedi e con una forza, che non sapevo avesse, mi butta sul letto.

-Pete?-

Non capisco cosa gli sia preso. Ancora confusa lo guardo sdraiarsi vicino a me, benché il letto sia molto piccolo e non sia abbastanza grande per due persone. Lui sembra non farci caso e riprende a parlare.

-Perché non rimani a dormire da me? Come ai vecchi tempi. Zia May non avrà nulla in contrario. Domani a mente fresca possiamo riprendere a studiare-

Mi guarda implorante, è al corrente dell'effetto che la sua faccia da cucciolo mi fa; non sono mai riuscita a dirgli di no, neanche da bambini.
Ricambio lo sguardo e con uno sbuffo seguito da un piccolo sorriso prendo il mio cellulare per avvisare i miei genitori.
Come pensavo mi hanno tranquillamente dato il permesso. Conoscono Peter da anni e si fidano ciecamente di me, in più gli ho spiegato che avrei continuato a studiare, quindi non hanno avuto niente in contrario.

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