Peter Parker

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Sfioro con le dita il mio nome inciso sul monumento. È strano pensare di essere stata via per cinque anni, a me sembrava che fosse passato solo qualche minuto. La sensazione è la stessa che si prova quando ci si addormenta, sembrano passati pochi istanti invece abbiamo dormito per delle ore.

La città ha deciso di tenere quegli enormi monumenti in onore di chi è stato decimato. Nonostante tutto sia, più o meno, tornato alla normalità, il mondo non può dimenticare.

Fisso ancora il mio nome, solo per qualche istante, giuro che oggi sarà l'ultima volta che passo di qui.

Delle dita gelide sfiorano delicate la mia mano. Non ho nulla da temere, so perfettamente chi mi ha preso la mano.

-Basta stare qua, dobbiamo tornare a casa adesso-

Peter mi invoglia a seguirlo. È passato solo un mese dal nostro ritorno e io ancora fatico ad accettare i cambiamenti.

Adesso vivo a casa sua, insieme anche a May. Non ho più nessuno, sono rimasta sola e loro mi hanno gentilmente offerto un posto in cui vivere.
Al mio ritorno ho scoperto che mia madre, durante la mia assenza è morta, mio padre non l'ho mai conosciuto e non ho nessun parente che si possa occupare di me.
Un grosso peso da dover digerire.

-Va bene, andiamo-

Camminiamo fianco a fianco, mano nella mano. Mi è rimasto solo lui, Peter è tutto quello che ho.

Da sempre è il mio migliore amico, ci conosciamo da quando siamo bambini. A differenza sua, ho sempre avuto un carattere molto forte ma sono troppo impulsiva. Lui è la voce della mia coscienza, quando parto in quarta o sto per fare una cosa stupida è lui a richiamarmi all'ordine, invitandomi a ragionare.
La nostra amicizia è nata all'asilo, un bulletto aveva fatto cadere Peter dall'altalena. A quel tempo veniva preso in giro per via della sua statura, era piccolo e magrolino, in piu la sua ingenuità lo rendeva il bersaglio perfetto per gli scherzi. Dopo la caduta, i suoi occhioni marroni si erano riempiti di lacrime e io mi ero sentita in dovere di fare giustizia, infatti il bulletto si era ritrovato per terra con la faccia nel recinto per la sabbia.
Da quel giorno ho preso sotto la mia ala protettrice a Peter e ho giurato che nessuno gli avrebbe più fatto del male.

Siamo come lo Yin e lo Yang, completamente opposti ma solo assieme possiamo funzionare. Ci completiamo.

Adesso la situazione è cambiata, il mio mondo è distrutto e io sono a pezzi. Questo è il momento per Peter di essere forte perché io non ci riesco.

-Zia May, siamo a casa!-

Nessuna risposta

-ZIA MAYYY!-

Nel frattempo che lui urla come un indemoniato, io mi dirigo in cucina per prendere qualcosa da mangiare. Prima di aprire il frigo, noto un post-it incollato sullo sportello. Lo leggo e poi torno da Pete.

-È inutile che strilli imbecille, ha lasciato un biglietto. Dice che è uscita e non tornerà prima di notte-

Lo guardo, sta facendo una faccia strana. So esattamente cosa significhi quell'espressione, sta pensando a qualcosa.

-Quindi siamo soli a cena?-

-Beh, si... Perché?-

So già dove vuole andare a parare.

-Ordiniamo la pizza! Poi possiamo fare una maratona di Harry Potter fino a tarda notte!-

-Pete, rallenta. Domani abbiamo scuola. Vada per la pizza, ma niente maratona, lo sai che se facciamo tardi poi non riusciamo a svegliarci-

Già, siamo già tornati a scuola. Nonostante prima dello schiocco avessimo già fatto un semestre, la scuola ha deciso di farci ripetere tutto l'anno e per non perdere tempo ogni corso di studi è stato ripristinato immediatamente.

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