Bucky Barnes

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Sento freddo, parecchio freddo. Non riesco più a muovere neanche un muscolo. Tremo insistentemente.
Non ricordo esattamente cosa sia successo, un attimo prima ero su un elicottero e un attimo dopo mi ritrovo qui, sulla neve gelida a contorcermi per il dolore al braccio destro.

-Missione compiuta. Il soggetto è stato eliminato-

Chi era? Da dove proviene questa voce?

-Ottimo soldato. Ci sono sopravvissuti?-

-Si. Devo eliminare anche loro?-

-Affermativo-

Eliminare? Io sono sopravvissuta, vuole uccidere me? Magari si stava riferendo a un altra persona, potrei fingere di essere già morta, potrebbe lasciarmi stare.

-Andiamo amico, non vuoi veramente uccidermi? Giusto?-

-Nessun testimone-

Poco lontano da me, un uomo con una strana divisa nera e un braccio che sembra metallico.
Non sono l'unica sopravvissuta, un ragazzo che riconosco cerca di convincerlo a non ucciderlo, probabilmente anche lui ha sentito la conversazione.
Senza nessuna esitazione però, quello che è stato definito "soldato" afferra il ragazzo per il collo e lo solleva da terra.
Non voglio più vedere la scena, chiudo gli occhi e cerco, come già pensato, di fingermi morta.
Sento i lamenti del ragazzo che inutilmente cerca di liberarsi dalla micidiale stretta. Ancora qualche gemito e poi il silenzio più totale.

Sento il corpo, ormai senza vita, cadere e atterrare sulla neve. Posso avere ancora una speranza, magari adesso andrà via.
Riesco a sentire i suoi passi, in un primo momento sembra che stia andando via, ad un certo punto però si ferma.
Sta tornando indietro, sento forte e chiaro il rumore dei suoi stivali sulla neve, ormai è a pochi passi da me.

-Stavi quasi per fregarmi-

Non voglio vederlo, non voglio vedere il volto del mio assassino. Spero che questo momento finisca in fretta.

Mi sento tirare su per un braccio, per fortuna quello che non mi faceva male.

-Sei così giovane. Eri nel posto sbagliato, al momento sbagliato-

-Ti prego, abbi pietà-

-Nessun testimone-

Mi faccio coraggio, apro gli occhi. La certezza di morire mi infonde più coraggio, ormai non ho niente da perdere.

-Ti perdono-

Per un momento sembra spaesato, mi osserva con un espressione strana. I suoi occhi sono meravigliosi ma sembrano vuoti, persi, senza anima.

-Cosa?-

-Non voglio nessuna questione in sospeso. Ti perdono anche se mi ucciderai-

In un attimo molla la presa sul mio braccio e si porta la mano, quella umana, sulla testa.

Non capisco cosa stia succedendo. Inizia a urlare e si acovaccia per terra.

Io sono vicino a lui, nelle mie condizioni non potrei spostarmi neanche volendo.

Ha il respiro affannato, continua a reggersi la testa ma ha smesso di urlare.

Torna a guardarmi, sembra un bambino in difficoltà. I suoi occhi prima, privi di qualsiasi emozione, adesso vagano da una parte all'altra senza sosta.

-Vattene-

-Cosa?-

-Ho detto vattene-

-Io...-

-Vai via da qua, prima che cambi idea-

Avrei veramente voluto spiegargli che non potevo camminare o che il dolore al braccio era talmente forte da non permettermi nessun movimento. Ma invece di parlare svenni.
.
.
.
Mi sveglio in un letto che non conosco, in una stanza che non ho mai visto.
Forse sono morta e adesso sono in paradiso.

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